Mühleberg: staccata la spina

Con la chiusura di Mühleberg alla fine del 2019, per la prima volta una centrale nucleare ha staccato definitivamente la spina in Svizzera. Il suo smantellamento sarà un lavoro pionieristico che durerà quasi 15 anni. Si sta ancora cercando dove stoccare i rifiuti altamente radioattivi in tutta sicurezza per decine di migliaia di anni.

Il 20 dicembre alle ore 12.30, nella sala comandi della centrale nucleare di Mühleberg, a circa 20 km ad ovest di Berna, gli operatori hanno premuto due bottoni, spingendo così le barre di controllo nel reattore e bloccando la reazione nucleare nella catena. Dopo 47 anni di attività, Mühleberg – la seconda delle quattro centrali nucleari svizzere per anzianità – è stata messa definitivamente fuori servizio.

Il 6 gennaio ha avuto inizio lo smantellamento della centrale, che durerà 15 anni. Dapprima, gli elementi combustibili altamente radioattivi del reattore verranno trasportati in un bacino di stoccaggio adiacente. Qui, essi raffredderanno per alcuni anni prima di raggiungere il centro di stoccaggio intermedio di Würenlingen (AG). Questa fase durerà fino al 2024. Ma la radioattività scomparirà totalmente da Mühleberg solo nel 2031. Nel frattempo, gli elementi leggermente radioattivi e i detriti della costruzione dovrebbero essere stati smaltiti. Il “funerale” della centrale nucleare sarà probabilmente completato nel 2034. Resta da vedere se le mucche pascoleranno di nuovo sul prato verde vicino all’Aare.

L’energia nucleare non è più redditizia
La decisione di disattivare la centrale nucleare di Mühleberg è stata presa dal gruppo energetico bernese BKW nell’autunno 2013 per motivi economici. In considerazione dei bassi prezzi sul mercato dell’energia elettrica e dell’elevato costo dei necessari adattamenti, non era più redditizio continuare l’attività. Anche la costruzione di un nuovo reattore non era più un’opzione. Dopo la catastrofe del reattore di Fukushima nel 2011, il Consiglio federale ha sospeso i piani per nuove centrali nucleari decidendo di passare alle energie rinnovabili. La notizia che l’energia nucleare doveva essere gradualmente eliminata è stata inizialmente uno choc per i circa 300 dipendenti di Mühleberg. Ma la maggior parte di loro è rimasta e sta ora accompagnando la fine di una tecnologia che riteneva praticabile anche in futuro.

Con questa prima disattivazione di una centrale nucleare in Svizzera, BKW si spinge in un territorio sconosciuto. Il gruppo energetico si è assicurato il necessario know-how acquisendo tempestivamente società tedesche specializzate nella tecnologia nucleare e nella radioprotezione. Con lo smantellamento di Mühleberg, il Gruppo mira ad acquisire una preziosa esperienza, che potrebbe diventare molto richiesta in tutto il mondo: la Germania intende abbandonare il nucleare entro il 2022 e altri paesi europei prevedono di chiudere delle centrali nucleari.

Rifiuti pericolosi per centinaia di migliaia di anni
Lo smantellamento di Mühleberg costerà all’azienda 927 milioni di franchi. Inoltre, saranno necessari oltre 1,4 miliardi di franchi per lo stoccaggio intermedio e finale delle scorie radioattive. Tuttavia, ci vorranno decenni prima che un deposito geologico così profondo venga costruito. Fino ad allora, le scorie altamente radioattive di tutte le centrali nucleari svizzere saranno stoccate in contenitori d’acciaio del peso massimo di 140 tonnellate nel deposito intermedio di Würenlingen. Ogni contenitore contiene quasi 20 tonnellate di materiale altamente radioattivo che rimarrà pericoloso per centinaia di migliaia di anni se non si riuscirà a ridurre drasticamente la radioattività mediante nuovi metodi.

La Nagra è alla ricerca di un sito adatto per un deposito nel sottosuolo da quasi mezzo secolo. La legge sull’energia nucleare prevede che le scorie debbano essere smaltite in depositi in strati geologici profondi per garantire una protezione a lungo termine dell’uomo e dell’ambiente contro il rischio di contaminazione radioattiva. L’attenzione si concentra su tre potenziali siti: la regione «Giura-est», a Bözberg (AG), “Nördliche Lägern” (AG/ZH) e la regione di Zurigo «Zurigo nord-est» (ZH/TG).

Sulla base dei test di perforazione, dovrebbe essere chiaro entro il 2022 quale sarà il sito da prendere in considerazione. Nel corso della procedura di autorizzazione, il popolo svizzero si esprimerà anche alle urne, probabilmente nel 2031, e il deposito svizzero dovrebbe essere pronto entro il 2060.

Anche in altri paesi mancano i depositi finali per le scorie altamente radioattive. La costruzione del primo deposito in profondità del mondo è stata avviata in Finlandia, nel 2016, a Olkiluoto. Esso sarà sfruttato a partire dal 2024. La Francia sta progettando un deposito nel dipartimento della Mosa nell’est del paese per accogliere i rifiuti delle circa 60 centrali nucleari francesi. In Finlandia, Svezia, Corea del Sud e Ungheria esistono depositi per i rifiuti a bassa e media radioattività.

Nessuna rinascita per il nucleare

Mühleberg fa parte delle cinque centrali nucleari al mondo disattivate nell’arco di un anno. Nello stesso lasso di tempo, sono entrati in servizio nove reattori, di cui sette in Cina. Tuttavia, secondo l’ultimo rapporto sullo stato dell’industria nucleare mondiale, sempre meno nuovi impianti vengono costruiti in tutto il mondo. Mentre nel 2013 erano ancora in costruzione 68 progetti, a metà del 2019 questa cifra era scesa a soli 46. Secondo gli esperti, sono troppo pochi per mantenere in vita l’energia nucleare a lungo termine.

Secondo gli esperti, anche se i risultati in materia di CO2 sono positivi, questi sono però di scarsa utilità nella lotta contro il riscaldamento climatico. Si tratta della fonte energetica più cara e più lenta: costruire una nuova centrale richiede tra i 5 e i 17 anni in più della costruzione di un impianto solare od eolico dotato della stessa potenza. Secondo il Gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici, tuttavia, i prossimi dieci anni determineranno se gli obiettivi dell’accordo di Parigi sul clima potranno essere raggiunti.

Theodora Peter

Beznau festeggia i suoi 50 anni e prosegue la propria attività

La più vetusta centrale nucleare della Svizzera si trova a Beznau (AG). Essa ha cominciato all’inizio di quest’anno il suo 51° anno d’esercizio. A differenza di BKW, l’operatore di Beznau, Axpo, continua a concentrarsi sull’energia nucleare. La società elettrica argoviese vuole continuare a far funzionare i due reattori sulle rive dell’Aar per altri dieci anni e negli ultimi anni ha investito 700 milioni di franchi nella modernizzazione. Il gruppo energetico argoviese ritiene che Beznau abbia permesso di risparmiare quasi 300 milioni di tonnellate di emissioni di CO2 rispetto ad una centrale elettrica o a carbone. Oltre a Beznau, sono ancora in funzione la centrale di Gösgen (1979) e quella di Leibstadt che è la più recente (1984) e la più performante. L’energia nucleare rappresenta circa un terzo della produzione di elettricità in Svizzera. (TP)

Le luci della centrale nucleare di Mühleberg sono state spente. Foto Keystone

Contenitori di rifiuti altamente radioattivi, nel deposito intermedio di Würenlingen, con apparecchiature di monitoraggio in primo piano. Foto Keystone