Studiare all’estero e in Svizzera.

Quali spese universitarie si possono detrarre in Italia?

Gent.mo Avvocato,

ricordo che vari anni fa si era occupato in questa rubrica di una nostra compatriota che voleva studiare in Svizzera.

La questione ora mi interessa direttamente perché mia figlia vorrebbe trasferirsi all’estero e sta esaminando varie alternative sia in Svizzera che nel resto d’Europa per intraprendere un percorso universitario dopo la maturità.

Mia moglie ed io siamo particolarmente favorevoli per tanti motivi; dalla qualità di alcune università straniere alle opportunità lavorative in futuro e – non ultimo – l’apertura mentale e l’indipendenza che tale scelta favorirebbe.

Ma mi sono dilungato un po' troppo.

La mia domanda in realtà è molto materiale. Mi chiedevo, infatti, se saprebbe dirmi se le tasse universitarie all’estero sono molto alte ed, in ogni caso, se le spese dell’università e della sistemazione si possono detrarre dal reddito, anche in caso di università straniera?

Giro allora a Lei la domanda, tenuto conto che io risiedo in Italia con moglie e 2 figli a carico.

La ringrazio e spero in una sua cortese risposta.

Cordiali saluti

(A.L. – Prov. di Como)


Caro Lettore,

Lei ha buona memoria e dunque La ringrazio perché la Sua richiesta mi consente di riprendere un argomento che non abbiamo più affrontato da tanto tempo.

In effetti, avevamo trattato una questione simile anche se un po' diversa, e cioè quella di una studentessa che si stava laureando in Italia e, volendo proseguire il suo percorso di studi ad un’università in Svizzera, si poneva la questione del riconoscimento del suo titolo di studio.

La sua domanda, pur differente è altrettanto importante.

Se, infatti, lo studio all’estero può aprire nuove prospettive ed offrire interessanti opportunità, l’impegno economico e finanziario può essere sicuramente rilevante e assai gravoso o persino proibitivo in taluni casi.

Fattori influenzanti la spesa per lo studio all’estero.

Ciò naturalmente dipende da diversi fattori, ad esempio dalla scelta dell’ateneo, pubblico o privato, dal tipo di sistemazione, nel campus o alloggio privato, da soli o con altri coinquilini, con più o meno servizi e, non ultimo, dal Paese prescelto e dal relativo costo della vita per il mantenimento (vitto, mezzi di trasporto, spesa e qualche svago).

Inoltre, alcuni Paesi prevedono borse di studio e forme di finanziamento, anche agevolate in base alla cittadinanza, ed altri no. Si tratta di aspetti tutti molto materiali.

Le tasse universitarie

Purtroppo, però, poco posso dire sulle tasse universitarie all’estero che dipendono da tanti diversi elementi, e, dunque, mi dispiace non poter rispondere esaustivamente alla Sua prima domanda, anche qui per via delle troppe variabili che entrano in gioco.

Tutto ciò vale naturalmente anche per la Svizzera, dove, però, sfatando un mito dobbiamo dire che le università in sé non sono affatto care in termini assoluti, indipendentemente poi dalla loro qualità.

Prescindendo dal costo della vita che è elevato, l’importo medio delle tasse universitarie elvetiche si aggira sui 1’000-3’000 CHF circa (escluse spese accessorie) l’anno a seconda dell’ateneo. Per maggiori dettagli potrà consultare il sito www.swissuniversities.ch dell’organizzazione “ombrello” che raccoglie tutte le università svizzere.

Un suggerimento pratico utile, poi, è quello di iscriversi come cittadino svizzero anche in caso di doppia cittadinanza per maggiori benefici.

Per ogni ulteriore approfondimento Le consiglio, però, di rivolgersi utilmente a “educationsuisse” all’indirizzo email info@educationsuisse.ch, l’organizzazione che si occupa proprio di questo e di cui trova tutti i riferimenti ogni mese anche su queste pagine della Gazzetta Svizzera.

Qualcosa di più preciso, invece, posso dire in merito al secondo quesito relativo alle detrazioni delle tasse universitarie dal reddito, per esperienza personale prima ancora che professionale.

Le spese universitarie nel TUIR

In primo luogo va detto che, effettivamente, l’art. 15, comma 1, lett. e) del TUIR (Testo Unico Imposte sul Reddito) prevede una detrazione dall’imposta lorda pari al 19% di una serie di oneri ivi specificamente elencati, che vale anche per corsi universitari all’estero, come vedremo.

Nello specifico, la norma contempla le spese per frequenza di corsi universitari presso università statali e private in misura non superiore a quella stabilita annualmente per università non statali e per ciascuna facoltà da un Decreto Ministeriale del MIUR (Ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca), tenuto conto della media delle tasse e contributi dovuti alle università statali.

Si tratta del Decreto MIUR del 23.12.2021 (e che viene aggiornato entro il 31.12 di ogni anno) il quale a sua volta contiene le tabelle per facoltà universitaria e per zona geografica (Nord, Centro, Sud) che descrivono gli importi massimi detraibili dalle imposte delle spese per tasse ed iscrizioni a università non statali per i corsi di laurea, di laurea magistrale, anche a ciclo unico.

Il Decreto prevede, però, anche la detraibilità di corsi di dottorato, di specializzazione e master universitari di primo e di secondo livello.

A secondo che il luogo di residenza fiscale dello studente si trovi nella zona geografica Nord / Centro / Sud e in base alla materia di studio, si farà riferimento alla tabella corrispondente per individuare l’importo massimo da poter detrarre.

Le spese per alloggio nel TUIR

In secondo luogo, sempre l’art. 15, comma 1, lett. i-sexies) prevede la detraibilità di canoni di locazione o assegnazione di alloggi in casi specifici per studenti universitari “fuori sede” (di norma almeno 100 km dal luogo di residenza o comunque in provincia diversa) per un importo annuo massimo di 2.633 Euro.

Tale agevolazione tuttavia, diversamente da quella sulle tasse universitarie, non spetta a tutti ma, alle medesime condizioni, solo agli studenti iscritti ad un corso di laurea in un’università situata in uno Stato membro dell’Unione Europea o aderente allo Spazio Economico Europeo inclusi in un’apposita lista del Ministero dell’Economia e Finanze. Tale decreto però non risulta essere stato adottato e la norma che lo prevedeva è oggi abrogata.

Aggiungo poi che l’Agenzia delle Entrate con Circolare n. 7/E del 25.6.2021 ed ancora da ultimo con Circolare n. 24/E del 7.7.2022 ha chiarito non solo come le spese di istruzione universitaria all’estero siano detraibili ma anche entro quali limiti di reddito è prevista la detrazione di canoni di locazione sostenuti per alloggio di studenti universitari, in misura integrale (fino a 120’000 Euro di reddito) o in misura decrescente sino a zero (da 120’001 a 240’000 euro di reddito), per l’importo massimo di canoni indicato sopra.

Tuttavia, il beneficio per l’alloggio, si precisa anche qui, è consentito per studenti universitari all’estero, purché nell’Unione Europea ovvero in uno Stato aderente all’accordo sulla Spazio Economico Europeo del 1992.

I canoni pagati dal familiare dello studente fiscalmente a carico, in tal caso, spettano in detrazione al famigliare stesso, ma dovrà essere comprovato documentalmente l’avvenuto pagamento effettivo.

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Spero di essere stato utile a risolvere i Suoi dubbi ma come sempre faccio, La invito a rivolgersi ad un esperto per i dettagli relativi allo Stato ove studiare, alla singola spesa da sostenere, alla tempistica, alle modalità ed alla documentazione.

Colgo poi l’occasione per rivolgere a Lei e, come di consueto, a tutti i nostri Lettori i migliori auguri di buone feste e di un felice 2023.

(Avv. Markus Wiget)