Picasso Metamorfosi

“Cuando era niño dibujava como Miguel Ángel. Mi llevó años aprender a dibujar como un niño”
Pablo Picasso

L’esposizione che mette in relazione l’arte antica e l’universo femminile

Essere creativo per Picasso significa imparare a disimparare. Sono infatti i continui cambiamenti della sua arte, che si verificano in corrispondenza degli eventi importanti della sua vita privata – si sposa due volte, ha cinque figli da quattro donne diverse e numerose relazioni extra-coniugali – ad essere il motore del suo processo creativo. “La vita è nel movimento” diceva Aristotele, un motto che si adatta perfettamente al grande artista, che visse in modo intenso, rinnovandosi artisticamente e celebrando la vita stessa fino all’età di 91 anni, compiuti nel 1973.
Pablo y Ruiz Picasso ci affascina da sempre, per questo suo modo di reinventare le cose e Milano per la terza volta gli ha reso omaggio promuovendo la bella mostra “Picasso Metamorfosi”, curata dalla direttrice dei Musei Civici di Avignon Pascale Picard, e che la Società Svizzera di Milano ha visitato lo scorso 21 gennaio a Palazzo Reale.

In questa esposizione Picasso, l’arte antica e l’universo femminile sono messe in relazione attraverso un nutrito numero di opere del maestro, non solo tele quindi, ma anche sculture, ceramiche, vasi, stele ecc. e significativi reperti antichi provenienti dalle più importanti istituzioni museali internazionali, come il Louvre di Parigi o i Musei Vaticani, solo per citarne due. L’antichità è fonte di grande ispirazione per l’artista che reinterpreta nella sua peculiare cifra stilistica alcuni temi mitologici, come quello del Bacio e Arianna e il Minotauro.
Uomo passionale e irrequieto sentimentalmente, Picasso tornerà nel corso della sua vita molte volte sulla mitologia del Bacio. “Il Bacio” del 1969, che ritrae la sua ultima compagna Jacqueline Roque (26 anni lei, 72 lui) trae ispirazione ed è affiancata simbolicamente a due grandi artisti del passato: Jean-Auguste Dominique Ingres e Auguste Rodin che, come lui, avevano cercato di rompere con gli aspetti classici e accademici dell’arte. In mostra sono presenti lo studio del bacio degli amanti Paolo e Francesca di Ingres del 1819 e la meravigliosa scultura tridimensionale del Bacio di Rodin.
Anche il mito di Arianna e il Minotauro è un chiodo fisso nella mente creativa di Picasso. Arianna, figlia del re Minosse e sorellastra del Minotauro, aiuta Teseo, di cui si era innamorata, ad uscire dal labirinto dove era stato rinchiuso insieme al mostro mezzo uomo e mezzo toro. Verrà successivamente tradita e abbandonata, mentre è addormentata, sull’isola di Nasso da Teseo con il quale era fuggita da Creta (da qui infatti deriva il modo di dire “piantata in-asso”).

Arianna incarna quindi la bellezza e l’amore idilliaco, ma anche il tradimento d’amore al tempo stesso.
La donna con forme sinuose rappresentata nel coloratissimo olio “Nudo sdraiato”del 1932, accostato alla meravigliosa scultura in marmo del II secolo A.C. dell’“Arianna dormiente” proveniente dai Musei Vaticani, ritrae la giovanissima modella da poco conosciuta Marie Thérèse Walter che come Arianna dorme, ignara del tradimento del suo amore.
Picasso si sente come un Minotauro, un po’ brutale e indomabile, fortemente attratto dall’innocenza e dalla provocazione sensuale della giovane Marie Thérèse che diverrà sua amante a soli 17 anni, mentre era ancora sposato con la ballerina ucraina Olga Khokhlova. Dirà di sé “Se tutte le tappe della mia vita potessero essere rappresentate come punti su una mappa e unite con una linea, il risultato sarebbe la figura del Minotauro” Mintauromachia, 1935.

La terza sezione della mostra è dedicata al Louvre che Picasso frequenta moltissimo all’inizio del ‚900 e continuerà anche dopo la Seconda Guerra per studiare con attenzione i motivi a contorno delle figure dei vasi greci, che avranno infatti un ruolo significativo nell’elaborazione del celebre dipinto Demoiseilles d’Avignon del 1907. Gli studi preparatori a matita del quadro e le sculture in legno “Tre nudi” datate 2700 A.C. e ritrovate nelle Cicladi presenti nell’esposizione riprendono in particolare i frammenti di cratere in stile geometrico e le figure piangenti in terracotta.
Ciò che appare straordinario è la sua capacità di vedere le cose con occhi nuovi: tutto può diventare altro. D’altro canto la concezione dell’arte del ‚900 in generale è proprio il capovolgimento di tutte le certezze del secolo precedente, la distruzione del bello classico, di tutti i vecchi modi di sentire le cose, di vederle e di dirle!
Le sculture di Picasso e le ceramiche presenti in mostra ne sono un chiaro esempio: egli ritaglia e compone i pezzi delle stele dando vita a qualcosa di completamente nuovo agendo proprio come farebbe un bambino. Sperimenta le potenzialità della terracotta facendo evolvere l’oggetto “dalla sua funzione d’uso allo status di opera d’arte”.
Non può Picasso infine rimanere indifferente al capolavoro per eccellenza di Ovidio “Le Metamorfosi”, opera che racconta 250 miti greci e che verrà illustrata dal maestro, su richiesta dell’editore svizzero Skira, con 30 bellissime tavole ad acquaforte nel 1931.

Molto è stato detto e scritto su Picasso, osannato ma anche molto spesso criticato da coloro che sostenevano un concetto di arte più realistica. Ci sono aneddoti curiosi e divertenti che circolano sulla sua arte, come la teoria del neurologo olandese Micheal Ferrari che sosteneva che Picasso dipingeva i volti spezzati in tanti frammenti e sproporzionati poiché soffriva di una grave forma di emicrania cronica che non gli permetteva di vedere le forme in modo realistico.

E ancora quando fu chiesto Picasso, che godeva già di una solida notorietà, se non riteneva fossero esagerate le cospicue valutazioni attribuite ai suoi dipinti, poiché tali dipinti potevano essere realizzati in soli cinque minuti, il maestro rispose candidamente: “Di numeri non m’intendo, ma devo correggerla: io ci ho impiegato una vita e cinque minuti”.
Ed è proprio così, il desiderio di cambiare e di esprimere qualcosa di nuovo si è manifestato nell’artista spagnolo in un percorso di ricerca durato tutta la vita, così come lo studio profondo dei classici e la sperimentazione dei materiali più diversi (sua è l’invenzione del collage).
Naturalmente il mondo dell’arte è oggi unanime nel pensare che la straordinaria stagione cubista di Picasso sia frutto del suo ingegno e del suo linguaggio clamorosamente innovativo, infatti i suoi quadri hanno raggiunto quotazioni altissime, ad esempio l’opera “Le Reve” è stata venduta nel marzo del 2013 per la sorprendente cifra di 155 milioni di dollari! Mica male eh?

Antonella Amodio
Società Svizzera di Milano

© Succession Picasso, by SIAE 2018

Le Baiser [Il bacio] Pablo Picasso, 26 ottobre 1969, olio su tela, 97x130 cm, Paris, Musée National Picasso.
Credito fotografico: © RMN-Grand Palais (Musée national Picasso-Paris) /Jean-Gilles Berizzi/ dist. Alinari.

Tête d’hommebarbu [Testa di uomo barbuto]
Pablo Picasso, 1938, olio su tela, 55x46 cm, Paris, Musée National Picasso.
Credito fotografico: © RMN-Grand Palais (Musée national Picasso-Paris) /Jean-Gilles Berizzi/ dist. Alinari.

L’Étreinte [L’abbraccio]
Pablo Picasso, 26 settembre 1970, olio su tela, 146x114 cm, Paris, Musée National Picasso.
Credito fotografico: © RMN-Grand Palais (Musée national Picasso-Paris) /Gérard Blot/ dist. Alinari.

Nu couché [Nudo disteso]
Pablo Picasso, 4 aprile 1932, olio su tela, 130x161,7 cm, Paris, Musée National Picasso.
Credito fotografico: © RMN-Grand Palais (Musée national Picasso-Paris) /Adrien Didierjean/ dist. Alinari.

Visages de femme [Volti di donna]
Pablo Picasso, 1950, terracotta, 74,5x31x31 cm,
Collezione privata. Credito fotografico: Maurice Aeschimann, 2018.