Mezz’ora con Renato Vitetta

Conosciamo i nostri delegati in seno al Consiglio degli Svizzeri all’estero.

Si è tenuto il 26 gennaio il primo appuntamento di “mezz’ora con...”. Renato Vitetta ha esposto i motivi del suo impegno e i suoi obiettivi. A fine febbraio conosceremo Gian Franco Definti.

Renato Vitetta è nato a Lucerna (LU) da madre svizzera e padre italiano. Ha trascorso i primi 7 anni di vita a Lucerna, che lui considera «Una della Città più belle del mondo, che riassume l’essenza vera della Svizzera!». Ha studiato giurisprudenza a Reggio Calabria e Milano e svolge attualmente la professione di avvocato in Italia. Negli anni è stato già Console onorario di Svizzera per la regione Calabria, mentre attualmente presiede il Circolo Magna Grecia di Reggio Calabria ed è delegato della Camera di Commercio Italiana in Svizzera per le regioni Calabria e Sicilia.

Come mai si è candidato quale Delegato per il Consiglio degli Svizzeri all’estero?
Ho deciso di candidarmi per il quadriennio 2021-2025 quale delegato per il Consiglio degli svizzeri all’Estero perché mi è stato in primis richiesto da un carissimo amico, René Ringger, che dopo tanti anni di delegato è voluto uscire di scena. Non ho esitato un attimo ed ho accettato con grande entusiasmo l’invito a candidarmi. Poi il resto è venuto da sé, con l’elezione insieme agli altri amici che rappresentano gli svizzeri in Italia all’estero. Tutti insieme, ne sono convinto, saremo in grado di rappresentare al meglio le criticità e le esigenze dei nostri concittadini che vivono in Italia nelle opportune sedi, e non vedo l’ora di fare la prima esperienza “in presenza”, in quel di Berna il prossimo 12 marzo 2022.

In cosa si differenzia a suo avviso la comunità degli svizzeri in Italia a quella nel resto del mondo? Quali sono le necessità principali?
Ci tengo a sottolineare che il “Sistema Svizzera” in Italia è davvero unico e funge da esempio per tanti altri paesi nel mondo. Avere oltre 30 circoli sparsi sul territorio, sempre pronti a recepire le richieste dei propri connazionali, e disporre di 5 scuole svizzere che mettono a disposizione le loro eccellenti competenze e capacità (soprattutto nella didattica bilingue) è una cosa che in molti ci invidiano. Ovviamente, la strettissima vicinanza geografica con la madre patria facilita molto questo stretto connubio, che si trasforma in grandi opportunità per chi da svizzero vive in Italia. Credo che oggi gli svizzeri all’estero siano capaci di guardare con occhio critico alla Svizzera e, se devono fare degli appunti tramite le rispettive rappresentanze come l’OSE, hanno la possibilità di far sentire la loro voce. Come detto prima, la comunità degli svizzeri in Italia si differenzia rispetto al resto del mondo in quanto le esigenze dettate dalla vicinanza geografica, e quindi dai vari legami economici-commerciali, implicano una serie di regole che spesso fanno parte degli accordi bilaterali esistenti tra i due paesi. Le necessità possono anche essere convergenti, in quanto la Svizzera ha rapporti in svariati settori quali il turismo, il commercio, le attività finanziarie ecc. e tutti hanno quindi interesse affinché i loro diritti ed interessi siano tutelati nel miglior modo possibile, anche fuori dai confini elvetici.

Quali sono i capitoli più urgenti che l’OSE deve affrontare da un punto di vista politico?
Sono passati più di 7 anni da quando le Camere federali hanno adottato la legge federale concernente persone e istituzioni svizzere all’estero. Essa disciplina le misure di assistenza, messa in rete e l’informazione degli svizzeri all’estero, i loro diritti politici, l’aiuto sociale, nonché la protezione consolare accordata dalla Svizzera e gli altri servizi consolari da essa erogati. Da allora sono stati fatti numerosi passi avanti per incrementare le sinergie tra l’OSE con la politica svizzera. E talvolta anche qualche passo indietro… I capitoli più urgenti ritengo siano sempre più o meno gli stessi, ovvero quelli relativi ai servizi che vengono offerti agli svizzeri all’estero, al diritto al voto e soprattutto alla possibilità di prevedere un numero fisso di posti a rappresentanti degli svizzeri all’estero nei gremi decisionali, alle regolamentazioni dei rapporti commerciali, fiscali, bancari ecc. e a tutte quelle attività, sia istituzionali e non, che per essere competitivi oggi devono comunque avere alle loro spalle una politica dinamica ed aperta al dialogo, pronta anche a cambiamenti radicali se necessario, al fine di tutelare al meglio tutti i propri connazionali. Tornerò volentieri su questo argomento: ne riparleremo già dopo l’incontro che avremo in marzo a Berna, e dopo aver sentito le “Mezz’ore con…” dei miei carissimi colleghi nei prossimi mesi!

Angelo Geninazzi