Con Ignazio Cassis torna in governo un rappresentante della Svizzera italiana

Completato il Consiglio federale dopo le dimissioni di Didier Burkhalter

La candidatura di Ignazio Cassis da parte del gruppo liberale radicale alle Camere federali era apparsa subito come la più probabile. La decisione del gruppo è stata però quella di presentare un ticket di candidati “latini” con la vodese Isabelle Moret, che puntava sul voto femminile, e il ginevrino Pierre Maudet, consigliere di Stato a Ginevra, giovane e molto attivo, che poteva mantenere l’attuale terzo seggio della Romandia in Governo. Fin dal primo turno dell’elezione si è però visto, da un lato, che la candidatura di Moret non aveva sufficiente sostegno (55 voti) e, dall’altro, che Cassis aveva le migliori possibilità di essere eletto (109 voti). Una certa sorpresa era dovuta a Maudet che raccoglieva ben 62 suffragi.

Questo risultato spostava un certo numero di voti verso la candidatura del ginevrino, ma induceva i responsabili del PLR a stringere i tempi per evitare troppe dispersioni. Così Ignazio Cassis era confermato con 125 suffragi (su una maggioranza necessaria di 123 voti), Pierre Maudet saliva a 90 voti e Isabelle Moret ne otteneva soltanto 28.

Sono quindi bastati due turni per eleggere in Consiglio federale un rappresentante della Svizzera italiana, dopo un’assenza di ben 19 anni, dovuta alla partenza del PPD Flavio Cotti. Se, fin dall’inizio, la candidatura di Cassis, presentata dal PLR ticinese, era praticamente ovvia, la campagna che si è svolta in vista dell’elezione ha creato qualche inquietudine.
Da subito i romandi hanno fatto sapere che un rappresentante della Svizzera “latina” poteva anche essere di lingua francese e Isabelle Moret sosteneva la necessità di avere un’altra donna in governo data la prossima partenza di Doris Leuthard. A questo punto anche Pierre Maudet avanzava la possibilità di una candidatura ginevrina.

Per Cassis, sostenuto dal PLR e dall’UDC, la corsa si faceva più difficile. La sua carica di presidente del gruppo PLR alle Camere e la sua esperienza in Parlamento ne costituivano i principali vantaggi. La sua candidatura, sostenuta anche dal PPD, era però osteggiata dalla sinistra, che per finire si è spostata in gran parte su Maudet. A Cassis si rimproveravano troppe tendenze verso destra, la presidenza dell’associazione di casse malati e, da ultimo, anche le sue origini italiane. Al punto che ha dovuto dichiarare di rinunciare alla nazionalità italiana, della quale aveva il passaporto. Il fatto non ha però smosso le posizioni della Lega dei Ticinesi che ha votato scheda bianca.

Nato (nel 1961) e cresciuto in Ticino, da genitori italiani, Cassis ha studiato medicina a Zurigo. Dal 1996 al 2008 è stato medico cantonale in Ticino, dal 2008 al 2012 vicepresidente della federazione dei medici svizzeri (FMH). Viene eletto in Consiglio Nazionale nel 2007 e confermato nel 2011 e nel 2015. È stato vicepresidente della Commissione della sicurezza sociale e della sanità e presidente della delegazione AELS/UE. Ha insegnato gestione dei sistemi sanitari in varie università svizzere. È presidente di varie associazioni nazionali del settore sanitario e sociale, come l’Associazione mantello del settore sanitario e sociale CURAVIVA Svizzera, Carafutura, Radix ed EQUAM. In Ticino presiede l’associazione Fourchette Verte. È membro del Consiglio di Fondazione di Fairmed.

Con l’elezione Cassis diventa l’ottavo consigliere federale del Canton Ticino, dopo la prima elezione, nel 1848, di Stefano Franscini, ma è soltanto il secondo medico eletto a questa funzione nella storia della Confederazione. Il primo medico fu il turgoviese Adolf, eletto nel 1883, rimanendo in carica per quasi trent’anni, fino all’età di 81 anni.
Ignazio Cassis verrà sostituito in Consiglio Nazionale da Rocco Cattaneo, titolare di un’impresa turistica e commerciale in Ticino, già presidente del PLR ticinese e ciclista professionista in gioventù. Ha già detto di volersi recare a Berna in bicicletta il giorno dell’entrata alla Camera del popolo.

Le reazioni
L’idea che fosse il momento di avere un rappresentante della Svizzera italiana in Consiglio federale era largamente diffusa e tale da superare le inevitabili prese di posizione politiche e regionali. Per questo l’elezione di Cassis è stata accolta con soddisfazione in molte parti del paese. Contenti soprattutto i ticinesi, ma anche gli altri italofoni svizzeri e soprattutto grigionesi.

La delegazione ticinese a Berna, i quattro consiglieri di Stato presenti e molti altri ticinesi hanno manifestato la loro soddisfazione per l’elezione, sottolineando l’avvenimento storico e importante visto le sfide importanti che attendono il Ticino anche nei rapporti con l’Italia. Qualche ticinese è stato sollevato circa una possibile svolta a destra del Consiglio federale, a causa delle posizioni di Cassis, ma anche del massiccio sostegno fornitogli dall’UDC. Molto dipenderà anche dalla distribuzione dei Dipartimenti, anche se si sa che le posizioni del Governo sono sempre determinate dalla ricerca di soluzioni ampiamente condivise.

Nei giornali, il Corriere del Ticino ha titolato in prima pagina “La Svizzera è più Svizzera”, sottolineando che la Costituzione federale prevede in Governo un’equa rappresentanza linguistica e regionale. “Costruttore di ponti” è il titolo che la Regione dedica al neoeletto.
Per la Neue Zürcher Zeitung è stata “Eine kluge Wahl”. Per il Blick, quattro germanofoni, due romandi e un ticinese sono la formula perfetta. Secondo il Tages Anzeiger e DerBund, di tanto in tanto, si deve dimostrare che la considerazione per le minoranze non sia priva di senso.

Per La Tribune de Genève, Cassis “è un prodotto puramente elvetico che incarna un compromesso. È plurilingue, ama il sistema e promuove le minoranze, senza creare agitazione”. Le Temps si rammarica che “questa perpetua ricerca di equilibrio” abbia messo i bastoni fra le ruote a Maudet, “la vera rivelazione”. Per il vallesano Le Nouvelliste, l’eletto poteva essere solo Cassis, poiché era il turno di un liberale e di un ticinese.

Ignazio Bonoli