Design Svizzero a Milano

Il buon design è far sentire gli altri designer idioti, perché quell’idea non è loro
Frank Chimero

È praticamente impossibile ignorare un evento, anzi due, che catalizza l’attenzione per un’intera settimana di quasi tutti i milanesi e di una moltitudine di visitatori, provenienti da tutto il mondo: sto parlando del Salone del Mobile e del suo Fuorisalone.

Quest’ultimo ha saputo conquistarsi negli anni una rilevante notorietà e un’identità indipendente e internazionale, al punto che molte importanti aziende di arredamento e design preferiscono essere presenti nei diversi Design District cittadini, anziché in fiera.

Anche quest’anno, l’esercito delle aziende svizzere del settore che hanno esposto in città durante la Milano Design Week si è rivelato numericamente impressionante e diffuso ma, grazie alla, ça va sans dire, precisissima Swiss Design Map, realizzata per il terzo anno consecutivo dal Consolato Generale di Svizzera con la collaborazione de La Triennale di Milano per l’edizione 2019, è stato facile orientarsi e scoprire i ben 40 luoghi del design elvetico. Due di questi, in particolare, hanno riscosso un grande successo di pubblico raggruppando aziende svizzere, perlopiù giovani, che hanno mostrato soluzioni smart e tecnologiche da un lato e innovative e funzionali dall’altro.
Si tratta di Design Switzerland a Palazzo Litta e dello Swiss Design District in Galleria San Fedele.

L’elegante edificio barocco del teatro di Palazzo Litta, allestito appositamente dallo studio ginevrino Sasha von der potter, ha accolto gli undici studi emergenti selezionati da Pro Helvetia, che ha tra le proprie mission appunto la diffusione della “presenza svizzera nelle piattaforme internazionali e l’informazione sul mondo del design elvetico”.
I protagonisti per questa seconda edizione a Palazzo Litta sono stati: AATB, Valentin Dubois, Matthieu Girel, Douma Guittet, Xénia Lucie Laffely, Bertille Laguet, Studio 5, Studio Ilio, Studio Porto, Somniacs e Reto Togni.

Progetti brillanti e tecnologici, dal simulatore di volo Birdly di Somniacs che concretizza l’antico sogno di Leonardo da Vinci di poter volare e che ha regalato ai visitatori un’esperienza di volo incredibilmente realistica, all’orologio cinetico Sunny Side Up di AATB che, ispirato al Wadokei giapponese, ci ha richiamato al nostro ritmo naturale e biologico; esso infatti fissa sempre la direzione del sole e indica notte, alba e tramonto. E ancora la sedia a rotelle Reagiro progettata dallo studio Reto Togni e vincitrice dello Snowdon Trust Award for Disability che risponde a bisogni reali di una parte della società. La sedia utilizza il primo sistema di sterzo completamente meccanico che consente il controllo del movimento usando solo una mano, lasciando quindi molta più libertà alla persona che può inoltre sterzare con un semplice movimento del corpo, grazie allo schienale basculante.

Expected the unexpected è invece il titolo dell’iniziativa coordinata con successo da Swiss Business Hub Italia che ha avuto luogo in una location centralissima, accanto alla celebre libreria Hoepli.

Dopo un primo esordio nel 2018 nello storico distretto di via Tortona dove hanno esposto aziende molto eterogenee fra loro, l’edizione 2019 è stata caratterizzata da una piattaforma di imprese che privilegiano l’utilizzo di elementi della tradizione svizzera, come il legno o il vetro, rielaborandoli in maniera originale e innovativa.
Alcune delle sette ditte, in qualche caso a conduzione familiare, presenti allo Swiss Design District non hanno mai esposto prima fuori dalla Svizzera e hanno trovato qui l’occasione per farsi conoscere e presentare il loro lavoro a potenziali acquirenti e a semplici curiosi e appassionati di design. È il caso dei giovani talenti Okro e Jacoby: un inno all’estetica e alla funzionalità svizzero-tedesca. I bellissimi arredi in legno dalle linee semplici e allo stesso tempo eleganti strizzano l’occhio a pezzi iconici degli anni ‘50. Tutta la loro produzione è tailor made e il lavoro è svolto prevalentemente su ordinazione.

La lunga e complessa tradizione svizzera della lavorazione del legno trova il suo exploit nel lavoro meticoloso e sorprendente di Ramon Zangger e di Woodand Luxury. Gli armadi e le cassettiere di Zangger sono arricchiti da elaborati intarsi a forma di fiore o di stella che si trovano però all’interno del mobile, rielaborando in modo originale i tipici mobili di montagna. “Il cuore è lavorare il pino” afferma Ramon e lo dimostra con lo stiloso e comodo sgabello in pino svizzero: Ziccalin.
Il detto “ogni cosa ha il suo posto e ogni posto ha la sua cosa” sembra adattarsi perfettamente all’iconica cassetta degli attrezzi di Woodand Luxury, prodotto artigianale di altissima qualità.

Schaffner invece è un’azienda familiare della Turgovia che produce mobili da giardino da oltre 65 anni, e che ha presentato allo Swiss Design District la sua bellissima sedia dal gusto retrò “Spaghetti”, tornata negli ultimi anni molto di moda in diverse nuove varianti di colore.

Un design contemporaneo e funzionalità impeccabile sono le caratteristiche di Orea, anch’essa famosa in Svizzera, che progetta non solo cucine ma raffinati e sobri complementi di arredo utilizzando materiali grezzi come il cemento, la pietra, il vetro e naturalmente anche il legno.

Infine la designer Katiuscia Azzaro di L’Unico ha proposto lampade e piccoli pezzi di arredamento in un’elegante filigrana, realizzati con legname altamente sostenibile e un design sofisticato.

E per chi ancora non ne avesse avuto abbastanza di design può sempre andare all’Istituto Svizzero a Milano a visitare fino al 4 maggio la mostra site specific “It’s All About Space”, a cura dell’architetto ginevrino Inès Lamunière, già vincitrice del premio Swiss Meret Oppenheim award for the arts nel 2011.
L’artista ha costruito un enorme oggetto a forma di diamante dentro lo spazio dell’Istituto, occupandone quasi tutto lo spazio. Le facce del diamante dialogano con le pareti circostanti dipinte di rosa e di arancione che trasmettono ai visitatori un senso di benessere e di gioia.

Appare chiaro anche quest’anno che l’eccellenza dei prodotti svizzeri presentati ha contribuito moltissimo a consolidare la dimensione internazionale della Milano Design Week e a renderla uno degli eventi più importanti nel mondo del design.

Antonella Amodio
SOCIETÀ SVIZZERA DI MILANO