Quota del legittimario in Italia e in Svizzera

Egregi Signore e Signori,

scrivo in tedesco e desidero chiederVi se potete assistermi su una questione successoria relativa al mio povero papà defunto, il quale era svizzero ma ha vissuto gli ultimi 32 anni in Toscana e si era risposato.

Io sono il figlio del primo matrimonio. Non ci sono altri eredi. La domanda è quale diritto successorio è applicabile?

Il diritto italiano? Ciò per via del diritto successorio europeo introdotto nel 2015?
O il diritto successorio svizzero? Trattato del 1868?

In base al diritto svizzero potrei vantare la quota di 3/8 e la moglie quella di 5/8, poiché mio padre mi ha riconosciuto solo la quota di legittima.
Secondo il diritto italiano, così mi è stato riferito, potrei vantare ½ e la moglie ½.

Io vorrei risolvere la questione in maniera bonaria e senza una lite, ma la moglie di mio padre mi vuole dare solo 1/6.
Secondo voi è giusto? Resto in attesa di Vostre notizie.

M.G. (Prov. di Pisa)


Caro Lettore,

con piacere rispondo alla Sua lettera e volentieri Le scrivo in tedesco ma con traduzione italiana a beneficio di tutti i Lettori. Le domande che Lei pone sono abbastanza semplici. In passato ne abbiamo già scritto spesso.

Il diritto applicabile
In principio sarebbe applicabile il diritto italiano in forza della disciplina introdotta dalla normativa europea in materia successoria, come Lei ricorda, e cioè il Regolamento UE n. 650/2012 “relativo alla competenza, alla legge applicabile, al riconoscimento e all’esecuzione delle decisioni ed all’accettazione e all’esecuzione di atti pubblici in materia di successioni e alla creazione di un certificato successorio europeo”, che è entrato in vigore dal 17 agosto 2015

L’art. 21 del Reg. UE stabilisce infatti che in caso di morte il diritto applicabile è quello del luogo di ove il de cuius aveva la sua residenza abituale al momento della morte.
Tuttavia, come più volte ricordato in questa Rubrica Legale, l’art. 75 del Reg. UE prevede che restino validi i trattati internazionali in materia.

Lei, infatti, fa riferimento evidentemente alla Trattato di Domicilio e Consolare tra Italia e Svizzera del 1868 (ed al relativo Protocollo del 1869).
Tale trattato, però, non prevede espressamente l’applicabilità del diritto svizzero, ma solo la competenza del Giudice svizzero in caso di controversia relativa alla successione di un cittadino elvetico in Italia.

Per consuetudine e prassi, in tali casi sarebbe applicabile il diritto svizzero in base al principio dell’unicità della successione.
Lei sembra poi fare anche riferimento ad una disposizione testamentaria che le avrebbe assegnato solo la legittima. Purtroppo non sappiamo se il testamento contiene anche una c.d. professio iuris (e cioè una scelta della legge) – probabilmente no. Rimane quindi sul punto l’alea di un processo sul diritto applicabile.

La quota di legittima
Anche su questo punto è agevole rispondere.
In base al diritto svizzero effettivamente la sua quota è di 3/8 (calcolata come 3/4 della metà dell’asse ereditario) e quella della moglie di Suo papà conseguentemente è di 5/8.
Viceversa per quel che riguarda il diritto italiano, quanto scrive non è proprio preciso.

La riserva di un solo figlio infatti normalmente è di ½ ma se concorre il coniuge è pari solo a 1/3 (artt. 537 e 542 c.c.) – leggermente superiore ma non molto diversa da quella svizzera.
La quota può essere di ½ se la successione è legittima, e cioè senza testamento. In questo caso, però, sembrerebbe dalla lettera che vi sia un testamento e che suo padre abbia nominato erede universale la consorte, lasciando a Lei la quota di riserva.
Quindi l’informazione che le hanno dato di una quota di ½ dell’asse ereditario non pare esatta nel Suo caso, ma nemmeno lo è la pretesa della moglie di Suo papà di ridurre la Sua quota solo a 1/6.

Quanto sopra mi pare risponda a tutte le Sue domande. Sta a Lei ora valutare come agire.
Se poi sussistessero dubbi sulla genuinità del testamento allora dovrà prendere in considerazioni altre misure di natura civile o addirittura penale.
Con i migliori saluti,

Avv. Markus Wiget

Lettera originale in Tedesco

Sehr geehrte Damen und Herren

Ich möchte Sie auf Deutsch anfragen ob Sie mir in einer Erbangelegenheit meines verstorbenen Vaters, der Schweizer war aber die letzten 32 Jahre in der Toskana lebte und ein zweites Mal verheiratet war, behilflich sein können.
Ich bin der Sohn aus erster Ehe. Andere Nachkommen gibt es nicht. Die Frage ist auch welches Erbrecht kommt zur Anwendung?
Italienisches? Wegen 2015 eingeführtem EU Erbrecht?
Oder das Schweizer Erbrecht? Staatsvertrag von 1868?
Nach Schweizer Erbrecht hätte ich doch 3/8 und die Ehefrau 5/8 zugute, da mein Vater mich auf den Pflichtteil gesetzt hat.
Nach Italienischem Recht, so wurde es mir gesagt, hätte ich ½ und die Ehefrau ½ zugute.
Ich wollte den Fall gütlich und ohne Streit lösen, aber die Ehefrau will mir nun nur 1/6 geben.
Wäre das machbar?

Gerne erwarte ich Ihre Nachricht.
(M.G.-Prov. Pisa)


Lieber Leser,
gerne beantworte ich Ihren Brief auf Deutsch, aber mit italienischer Übersetzung zugunsten aller Leser. Ihre Fragen sind ziemlich einfach. Wir haben in der Vergangenheit darüber schon öfters geschrieben.

Anwendbares Recht
Im Prinzip wäre italienisches Recht anwendbar, aufgrund der europäischen Regelung in Erbsachen, wie Sie richtig andeuten, u.z. EU-Verordnung Nr. 650/2012 “über die Zuständigkeit, das anzuwendende Recht, die Anerkennung und Vollstreckung von Entscheidungen und die Annahme und Vollstreckung öffentlicher Urkunden in Erbsachen sowie zur Einführung eines Europäischen Nachlasszeugnisses”, welche am 17. August 2015 in Kraft getreten ist.
Art. 21 der EU-Ver. schreibt vor, dass die gesamte Rechtsnachfolge dem Recht des Staates, in dem der Erblasser im Zeitpunkt seines Todes seinen gewöhnlichen Aufenthalt hatte, unterliegt.
Dennoch, wie mehrmals in dieser Rechtskolumne erwähnt, sieht Art. 75 EU-Ver. vor, dass die Staatsverträge in dieser Sache weiterhin gültig sind.
Sie beziehen sich nämlich auf den Niederlassungs- und Konsularvertrag zwischen der Schweiz und Italien von 1868.
Dieser beinhaltet aber nicht eine ausdrückliche Vorschrift der Anwendbarkeit des schweizerischen Rechts, sondern nur die einer Zuständigkeit schweizer Gerichte in Auseinandersetzungen bezüglich der Nachfolge eines eidgenössischen Bürgers in Italien.

Aus Gewohnheit und Praxis wäre in diesem Falle schweizer Recht anwendbar augrund des Prinzips von “Gleichlauf von Jus und Forum”.
Weiterhin erwähnen Sie eine letzwillige Verfügung, welche Sie auf den Pflichtteil setzt. Leider wissen wir nicht, ob die Verfügung des Todes wegen auch eine s.g. professio iuris beinhaltet (d.h. eine Rechtswahl) – wahrscheinlich nicht. Es verbleibt daher das Risiko einer Auseinandersetzung bezüglich des anwendbaren Rechts.

Pflichtteil
Auch hier ist eine Antwort relativ einfach.
Nach schweizerischem Recht kämen Ihnen effektiv 3/8 zugute (3/4 von der Hälfte des Erblasses), und demzufolge der Gattin Ihres Vaters 5/8.
Was dem italienischem Recht hingegen anbelangt, ist Ihre Aussage etwas ungenau.

Die Pflichtteilsquote eines einzigen Sohnes ist normalerweise ½, aber wenn ein Gatte, bzw. eine Gattin, vorhanden und mitberechtigt ist, beträgt dieser nur 1/3 (Artikel 537 u. 542 ZGB) – etwas mehr aber nicht sehr verschieden vom schweizerischen Recht.

Die Quote kann ½ im Falle einer gesetzlichen Erbfolge (ab intestato) sein, also wenn kein Testament vorliegt. Hier aber ist, gemäß Ihr Schreiben, dieser scheinbar vorhanden und ihr Vater hat seine Ehefrau als Alleinerbin testamentarisch ernannt und Sie hingegen auf den Pflichtteil gesetzt.
So ist Ihre Information eines Pflichtteilanspruchs von ½ leider nicht korrekt, aber gleichfalls ist auch der Anspruch der Ehegattin des Erblassers Ihren Pflichtteil auf 1/6 zu reduzieren unbegründet.

Ich glaube obiges antwortet alle Ihre Fragen. Ihnen steht jetzt die Entscheidung zu, wie Sie handeln wollen. Wenn dann zusätzlich noch Zweifel über die Gültigkeit des Testaments bestehen sollten, dann müssen Sie andere Massnahmen zivilrechtlicher aber auch strafrechtlicher Natur in Betracht ziehen.

Mit besten Grüßen
Avv. Markus W. Wiget

 

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