Riconoscimento tardivo della sofferenza subita dai bambini collocati di forza

In un foyer o una famiglia, o dati in adozione

Le vittime delle misure coercitive a scopi di assistenza ricevono un contributo di solidarietà e oltre 9000 persone hanno inoltrato una domanda di contributo prima della scadenza del termine definito. È tuttavia ancora troppo presto per chiudere questo capitolo.

La riparazione delle misure coercitive a scopi di assistenza e i collocamenti forzati extra-familiari precedenti il 1981 è sempre d’attualità. Nell’estate 2013 alcune vittime e rappresentanti delle autorità e istituzioni interessate si sono incontrati per la prima volta, allo scopo di discutere attorno a una tavola rotonda. I membri della tavola rotonda organizzata dalla consigliera federale Simonetta Sommaruga dovevano preparare e mettere in atto un progetto completo di riparazione delle misure di coercizione a fini di assistenza e dei collocamenti extra-familiari precedenti il 1981. Nel luglio 2014 essi hanno presentato un rapporto con proposte di misure, tra le quali la maggior parte è stata integrata nella nuova legge per la riparazione di questo oscuro capitolo della storia sociale svizzera. Discusso in tempi record in Parlamento, in particolare sotto la pressione dell’iniziativa di riparazione, questa legge è stata adottata nell’autunno 2016. Su proposta dei membri della tavola rotonda, la Confederazione ha pure creato un fondo di aiuto immediato che permette di concedere un aiuto transitorio alle quasi 1200 vittime in situazione finanziaria difficile.

Questa nuova legge riconosce formalmente l’ingiustizia inflitta alle vittime delle misure di coercizione a fini di assistenza e di collocamento extra-familiare prima del 1981 in Svizzera. Essa garantisce pure le condizioni necessarie affinché le vittime possano, su loro richiesta, ottenere un contributo di solidarietà di 25’000 franchi. Inoltre, essa costituisce la base legale di una riparazione scientifica completa. Infatti, una commissione di esperti indipendenti studia la sorte delle persone, “internate per decisione amministrativa” e presenterà i suoi risultati nella primavera 2019. D’altro canto, il Consiglio federale ha creato il programma nazionale di ricerca 76 “Assistenza e coercizione – passato, presente e futuro” che vuole documentare e analizzare tutte le altre forme di misure coercitive dell’epoca, come quelle concernenti i bambini collocati presso privati o famiglie. I vari progetti di ricerca devono essere approvati e lanciati entro l’estate 2018. Contributi sostanziali sono stati concessi per l’insieme del lavoro di ricerca, sottolineando l’importanza che la Svizzera attribuisce a questo soggetto.

Infine, la nuova legge regolamenta pure l’archiviazione e l’accesso alle schede mettendo al contempo a disposizione delle vittime e delle persone interessate un’offerta di consulenza e di assistenza attraverso i punti di contatto cantonali. Le organizzazioni di vittime hanno inoltre la possibilità di sottoporre progetti di aiuto che permettano alle vittime di sviluppare delle prospettive personali o private o di scambiare esperienze.

La 15ma e ultima seduta della tavola rotonda ha avuto luogo l’8 febbraio 2018. Nel frattempo il termine per l’inoltro delle domande di contributi di solidarietà è scaduto. In totale, 9018 domande sono state indirizzate all’Ufficio federale di giustizia. Tra di esse, 313 provengono da 41 paesi, ossia circa il 3,5%, che sono state inoltrate da persone residenti all’estero. La gran parte di queste domande provenivano dalla Francia e dalla Germania, ma anche dal Canada, dalla Thailandia e dall’Italia. Queste domande devono essere trattate al più tardi quattro anni dopo l’entrata in vigore della legge, ossia entro la fine di marzo 2021.

Per inoltrare una domanda, le persone che risiedono all’estero hanno dovuto chiedere personalmente un certificato di vita presso una rappresentanza svizzera. Le rappresentanze svizzere interessate e l’Ufficio federale di giustizia hanno proposto soluzioni individuali alle persone che hanno dovuto effettuare lunghi spostamenti oppure la cui salute è precaria.

Il servizio specializzato dell’Ufficio federale di giustizia (+41 58 462 42 84 o sekretariat@fuersorgerischezwangsmassnahmen.ch ) è a vostra disposizione per ogni informazione. Informazioni supplementari sono pure accessibili online: www.bj.admin.ch> Società > Vittime delle misure di coercizione a fini d’assistenza. Il rapporto e i resoconti della tavola rotonda sono disponibili su www.fszm.ch > Tavola rotonda.