Marina Carobbio – Prima cittadina svizzera

Gli Svizzeri all’estero sono una parte integrante del nostro paese

Intervista: Gazzetta svizzera

Marina Carobbio, cosa significa per lei essere “Prima cittadina” e come sta andando l’esperienza?
È un incarico prestigioso e sono molto onorata che il parlamento me lo abbia affidato, esso va oltre la conduzione del Consiglio nazionale, delle Camere riunite o dell’Ufficio del Consiglio Nazionale. Dal momento che la o il presidente rappresenta il Consiglio nazionale verso l’esterno, assumere questa carica significa anche dar voce a tutte e tutti coloro che vivono in Svizzera, siano essi svizzeri, residenti, ma anche migranti o persone senza fissa dimora, così come gli svizzeri che risiedono all’estero.

Provenendo da una minoranza linguistica e culturale qual è la Svizzera italiana, ritengo di poter essere la persona adatta per far da ponte non solo tra le diverse regioni linguistiche svizzere, ma anche tra le variegate componenti che vi risiedono. La Svizzera ha più che mai bisogno di esprimere solidarietà e apertura, ma anche di coesione sociale. Il mio percorso personale, politico e professionale è caratterizzato proprio dall’impegno su questi fronti.

In questi primi mesi di mandato ho cercato di fare proprio questo, incontrando numerosi associazioni e cittadini, cercando un dialogo diretto tra la società e la politica, che spesso viene vista come qualcosa di lontano ed elitario.

Tra le priorità e gli accenti che da subito ha indicato per il suo anno di presidenza vi è “l’italianità”. Come intende promuovere quest’ultima?
Ho deciso di condurre i lavori parlamentari durante il mio anno di Presidenza del Consiglio nazionale nella mia madrelingua, volendo così dare all’italiano il suo giusto posto e riconoscimento anche nella politica del nostro paese. Spero che questo possa essere da stimolo per rafforzare la lingua e cultura italiana anche in altri ambiti. Come ho già avuto modo di dire non si tratta di una scelta meramente simbolica, ma che ha prodotto dei cambiamenti che verosimilmente – lo spero perlomeno - dureranno nel tempo.

Negli ultimi mesi è capitato più volte che mie colleghe e colleghi del Consiglio nazionale, così come collaboratrici e collaboratori dei Servizi del Parlamento, persone non italofone di madrelingua, si sforzassero a dire non solo qualche parola in italiano, ma anche a partecipare a riunioni condotte in italiano. Sentire l’italiano tra i corridoi di Palazzo federale, così come il fatto che diverse cittadine e cittadini mi hanno contattato per questioni inerenti alla lingua italiana in Svizzera o semplicemente per esprimermi il loro sostegno, mi riempie di gioia e speranza per il futuro della nostra lingua e cultura. Questa è coesione nazionale vissuta nei fatti!

Sono inoltre molto felice dell’iniziativa portata avanti dall’intergruppo parlamentare “Italianità”, che ha prodotto un vademecum con i termini usati più spesso nella conduzione dei dibatti parlamentari nelle tre lingue ufficiali svizzere per facilitare la comprensione dei nostri colleghi e delle nostre colleghe non italofone.

Significa che, secondo lei, l’italianità nella nostra nazione è in crisi e ha bisogno di supporto?
In un mondo sempre più globalizzato e orientato all’inglese quale lingua internazionale compresa dalla maggior parte della popolazione mondiale, reputo la difesa, lo studio e la promozione della nostra lingua di fondamentale importanza. Non penso però che l’italiano sia in crisi, ma per evitare che questa possa avvenire bisogna rafforzarlo continuamente con misure a livello politico e nei percorsi di formazione e non aspettare che ci sia un problema prima di agire.

Tema Italia: tra la Svizzera e l’Italia da tempo le relazioni sono cordiali ma non sortiscono soluzioni sui temi più spinosi. Cosa serve per sbloccare questa situazione di stallo?
Tutti i negoziati coinvolgono sempre almeno due attori che rappresentano i propri interessi e cercano di trovare una soluzione su cui entrambe le parti possano essere d‘accordo. Per raggiungere questo obiettivo è necessario comunicare apertamente e onestamente insieme, con rispetto e senza minacce reciproche; ma per il resto non c‘è “formula magica”.
Proprio per favorire il dialogo tra i nostri due paesi intendo recarmi in Italia nel mese di maggio, dove incontrerò tra l’altro anche il Presidente della Camera dei deputati, onorevole Roberto Fico: uno dei temi che affronteremo saranno sicuramente anche i rapporti tra i nostri due paesi.

Quale è il suo auspicio da prima cittadina svizzera, in relazione ai concittadini residenti all’estero, in particolare in Italia?
Penso che sia importante coinvolgere anche gli svizzeri residenti all’estero nelle discussioni pubbliche, perché non sono solo la “quinta Svizzera” come ogni tanto vengono definiti, bensì di una parte integrante del nostro paese. Per questo sostengo misure come per esempio il voto elettronico, che facilita la partecipazione politica per queste persone.

La Svizzera è sempre stata un paese di emigrazione e, anche se meno per necessità materiali ma sempre più spesso per chiara volontà personale, lo resta tuttora: sono ben 750‘000 gli svizzeri che hanno deciso di trasferirsi all’estero. Le migrazioni fanno parte della storia dell’umanità ed esisteranno sempre. Penso che in tempi come questi, in cui spesso l’immigrazione nel nostro paese causa forti reazioni da parte di talune persone, sia importante ricordacelo.

Copyright © Béatrice Devènes / Servizi del Parlamento


Biografia: Marina Carobbio nasce nel 1966 a Bellinzona, è sposata con Marco e madre di due figli Matteo e Laura.
Professione: accanto al suo impegno politico di milizia, Marina Carobbio svolge l’attività di medico di famiglia, che ha momentaneamente sospeso durante l’anno presidenziale.
La carriera politica: Viene eletta nel Gran Consiglio ticinese nel 1991 e vi resta fino al 2007. Dal 2007 è Consigliera nazionale.
La massima carica: dal 26 novembre 2018 e per un anno riveste il ruolo di prima cittadina svizzera, presiedendo il Consiglio nazionale e l’Assemblea federale.
Altre cariche: è copresidente dell’Associazione per l’aiuto medico al centro America (AMCA) e vicepresidente dell’Iniziativa delle Alpi e dell‘Associazione svizzera degli inquilini
Gli hobby: tra i suoi hobby principali vi sono la montagna e la letteratura.