Cristina Coli, responsabile Regione Toscana e organizzatrice del Congresso di Firenze 2020
Cristina, sei legata alla Svizzera e se sì in che modo?
Sì, sono molto legata alla Svizzera, nonostante non ci abbia mai abitato. Più che altro la ritengo il mio paese di vacanza per eccellenza, visto che ogni estate passo qualche settimana dai miei zii e cugini. Inoltre, ho la fortuna di parlare lo svizzero tedesco, quindi mi sento molto a mio agio, quasi a casa, e riesco a fuggire senza rammarico da una Firenze caldissima e affollata.
Cosa ti spinge ad impegnarti nell’ambito dell’UGS?
Ci sono vari motivi per il mio interesse verso l’UGS.
È un ambiente molto propositivo e nuovo, che mi ha portato a conoscere tante persone diverse che altrimenti non avrei mai pensato di incontrare. Inoltre, è davvero impressionante vedere come siamo tutti stati caratterizzati da due culture vicine e così diverse fra loro. Infine, l’UGS ci sta offrendo tante possibilità di formazione e di divertimento, proponendo sempre temi nuovi per i congressi e grazie a questo ho anche la fortuna di vedere nuove città.
Ti interessa la politica o lo sport svizzero e li segui in modo attivo?
No, devo dire che non sono particolarmente interessata a nessuno dei due ambiti. La politica svizzera mi è abbastanza estranea, ma il fatto che ogni mese ci arrivino buste zeppe di volantini e informazioni su referendum e votazioni varie, ci tiene abbastanza aggiornati su quello che avviene. Inoltre, ho iniziato ad ascoltare la radio svizzera, sia per curiosità generale che per migliorare il mio tedesco e paradossalmente ho ascoltato più notizie sulla politica italiana che su quella svizzera. Per quanto riguarda lo sport, sono “costretta” a seguire il calcio svizzero, soprattutto quando è in gioco la nazionale, data la passione di mio padre per il calcio; personalmente, sono più incuriosita dall’Ice Hockey, così amato in Svizzera e cosi poco conosciuto in Italia.
Come è percepita la Svizzera dai tuoi amici e dai tuoi conoscenti?
Cioccolata e formaggio. Beh, devo dire che questa loro grande opinione della Svizzera è colpa soprattutto mia. Dopo i soggiorni dai miei parenti e le mie vacanze in Svizzera, al ritorno porto sempre dei pensierini per i miei amici, e spesso consistono in cioccolate di vario tipo oppure in un invito a casa nostra per una cena a base di Raclette originale.
Cosa ti piace particolarmente della Svizzera...
Come ho già detto, la Svizzera è il mio posto di vacanza e quindi mi piace in generale. Una caratteristica che mi fa amare la Svizzera è il suo rapporto con la natura. Non bisogna mai allontanarsi più di una mezzora con i mezzi pubblici che siano un treno o semplicemente un tram, che già si è immersi in un bosco o ai piedi di una montagna, piena di sentieri ben segnati che portano a una vista mozzafiato.
... e cosa invece ti disturba dell’Italia?
Una delle caratteristiche che più mi disturba dell’Italia è sicuramente la disorganizzazione costante e il ritardo cronico. Posso capire che ci siano imprevisti sempre e comunque, ma lasciare sempre troppe opzioni aperte e organizzare le attività all’ultimo fa sempre una brutta figura. Inoltre, per quanto riguarda l’educazione scolastica italiana sono abbastanza scettica. Ci sono tante opzioni per raggiungere differenti obiettivi, ma tutti si basano esclusivamente su un piano di studi preciso e senza una possibilità di differenziare e le attività fuori dal nostro percorso di carriera vengono spesso sottovalutate (impegni attivi in organizzazioni differenti, sport, volontariato...).
Cosa pensi che potrebbe “copiare” invece la Svizzera dalla cultura italiana? E vice versa?
L’Italia dovrebbe iniziare a prendere spunto dall’organizzazione dei mezzi di trasporto svizzeri, che sono sempre efficienti e puntuali, oltre che puliti e affidabili. Inoltre, come già accennato prima, preferisco il percorso di studi vario e ampio che offre il sistema scolastico svizzero. A parte questo preferisco il senso dell’umorismo e il modo di fare amichevole dell’Italia. Non dico sia assente in Svizzera, ma è totalmente diverso da quello a cui sono abituata e mi ritrovo più in quello italiano.
Hai qualche aneddoto divertente o situazione buffa da raccontare riguardo al tuo essere svizzero e italiano?
Non è esattamente divertente per me, ma spesso mi vedo “negata” l’essere italiana. Mi spiego: assomiglio molto a mia mamma, soprattutto per quello che riguarda i miei “colori” (ho i capelli e la carnagione molto chiari). Nei miei viaggi all’estero quindi, parlando con persone del posto o altri turisti, spesso si paragona il posto al proprio luogo d’origine e quando scoprono che sono italiana spesso o non mi credono oppure chiedono spiegazioni, e mi trovo quasi sempre obbligata a precisare che sono ANCHE svizzera...
Quando avevo circa tredici anni ero ad un campo degli scout e, come di norma, ci cucinavamo da soli da mangiare sul fuoco, divisi in gruppetti di sei o sette ragazzi. La ragazza più grande di uno di questi gruppetti, chiese ad una compagna di passarle “la svizzera”, al che lei si voltò e a gran voce urlò il mio nome per tutto il campo. Arrivai a corsa e una volta lì, si chiari l’equivoco: volevano cucinare “la svizzera” altrimenti conosciuta come hamburger! Ancora oggi questa storia viene raccontata tutte le volte che si cucina una “svizzera”.
Cosa saresti felice di ricevere dalla comunità dei giovani svizzeri in Italia e come pensi che potresti contribuire al meglio?
Attraverso l’UGS spero di poter rafforzare il mio legame con la Svizzera e ampliarlo anche verso “nuovi orizzonti”, così da non vederlo più solo come un tramite con la mia famiglia e i miei amici laggiù, ma anche come un possibile proseguimento e approfondimento dei miei studi e magari come trampolino di lancio nel mondo del lavoro.
Sinceramente non so come potrei contribuire, se non con la mia partecipazione attiva e nell’organizzazione gli eventi dell’UGS. Credo molto in questa realtà che si è creata e che si sta espandendo e ci metterò sempre impegno ed entusiasmo.
Qualche esempio? Sto organizzando, in qualità di membro del Comitato UGS e Responsabile della Regione Toscana il Congresso di Firenze di sabato 16 e domenica 17 maggio 2020 assieme al Circolo Svizzero di Firenze al quale siete tutti caldamente invitati!
Infine, in quanto svizzeri di seconda generazione e portatori di un bagaglio multiculturale, cosa pensi che potreste apportare ai vostri stati di appartenenza?
L’essere cresciuti tra due culture molto diverse permette di guardare tutto con occhio critico, ma non gratuitamente polemico, proprio perché affezionati ad entrambe le realtà. Non si ha la tentazione di far primeggiare, per patriottismo, nessuna delle due culture sull’altra: se una questione ci risulta meno adatta, perché si è a conoscenza di un’altra variante più calzante o corretta, allora lo si fa notare, se invece si rimane positivamente stupiti o esterrefatti da qualcosa, non abbiamo problemi ad affermarlo. Ecco, forse quello che possiamo offrire è semplicemente la verità genuina su quello che viviamo ogni giorno nei due paesi.
Cristina Coli
Membro del comitato UGS e Responsabile della regione Toscana
Per info su UGS scrivere a unionegiovanisvizzeri@gmail.com o via whatsapp al +39 335 5331270.
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