Nuovi modi di distribuzione per il materiale di voto?

Gli Svizzeri all’estero possono votare solo quando il loro materiale di voto giunge nelle loro case per tempo. Ma la distribuzione, soprattutto durante la pandemia, rappresenta un’importante sfida logistica. La Confederazione e tre cantoni valutano ora nuovi modi di distribuzione.

Per esaminare la possibilità di una distribuzione meno tardiva del materiale di voto, l’invio di quest’ultimo per posta diplomatica è stato oggetto di un test nell’ambito di un progetto pilota in occasione della votazione popolare del 13 giugno 2021. Il test è stato accompagnato da un sondaggio. Vi hanno partecipato la Cancelleria federale e la Direzione consolare del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) nonché tre cantoni, Argovia, Ticino e Ginevra. Il progetto pilota si basa su un postulato del consigliere nazionale Andri Silberschmidt (PLR, ZH).

Quasi 1’600 Svizzeri all’estero che vivono in Australia, in Brasile e in Thailandia e politicamente domiciliati nei cantoni di Argovia, Ticino e Ginevra sono stati invitati a partecipare al sondaggio. Il materiale di voto è stato inviato alla prima metà dei votanti interrogati all’estero dalla Posta Svizzera, come d’abitudine. L’altra metà lo ha ricevuto, a titolo sperimentale, attraverso la rappresentanza svizzera del paese interessato. Una volta compilate le schede di voto, queste sono state rispedite dagli elettori direttamente al loro comune di voto, senza passare dalle rappresentanze svizzere.

La partecipazione al sondaggio ha raggiunto circa il 20%. I dati del sondaggio nonché i ritorni d’informazione delle autorità interessate devono attualmente essere raccolti e analizzati. Il confronto dei due sistemi di invio dovrebbe dare informazioni sull’efficacia e il costo della spedizione per posta diplomatica. Dopo la valutazione dei dati, sarà deciso se bisogna realizzare altri test nell’ambito del progetto pilota.

Il postulato di Andri Silberschmidt incarica il Consiglio federale di esaminare il ricorso alla posta diplomatica nell’ambito di un progetto pilota, ma anche di vedere se siano necessari altri adattamenti nell’invio del materiale di voto relativo alle votazioni federali agli Svizzeri all’estero. In risposta al postulato il Consiglio federale presenterà, entro la primavera 2023 al più tardi, un’analisi approfondita del progetto pilota nonché una riflessione su altre possibilità di miglioramento sotto la forma di un rapporto. (CF)

Uno sguardo dietro le quinte

Alla ricerca di nuovi modi di distribuzione per il materiale di voto (cf. testo principale), in giugno si è ricorso anche alla posta diplomatica. Ma cosa è la posta diplomatica?

La posta diplomatica è la piattaforma della circolazione dei documenti e delle merci tra la centrale del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) a Berna e le rappresentanze della Svizzera all’estero. L’uso della posta diplomatica si basa sulla Convenzione di Vienna sulle relazioni diplomatiche e consolari del 1961, che è entrata in vigore nel 1964.

Il servizio di corriere diplomatico consegna la corrispondenza ufficiale tra la missione diplomatica nella rete estera e il ministero degli esteri dello Stato di invio, così come tra le altre missioni e consolati dello Stato di invio. Esso gode di uno statuto di inviolabilità e non deve essere aperto né intercettato dagli organi di controllo durante il suo trasporto.

Nella sede del DFAE a Berna, la corrispondenza diplomatica viene imballata come bagaglio diplomatico e dichiarata come tale. Secondo le disposizioni della Convenzione di Vienna, la borsa diplomatica può contenere solo documenti diplomatici o articoli destinati all’uso ufficiale. Il bagaglio diplomatico deve essere confezionato in un sacco o altro contenitore sigillato con piombo e contrassegnato come bagaglio diplomatico. Esso viene in seguito inviato all’estero per posta ordinaria o attraverso corrieri postali come DHL.

La posta diplomatica a Berna tratta ogni anno oltre 18’000 invii diplomatici in entrata e in uscita. Tutti questi invii rappresentano un peso di circa 160 tonnellate. (KD)

1 Il locale della posta del DFAE, dove la corrispondenza diplomatica viene accuratamente impacchettata

2 Il carico amministrativo è notevole: tutti gli invii in uscita vengono registrati.

3 Il bagaglio diplomatico viene imballato in un sacco verde e sigillato mediante piombo e in seguito contrassegnato con il marchio della posta diplomatica. Foto DR