Remo Gysin, presidente dell’OSE

Il clima nei circoli in italia è unico
A margine del Congresso del Collegamento a Palermo, la Gazzetta ha avvicinato il Presidente dell’Organizzazione degli Svizzeri all’estero, Remo Gysin.

Remo Gysin, cosa significa per lei essere presidente degli Svizzeri all’estero?
Significa molto quando considero che sono ben 760’000 gli Svizzeri all’estero, organizzati in tutti i continenti e in svariati i paesi: questi concittadini sono di fatto una rete globalizzata, che vive. Poter lavorare e vivere in questa realtà, rafforzando il flusso di informazioni, rafforzando la funzione di ponte con la Svizzera, rafforzando i diritti politici, migliorando gli ambiti sociali… tutto questo è un compito eccezionale.

Cosa differenzia uno Svizzero all’estero da uno Svizzero in Svizzera?
L’esperienza all’estero comporta molti aspetti. Uscire dai propri confini per diverso tempo significa affrontare anche incertezze. Significa riuscire a districarsi in un altro mondo, adeguarsi ad altre culture, in altre lingue, spesso lontano dalla famiglia, dagli amici e da un proprio contesto conosciuto. Tutto ciò permette di avere uno sguardo da fuori verso la Svizzera ed è questo che serve al nostro paese. La storia ci racconta infatti che alla Svizzera i grandi impulsi sono sempre giunti da fuori.

Lo Svizzero all’estero è mediamente più coraggioso rispetto allo Svizzero sul territorio nazionale?
Sì, nel senso che supera i confini, e questo lo contraddistingue. Lascia qualcosa alle proprie spalle e guadagna nuovo terreno nel senso più ampio. Ciò necessita di un po’ di coraggio e non tutti lo fanno.

Quali sono le principali e più frequenti richieste che vengono rivolte all’OSE da parte degli Svizzeri all’estero?
Le richieste riguardano spesso tematiche relative alle assicurazioni sociali, la difficoltà in molti paesi di disporre di un’assicurazione malattia, oppure riguardano problemi con l’AVS o con le banche. A queste si aggiungono anche le tematiche relative ai diritti politici, ma riceviamo anche molte domande riguardanti un ritorno in Svizzera e la mobilità in generale.

Soffermiamoci sui diritti politici: su oltre 760’000 Svizzeri all’estero, solo un quinto è iscritto in un catalogo elettorale e può dunque votare. Come mai?
Dipende molto dall’età e dalla situazione di vita in cui le persone si trovano. Da giovani si lascia tendenzialmente la Svizzera per vedere qualcosa di nuovo, per affrontare una sfida. Ci si trova in una situazione professionale o di studio impegnativa e non si cerca primariamente il contatto la Svizzera, ma ci si concentra sulla nazione in cui ci si trova. Si osserva inoltre che il 75% dei concittadini fuori dai confini nazionali dispone della doppia cittadinanza, e molti sono Svizzeri all’estero in 3a o 4a generazione, che spesso non parlano nemmeno più una lingua nazionale. Questi elementi concorrono alla proporzione relativamente bassa di Svizzeri “attivi” da un punto di vista democratico.

Durante il Congresso del Collegamento degli Svizzeri in Italia lo scorso maggio ha definito la comunità degli Svizzeri in Italia come “esempio” e “unica”. Sotto quali aspetti?
Sì, e non ho esagerato: in Italia vi è storicamente un gran numero di scuole svizzere, ci sono moltissimi circoli e la comunità ha una tradizione e un passato caritatevole. Inoltre, è l’unica comunità di Svizzeri all’estero ad essere riuscita ad affermare sul lungo termine un giornale unico e di qualità, la loro “Gazzetta Svizzera”; tutti gli altri Svizzeri all’estero sono informati dalla Revue Suisse. Anche il clima all’interno del Collegamento e nei circoli sia molto positivo. E c’è ancora una cosa che mi affascina: almeno per quanto riguarda la mia generazione, l’Italia in Svizzera si conosce attraverso l’immigrazione del dopoguerra e i lavoratori “stagionali”. La comunità degli Svizzeri all’estero è il corrispettivo pezzo di Svizzera in Italia. Una realtà, appunto, unica.

Biografia
1945, Remo Gysin nasce il 4 febbraio a Basilea. Oggi è sposato con Doris.
1972 Conclude il dottorato in economia politica a Basilea. Al termine lavora per diversi impieghi nell’economia privata.
Dal 1977 al 1984 è responsabile del Dipartimento cantonale del lavoro del Canton Basilea Città
Dal 1980 al1984 è Gran Consigliere nel Canton Basilea Città.
1984, viene eletto in Consiglio di Stato del Canton Basilea Città e presiede il Dipartimento della sanità. Nel 1989 è Presidente del Governo. Lascia la carica esecutiva nel 1992.
1995, viene eletto in Consiglio nazionale per il PS, siede nella commissione dell’economia e dei tributi e quella della politica estera. Resta Consigliere nazionale per 12 anni e lascia nel 2007.
Dal 2015 è alla testa dell’Organizzazione degli Svizzeri all’estero (OSE) e ha contribuito in maniera importante ai festeggiamenti del 100mo dell’OSE (2016).

“Lo Svizzero all’estero supera i propri confini. Per questo è più coraggioso.”

Intervista: Gazzetta svizzera
(Settembre 2019)