La bicicletta sta per essere iscritta nella Costituzione federale

Pure in votazione il prossimo 23 settembre

I sentieri pedonali fanno già parte della Costituzione da tempo. Se l’iniziativa sulla bicicletta dovesse essere approvata il 23 settembre 2018, le piste ciclabili avranno pure questo onore.

“Incredibile!”: è stata la reazione di Ursula Wyss nell’aprile 2018 venendo a sapere dell’aumento del numero di ciclisti nella capitale. La consigliera comunale di Berna, incaricata dei trasporti, non ha nascosto il suo stupore di fronte a questo boom: in poco tempo dal 2014 al 2017, il numero di ciclisti è aumentato del 35%. La città vuole ormai dare un colpo di pedale e far passare la parte dell’insieme del traffico occupato dalle biciclette dall’attuale 15% al 20% nel 2030.

Berna non è un caso singolo. Il numero di ciclisti tende ad aumentare in tutto il paese (vedi “Gazzetta Svizzera” numero 7/luglio 2018). Se gli elettori approvano il decreto federale sulle piste ciclabili il 23 settembre 2018, la bicicletta farà pure la sua entrata nella Costituzione. L’obiettivo è quello di completare l’articolo 88 sui sentieri pedestri iscritto da 40 anni nella Costituzione e che ha favorito l’emergere di una rete di percorsi e sentieri pedestri eccezionali. Si tratta ora di creare una rete continua di piste ciclabili.

Tutti i partiti approvano
L’idea lanciata dall’iniziativa velo dell’associazione mantello per gli interessi dei ciclisti (Pro Velo) ha convinto il Consiglio federale che ha presentato un controprogetto un po’ più moderato: la Confederazione deve assumere gli stessi compiti come per i sentieri e percorsi pedonali e quindi limitarsi ad una semplice legislazione di principio. La pianificazione, la costruzione e la manutenzione delle piste ciclabili è in ogni caso di competenza dei cantoni e dei comuni. Il governo ha aggiunto che, in mancanza di mezzi finanziari e di personale sufficienti, la Confederazione non può compiere nuove missioni. Il controprogetto non prevede così nessun obbligo di sussidiamento. La Confederazione può tuttavia definire i principi applicabili alle reti ciclabili e sostenere e coordinare le misure dei cantoni per la loro costruzione e la loro manutenzione.
In Parlamento tutti i partiti hanno vantato le lodi del traffico ciclistico. Nessuna critica è stata emessa nel Consiglio degli Stati. Soltanto l’UDC ha respinto il controprogetto del Consiglio federale in Consiglio nazionale. Secondo il suo portavoce Thomas Burter, nessuna misura supplementare è necessaria e la Svizzera è già un paese di biciclette. Il consigliere nazionale verde Bastien Girod pensa il contrario; esso ritiene che una semplice linea gialla non basti e che bisogna costruire più infrastrutture per fare della Svizzera un paese per le biciclette. Secondo la consigliera nazionale PS Evi Allemann, la Svizzera deve recuperare il ritardo rispetto all’estero. Parecchi interventi hanno sottolineato i vantaggi della bicicletta: limitare le punte di circolazione, diminuire il consumo energetico e rimanere in buona salute.

Obiettivo raggiunto: iniziativa ritirata
Dopo l’approvazione del controprogetto da parte del Parlamento, gli autori dell’iniziativa bicicletta si sono adeguati e hanno ritirato il loro progetto. L’obiettivo è quindi stato raggiunto. “Il decreto federale sulla bicicletta riprende la principale domanda dell’iniziativa, in particolare l’uguaglianza di trattamento fra le piste ciclabili e i percorsi e sentieri pedestri”, ha spiegato il consigliere nazionale PS Matthias Aebischer, presidente dell’associazione di sostegno iniziativa “bicicletta”. I partigiani del progetto sono oggi sostenuti da un gran numero di organizzazioni nei settori del turismo, della salute, dello sport, della circolazione, dell’economia e dell’ambiente. Anche il Touring Club Svizzero (TCS), favorevole alle automobili, sostiene il progetto. Thierry Burkart, consigliere nazionale PLR e vice-presidente del TCS, ritiene che è nell’interesse di tutti gli utenti della strada, anche degli automobilisti, separare i flussi di circolazione. Questo permette infatti di aumentare le capacità.

Jürg Müller
Revue Suisse