Gentili Signori Engeler & Pogliani!
Ho letto il vostro articolo! Siete ammirabili nel riempire le lacune d’informazioni! Io consiglierei alla signora di Fossano di prendere l’iter giuridico per ottenere soddisfazione! Se non sbaglio, c’è anche un “ombudsman” delle assicurazioni - l’AVS è niente altro che una assicurazione! Piegarsi ad un verdetto così stupido non aiuta nessuno!
Ho capito dalla lettera della Signora che si é trasferita a Fossano: “mi hanno (LAMAL) risposto, che la scadenza dei tre mesi dopo la prima rata ricevuta dalla cassa di compensazione di Ginevra era passata .....” Questo scritto della LAMAL è leggermente diverso di quello che voi mettete in pagina: “... condizione è di richiedere l’esenzione dell’obbligo assicurativo in Svizzera entro tre mesi dopo aver preso residenza in Italia (o dopo aver maturato il diritto alla rendita AVS)”!
La domanda: qual è “interpretazione giusta”?
Cosa fanno quelli che dimenticano di chiedere la rendita AVS?
Cosa fanno quelli, che percepiscono una rendita AVS magrissima (esempio: sposa che non ha mai lavorato e contribuito {l’obbligo di assicurarsi come NON-Lavoratore o casalinga/-o in Svizzera non è tanto vecchio - e non conta per i Svizzeri residenti all’estero}, ma hanno il diritto a una rendita)? Se non sbaglio, la contribuzione volontaria, come ha fatta mia moglie con 18 anni da Milano non è più possibile! Allora vanno con un cartellone in strada per chiedere elemosina!
Se vogliamo prendere un caso teoretico: Lavoratore/-trice dipendente, la sua/o vita professionale in CH (12 anni) ma molto di più nello spazio UE, in totale (più di 20 anni in FRA, F e GB), deve allora assicurarsi in 4 paesi diversi se prende residenza in Italia! Di più come viene fuori del caso e delle iniziative che avete intrapreso: Le amministrazioni svizzere non si interessano per niente a noi, conta solo che i soldi arrivano in Svizzera!
B.
Successivamente abbiamo ricevuto un’altra mail:
Ho avuto conferma, che le info date da Engeler e Pogliani NON sono del tutto esatte!
Bastava a chiedere a Olten per avere l’info completa che chiedo siano pubblicate nella Gazzetta Svizzera (vedi l’allegato)!
Chiedo inoltre di informare la lettrice di Fossano - non è detto che lei eventualmente abbia automaticamente diritto all’esonero!
B.
Caro lettore,
capiamo il Suo sfogo, perché la materia è complessa. Anche se non condividiamo le sue conclusioni, ci dà l’occasione di spiegare ai lettori il perché simili constatazioni vengono portate regolarmente a nostra conoscenza, anche se in forma meno appassionata.
Premettiamo che la Svizzera fa parecchio per i suoi connazionali all’estero, nominiamo soltanto
- Il diritto di voto per corrispondenza
- La legge sull’aiuto degli svizzeri all’estero (mononazionali) in difficoltà economiche – come uno dei pochi paesi del mondo
- Il finanziamento parziale della Gazzetta Svizzera, in quanto paga per la pubblicazione delle notizie ufficiali che appaiono 5-6 volte all’anno
- Il sovvenzionamento dell’Organizzazione degli Svizzeri all’Estero a Berna (OSE) che difende i nostri interessi nella patria, dei campi per bambini e giovani estivi ed invernali in Svizzera, per le scuole svizzere all’estero (cinque in Italia!)
I problemi che lei giustamente nomina sono conseguenze degli accordi bilaterali tra la Comunità Europea e la Svizzera entrati in vigore nel 2001. Questi hanno portati grandi vantaggi per gli svizzeri ivi residenti, per esempio
- Abolizione del permesso di soggiorno (si ricorda le code in Questura?)
- Abolizione del permesso di lavoro
- Riconoscimento di molti diplomi professionali
ma anche diversi peggioramenti e/o complicazioni, in particolare nel settore delle assicurazioni sociali, i più importanti dei quali sono oggetto della sua missiva. Come dicono gli inglesi: “There is no free lunch.”
AVS: La difesa dell’AVS facoltativa fu una delle più grandi battaglie politiche che l’OSE ha condotto (del quale il Collegamento Svizzero fa parte attivamente), Robert Engeler quale consigliere dell’OSE in prima persona. Il progetto del Governo prevedeva la totale abolizione dell’AVS facoltativa a partire da luglio 2001. Engeler ha difeso questa istituzione in vari incontri con la consigliera federale Ruth Dreyfuss e in una commissione parlamentare delle assicurazioni sociali, facendo presente le conseguenze, in primo luogo per le persone viventi in condizioni ristrette e quindi quella nominata da Lei. (Per evitare di chiedere elemosine, si devono investire i soldi che si contribuiva all’AVS - se possibile, qualcosa in più - in una casa, un’assicurazione vita o di pensione ecc.)
Obiettivamente, con l’adesione alla libertà di circolazione delle persone tra CE e Svizzera, il sistema precedente non poteva essere mantenuto tale quale per gli svizzeri residenti nella CE e AELS. Avevamo presentato molte proposte, anche per un sistema diverso e fattibile per tutti. Purtroppo quest’ultima e più importante proposta non ha superato la resistenza dell’amministrazione federale e politica. La forte difesa dell’OSE aveva tuttavia permesso diversi miglioramenti:
- Possibilità per gli iscritti di continuare con le contribuzioni per altri sei anni e per gli oltre 50enni fino all’età della pensione
- Possibilità ai cittadini svizzeri residenti fuori CE e AELS di continuare e a quelli che lasciano la Svizzera per questi paesi di aderire all’AVS facoltativa se hanno contribuito obbligatoriamente per 5 anni in Svizzera (per via degli accordi bilaterali questa possibilità vale anche per i cittadini CE e AELS)
Ancora oggi, il tema dell’AVS facoltativa è sull’agenda dell’OSE, ma non si prevedono soluzioni a breve o medio termine.
Come Lei giustamente scrive e a differenza del sistema italiano – valido anche in moltissimi altri paesi – la contribuzione all’AVS è obbligatoria per tutti i residenti in Svizzera, con reddito di lavoro o meno. Ogni persona che ha contribuito all’AVS per un minimo di un anno ha diritto alla pensione AVS in relazione agli anni di contribuzione ed ai contributi.
Le mogli (o in qualche caso i mariti) che hanno soltanto lavorato in casa: al momento che il secondo coniuge va in pensione, i contributi di marito e moglie vengono sommati, diviso per due e la pensione calcolata per ciascuno in base a questo importo. Nell’assicurazione facoltativa ciò vale soltanto se i due coniugi (svizzeri) si erano iscritti.
Assicurazione malattia: Quello che il lettore di Fossano critica è un regolamento europeo al quale la Svizzera si è sottoposta concludendo i bilaterali. La critica non può andare al governo svizzero, tutt’al più al popolo: il popolo svizzero avrebbe avuto la possibilità di non accettare gli accordi bilaterali. Valeva la pena, soprattutto visto come svizzero vivente in un paese CE?
Lo stesso (regolamento europeo) vale per le 4 pensioni per chi ha lavorato in 4 paesi diversi. In questo caso, il peggioramento è relativo: prima dei regolamenti europei, solo pochi paesi permettevano il trasferimento dei contributi da un paese all’altro. Anche in passato si avevano quattro, magari solo tre pensioni diverse.
In risposta al suo secondo messaggio, Le posso assicurare che il lettore di Fossano ha ricevuto la risposta giusta. La nota della LAMAL contiene un’informazione aggiuntiva utile per altri casi, rarissimi tra i nostri lettori, che aggiungiamo qui – oltre a pubblicare la nota intera LAMAL:
“Persone che percepiscono un’altra pensione da un altro Stato dell’UE / AELS oltre alla propria pensione svizzera sono soggette all’assicurazione obbligatoria svizzera solo se hanno pagato più a lungo la pensione svizzera. Se i contributi sono stati versati più a lungo nell’altro Stato UE / AELS, esiste un’assicurazione obbligatoria nello stesso Stato e non è necessario presentare una domanda di esenzione”
Le nostre risposte si riferiscono sempre al caso in esame; allarghiamo la nostra risposta soltanto quando il problema riguarda altri casi frequenti. Diversamente diventeremmo lunghissimi e talvolta difficilmente comprensibili.
Da alcuni anni, la comunità europea non aggiorna gli accordi bilaterali né è disposta a concludere nuovi accordi finché la Svizzera non firmerà un accordo istituzionale (anche chiamato accordo quadro) regolando definitivamente i relativi rapporti. Da un lato, si avrà più certezza per i rapporti futuri, d’altro canto risulteranno importanti riduzioni all’autonomia della Svizzera. A chi oggi critica già le regole europee odierne che la Svizzera ha adottato finora consigliamo di valutare molto bene le conseguenze di un accordo istituzionale che molto probabilmente verrà sottoposto al popolo svizzero nei prossimi due anni.
Infine: non si può trasferire in un altro paese e godersi tutti i vantaggi della nuova residenza aggiunto a tutti quelli della Svizzera!
Un cordiale saluto
Robert Engeler
Avv. Andrea Pogliani