La Madonna Bombardiera, una strana opera che lascia perplessi

Vicino a Lugano esiste un antico, insolito ed esclusivo affresco che racconta la Battaglia di Lepanto

Lugano – Chi mai potrebbe immaginare l’accostamento di due termini così contrapposti come “Madonna Bombardiera”? Eppure questa figura dipinta esiste e nasce da un importante pezzo di storia.

Chi risiede in Italia sulla fascia di confine, o per chi è più lontano e farà una vacanza in Ticino, potrà vedere l’affresco che la rappresenta in una scena emblematica e cruenta: la battaglia di Lepanto. L’opera si trova nella chiesa di Pazzalino, vicino a Lugano, e fu realizzata nel 1603 da un anonimo.

La visione vale la pena, inutile dirlo, per la particolarità impensata della scena dove questa Madonna sorridente, posta su una ghirlanda di nuvole grigiastre, è nell’atto di passare bombe, e lo stesso fa un gioioso Gesù bambino, ad un altrettanto sorridente angelo che le fa cadere sulle imbarcazioni nemiche dei turchi.

Diversi visetti d’angelo spuntano seminascosti in osservazione, alcuni dei quali si scambiano occhiate perplesse. Gli studiosi ci dicono che rappresenti il primo bombardamento “aereo” della storia. La raffigurazione racconta le gesta della nota battaglia di Lepanto del 7 ottobre 1571, attraverso elementi minimi. Mentre nella realtà storica i mezzi tecnici e umani impiegati furono enormi, nell’affresco vediamo poche galere (grandi imbarcazioni a remi e vele) di modeste dimensioni, poco rappresentative delle maestose 500 galere adoperate in battaglia. Tra i ventottomila soldati cattolici v’era un gruppo di archibugieri lucernesi che portarono da Lepanto due vessilli tolti ai turchi e conservati poi nel Museo di Lucerna. Probabilmente l’anonimo pittore non era abbastanza erudito per conoscere i riferimenti storici di quella vicenda occorsa trent’anni prima.

In ben altre opere di più valenti artisti si può guardare con dovizia di particolari l’importante scontro in tutta la sua ferocia, con il mare tinto del rosso sangue degli uccisi e dei feriti, e con tutti gli elementi storici corretti; oppure con la distesa delle imponenti galere come nel dipinto del Veronese.

Comunque sia, anche nell’affresco di Pazzalino le galere dei turchi fronteggiano quelle dei genovesi e dei veneziani, vi sono gli scoppi delle armi da fuoco e in mare si vedono galleggiare arti mutilati vicino ad una testa mozzata da sciabolate turche. Soprastante vi è la nuvola con la Madonna bombardiera a protezione dell’esercito cattolico.
Un racconto che, a detta di esperti come il fu professore luganese Romano Amerio, fu eseguito da questo “pittore popolaresco” ad uso dei fedeli e sulla linea “della credenza, promossa da Pio V, detto il Papa di Lepanto appunto, che la vittoria di quella giornata dovessero i Cristiani alla potenza supplicante della Vergine”.

Nela raffigurazione, in basso a sinistra, si vedono infatti le figure inginocchiate di Pio V, artefice della Lega Santa, insieme al re Filippo II di Spagna, il più importante tra gli appartenenti alla Lega.

Rimane un dipinto davvero sconcertante, quello di Pazzalino, forse anche per i credenti di allora, sicuramente per i visitatori di oggi. Bombe gettate per volontà e per mano della Madonna. Figure sacre che, sorridenti, gettano giù gli ordigni…

Secondo una lettura simbolica e rassicurante, fornita in uno scritto di Luciano Garofoli, le cose starebbero diversamente: se si analizzano queste bombe si evince come nessuna scoppi e che esse in realtà rappresentino “i grani del rosario che la Vergine scaglia contro la flotta turca: queste bombe spirituali sono fornite dai milioni di rosari che i devoti popoli cristiani cattolici dell’epoca in ogni parte d’Europa recitarono per assistere la Flotta Cristiana durante lo scontro tra questi due opposti modi di concepire la vita e di praticare la religione. E contro queste bombe nulla e nessuno può niente nemmeno il buon profeta Maometto o il suo Allah “falso e bugiardo” (epiteti su Allah secondo la visione dell’epoca, ndr)”.
Ecco quindi spiegato il nesso tra la battaglia di Lepanto e il rosario.
Di conseguenza la data del 7 ottobre divenne subito anniversario di Nostra Signora della Vittoria, in seguito rinominata “Nostra Signora del Rosario”.

Insomma, un racconto per i credenti di allora e fino ai nostri giorni, sulla disfatta dei turchi dovuta alla possanza dei mezzi umani ma soprattutto alla protezione dall’Alto.
Ecco perché questo dipinto si rivela insolito spunto per riflessioni importanti, ad esempio il conciliare la fede dei vertici ecclesiastici e di regnanti cattolici proclamante pace, amore e misericordia con le esigenze terrene di conquista o difesa dei territori perpetrate attraverso le violenze peggiori, i soprusi più spietati. Per non parlare poi della realtà attuale che ci presenta un presunto o reale nuovo scontro tra civiltà.

Al di là di ogni considerazione, e sebbene la fattura dell’opera del nostro anonimo sia modesta, vale la pena di visitare la Chiesa di Pazzalino poiché tale affresco è un pezzo unico nel presentare la battaglia di Lepanto attraverso la centralità di questa particolarissima Madonna.

Annamaria Lorefice
lorefice.annamaria@gmail.com

Lo scenario realistico della medesima battaglia dipinta da Paolo Veronese.

L’affresco è diviso in due parti, in quella sottostante si svolge la Battaglia di Lepanto del 1571, qui descritta con poche e misere galere, ma con elementi di crudeltà come i resti umani nel mare; mentre quella sopra è la parte sorprendente con le sacre figure nell’atto di maneggiare le bombe destinate ai turchi.