Mezz’ora con Nicolò Solimano e Fabio Trebbi

Conosciamo i nostri delegati in seno al Consiglio degli svizzeri all’estero.

Si è tenuto il 25 maggio l’ultimo appuntamento online con l’OSE e i suoi delegati. Contrariamente alle prime 4 chiacchierate, Elisabetta Agrelli degli UGS ha potuto intrattenersi e dialogare con due delegati: Fabio Trebbi e Nicolò Solimano.

Nicolò Solimano è figlio di madre svizzera del Cantone di Basilea Città e di padre italiano. Vive a Trieste dove svolge la professione di medico oculista. Ha sempre mantenuto stretti legami con la Svizzera passando almeno un mese all’anno nella madrepatria. Da decenni membro del Circolo svizzero di Trieste è entrato a far parte del Comitato del Collegamento Svizzero in Italia e della Associazione Gazzetta Svizzera nel 2013. Nel 2021 è stato eletto quale delegato italiano per la regione del Nordest nel Consiglio degli Svizzeri all’estero.

Dal canto suo, Fabio Trebbi è cittadino svizzero e italiano, residente a Roma, iscritto nel catalogo elettorale di Moeriken Wildegg AG. Di professione medico, è presidente dell’Associazione Circolo Svizzero Roma e membro dei comitati di Collegamento Svizzero in Italia e Associazione Gazzetta Svizzera. Siede quale delegato nel Consiglio degli Svizzeri all’estero dal 2013.

 

Come mai ha accettato la candidatura quale delegato per il Consiglio degli Svizzeri all’estero?
Trebbi: L’OSE può contare in Italia su sei delegati che rappresentano gli svizzeri presenti sul territorio italiano. Rispettando le proporzioni percentuali degli svizzeri sparsi sul territorio ed essendo vacante il rappresentante per il centro Italia, ho avuto l’onore di poter assumere la rappresentanza che mi ha permesso di portare le istanze degli svizzeri al Consiglio degli svizzeri all’estero. Mi occupo delle questioni della comunità svizzera di Roma già dagli anni ‘90: nella Scuola svizzera di Roma sono attivo sia come revisore dei conti supplente sia come membro del CdA; dal 2010 sono presidente del Circolo svizzero nella capitale italiana. Tutto ciò mi ha portato, anche nell’interesse di tutti gli svizzeri che ho conosciuto negli anni e durante i miei mandati, ad aderire a questi consessi.

Solimano: Nel 2021 la mia candidatura a delegato del Consiglio degli svizzeri all’estero deriva dall’idea lungimirante della ex presidente del Collegamento svizzero in Italia Irène Beutler-Fauguel, secondo la quale i candidati italiani debbano rappresentare equamente le varie regioni italiane. Per questo motivo sono particolarmente orgoglioso di fare parte dell’OSE quale primo rappresentante italiano del Nordest. Insieme al mio valido collega Pietro Germano seguiamo circoli svizzeri storici e prestigiosi quali quelli del Trentino, Trieste, del Friuli, del Veneto, Verona-Vicenza, nonché la Chiesa evangelica di confessione elvetica di Trieste e la Società elvetica di beneficenza di Trieste.

In cosa si differenziano la comunità in Italia e quelle nel mondo? E quali le necessità principali?
Trebbi: Essendo la Svizzera un paese limitrofo, molti di noi mantengono un contatto molto stretto con la madre patria per la vicinanza geografica. Indubbiamente anche chi non parla più la propria lingua madre “originale”, essendo già di terza o quarta generazione, parla comunque una delle lingue nazionali svizzere, ovvero l’italiano. Inoltre, noi in Italia siamo dei privilegiati, in quanto abbiamo un giornale-notiziario in lingua italiana solo per la nostra comunità, la Gazzetta Svizzera, che ci unisce negli intenti e ci informa sulle questioni e problematiche bilaterali di interesse comune. Questo ha fatto sì che nascessero anche altre iniziative locali, come la pagina web “svizzera.ch” che si aggiunge quale valore aggiunto alla dinamicità della nostra comunità con una comunicazione ed un contatto diretto, giorno per giorno, coltivando così quel comune senso di appartenenza.

Solimano: Partecipando alle riunioni virtuali grazie alla piattaforma zoom ho notato grosse differenze per quanto riguarda le votazioni con il cartaceo inviato tramite il servizio postale. Ricordiamo che per legge in Svizzera il materiale per le votazioni deve essere inviato almeno 5 settimane prima del giorno delle votazioni. Mentre in Europa il sistema funziona, nei paesi più lontani il materiale arriva tardi e i voti non giungono in tempo in Svizzera. Rammento i messaggi di rassegnazione di chi vive in Bolivia, in Cile, in Nuova Zelanda, in Messico: «ci siamo arresi e non votiamo più!». Quindi il voto elettronico risulta l’unica possibilità per garantire a tutti la possibilità di votare. È invece un problema comune a tutti gli svizzeri all’estero il rapporto penalizzante con le banche svizzere, tanto che si cercano soluzioni con banche online tipo yapeal. Altri problemi condivisi da tutti sono l’AVS, le scuole per i figli, l’informazione televisiva svizzera all’estero e l’invio di quotidiani svizzeri nei vari paesi.

Quali sono i capitoli più urgenti che l’OSE deve affrontare da un punto di vista politico?

Trebbi: Ritengo che gli Svizzeri all’estero possano contribuire notevolmente e con passione alla vita politica svizzera. Oltre ad apprendere costantemente il funzionamento della democrazia diretta e confrontarla con le procedure in essere nei paesi di residenza, l’esigenza è anche quella di porre in evidenza gli aspetti critici che gli svizzeri all’estero possono subire nei paesi di residenza come:

  • il rispetto della convenzione contro le doppie imposizioni,
  • il voto elettronico a garanzia della tempestività della ricezione del materiale elettorale,
  • i rapporti con gli istituti bancari rispetto ai costi applicati agli svizzeri non residenti,
  • una possibile re-introduzione dell’AVS facoltativa,
  • le coperture da parte di assicurazioni svizzere sui contratti malattia e/o infortunio,
  • il sostegno e la promozione dei Circoli che rappresentano la parte attiva delle comunità locali oltre alle Scuole svizzere all’estero, istituzioni entrambe impegnate attraverso i propri componenti svizzeri, a trasmettere, diffondere e mantenere alti i nostri valori.

Solimano: Gli Svizzeri all’estero sono quasi 800’000. Questo numero potrebbe significare un peso politico non indifferente se gli aventi diritto votassero regolarmente. Pertanto, uno dei compiti principali dell’OSE dovrebbe essere l’incentivare la partecipazione al voto dei connazionali all’estero. Con percentuali altissime di adesione alle votazioni potremmo dire di ben meritarci dei nostri rappresentanti politici in seno al Parlamento. A questo dobbiamo puntare se vogliamo che la Quinta Svizzera svolga un ruolo sempre più determinante in madrepatria. Ricordo che per quanto riguarda l’Italia, grazie alla legge Tremaglia del 2001, gli italiani residenti all’estero ed iscritti all’Aire possono eleggere 12 deputati e 6 senatori. L’OSE prevede al suo interno la costituzione di gruppi di lavoro ben regolamentati. Attualmente il gruppo di Constantin Kokkinos si sta occupando proprio del tema della possibilità di avere dei Parlamentari eletti dalla nostra comunità di Svizzeri all’estero.

Angelo Geninazzi

Neoeletto nel Consiglio degli Svizzeri all’estero: Nicolò Solimano

Da 9 anni in senso al Consiglio degli Svizzeri all’estero: Fabio Trebbi

Un problema di molti Svizzeri all’estero: l’accesso ad un conto bancario svizzero e i relativi costi

Un tema ha accomunato tutti i delegati “italiani” in seno all’OSE: la necessità di tempi brevi del voto elettronico