Vecchiaia e fiscalità: al voto un insolito compromesso

Il 19 maggio gli svizzeri sono chiamati alle urne, l’ultima volta prima delle elezioni di ottobre. Bocciate dal popolo nel 2017, riforma vecchiaia e riforma fiscale vengono sottoposte in un unico pacchetto, frutto di un compromesso del Parlamento.

Bocciate alle urne due anni fa, la terza riforma dell’imposizione delle imprese e la riforma della previdenza vecchiaia toccano sfide per loro natura incontestate, di cui la politica non può non occuparsi. Consiglio federale e Parlamento hanno così elaborato subito nuovi progetti che riprendessero gli elementi non controversi a livello popolare, smussando invece i punti più critici.

Riforma fiscale necessaria
Le misure fiscali mirano a rafforzare la competitività delle aziende elvetiche e soprattutto compensare l’abolizione dei privilegi fiscali di cui godono le imprese con statuto speciale attive in Svizzera. Questi privilegi sono da tempo nel mirino di OCSE e UE poiché considerati problematici nell’ambito della concorrenza fiscale internazionale. La minaccia da parte degli organi internazionali di relegare la Svizzera in una lista nera hanno dato avvio al progetto, per il quale in futuro tutte le imprese, che si tratti di grandi gruppi o di PMI, saranno tassate alle stesse condizioni. Tra le diverse misure previste spiccano l’introduzione delle cosiddette patent box, attraverso le quali gli utili derivanti da innovazioni saranno tassati meno, ma anche la possibilità per i Cantoni di concedere deduzioni fino al 50% delle spese per la ricerca e lo sviluppo.

Sfide demografiche per l’AVS
Parallelamente, la situazione finanziaria dell’AVS peggiora di anno in anno a causa dell’invecchiamento della popolazione. Occorre dunque intervenire e il progetto in votazione garantisce, a partire dall’anno prossimo, un finanziamento supplementare di due miliardi di franchi. A contribuire nella cassa dell’AVS vi sarebbe la Confederazione (circa 800 milioni) e le imprese e gli assicurati (con 1,2 miliardi). Il progetto consente di ridurre nettamente il deficit di finanziamento dell’AVS, ma non mette al riparo l’assicurazione da riforme strutturali che ne garantirebbero la sostenibilità a lungo termine.

Ampio fronte di sostegno al compromesso
Il Consiglio federale, il Parlamento, i Cantoni, le organizzazioni economiche, i sindacati e la maggioranza dei partiti (PLR, PPD, PS, PBD) sono favorevoli al progetto in votazione. Secondo loro esso risponde a due problemi urgenti e permette di adeguare al più presto le regole fiscali per le imprese a statuto speciale alle norme internazionali. Inoltre, il progetto è un consenso tra forze politiche che permette di uscire dal vicolo cieco dopo i rifiuti popolari del 2017.

Verdi e (parte) della sinistra contrari
Il voto popolare sulla RFFA fa seguito ad un referendum lanciato dai Verdi e alcune fazioni minoritarie di sinistra. Per loro è particolarmente problematica la questione fiscale: secondo loro la compensazione sociale dell’AVS non giustifica una riforma fiscale che permetterebbe alle imprese di tassare solo una parte degli utili. Infine, è da indicare che, nonostante il dossier fiscale sia di competenza del Consigliere federale Ueli Maurer, tra gli scettici vi è anche l’UDC – la maggioranza dei deputati ha rifiutato il pacchetto in Parlamento.

Angelo Geninazzi
REDATTORE

Dopo il fallimento alle urne nel 2017, la RFFA affronta il finanziamento dell’AVS

Contrariamente alla sua UDC, il Consigliere federale Ueli Maurer è un fautore del compromesso raggiunto alle Camere.

Sotto pressione da UE e OCSE, la fiscalità delle imprese a statuto speciale va rivista al più presto.

RFFA unisce i progetti

Con la legge federale concernente la riforma fiscale e il finanziamento dell’AVS (RFFA), Governo e Parlamento tengono conto dello scetticismo popolare espresso nelle consultazioni popolari sui due temi nel 2017. Il ragionamento per l’unione dei temi è semplice: il finanziamento supplementare dell’AVS permette la compensazione sociale dello sgravio fiscale per le imprese, come richiesto soprattutto dai comuni.

Fatti & Cifre

+ 59,1%: è la quota di NO con cui il popolo ha respinto il 12 febbraio 2017 la Riforma fiscale delle imprese III.

+ 2357 voti: con questo scarto è stato bocciato il 24.9.2017 il finanziamento supplementare dell’AVS attraverso l’aumento dell’IVA. Lo stesso giorno il popolo ha rifiutato con il 52,7% la Previdenza vecchiaia 2020.

+ Governo e Parlamento raccomandano di votare sì alla RFFA. Il Consiglio degli Stati l’ha approvata con 39 voti a favore, 4 contrari e 2 astensioni e il Consiglio nazionale con 112 voti a favore, 67 contrari e 11 astensioni.

+ 800 milioni: con questo importo la Confederazione parteciperebbe al finanziamento supplementare dell’AVS.

+ 3,6 miliardi di franchi: questo è il gettito fiscale assicurato oggi dalle imprese a statuto speciale, la cui tassazione è invisa a UE e OCSE. Questo equivale circa alla metà delle imposte totali sugli utili.

+ 47,6%: è la quota di spese in ricerca e sviluppo delle imprese a statuto speciale rispetto al totale delle spese.