Durante il mese di ottobre si posizionano i diversi candidati per la successione.
Sembrava ormai chiaro che avrebbe concluso il suo mandato di consigliere federale dopo le elezioni del 2023. Invece, Ueli Maurer, sulle cui dimissioni si speculava da vario tempo, ha deciso di uscire di scena con un anno d'anticipo, nel corso del suo quarto mandato in governo. Lo zurighese, 71 anni, termina in dicembre il suo mandato nel Governo dopo 14 anni.
La stampa svizzera ha commentato le dimissioni di Maurer sottolineando come si sia sempre destreggiato abilmente tra collegialità e fedeltà al proprio partito – l’Unione Democratica di Centro UDC – di cui era residente prima di entrare, nel 2008, nell'esecutivo federale. Questa abilità si è palesata in modo particolare durante la crisi del coronavirus in cui è stato attore quale ministro delle finanze attraverso la concessione di fideiussioni alle imprese in seno al Governo, segnalando al contempo, spesso non solo tra le righe, la sua posizione contraria a confinamenti e misure di protezione della salute troppo accentuate.
Ministro delle finanze “tipicamente Svizzero”
I commenti dopo l’annuncio del ritiro di Maurer sono stati abbastanza unanimi nel valutare la sua seconda parte in Consiglio federale come quella in cui si è trovato maggiormente a suo agio. Dal 2016, quando ha ripreso le redini del dipartimento delle finanze – al termine di sette anni trascorsi quale responsabile del Dipartimento federale della difesa, della protezione della popolazione e dello sport (DDPS) – il contabile di formazione è subito sembrato rifiorire dopo il periodo non sempre facile quale ministro della difesa.
A livello di votazione in questo periodo si conta una sconfitta alle urne nel 2017, quando il popolo ha bocciato la terza riforma dell'imposizione delle imprese, che mirava ad aumentare l’attrattività fiscale per le grandi imprese. Nel 2019 però Maurer ha ottenuto la sua rivincita grazie a un pacchetto di riforma fiscale che ha combinato un contributo all'AVS.
Un ministro delle finanze sotto costante pressione (internazionale)
L’estero ha esercitato una costante pressione sui dossier fiscali e finanziari gestiti da Maurer. Dopo l’abbandono del segreto bancario e il passaggio allo scambio automatico di informazioni, Maurer era chiamato a posizionare la piazza finanziaria elvetica in modo innovativo e competente.
Subito dopo l’abbandono del tavolo dei negoziati relativi all’accordo quadro – sempre inviso all’UDC – Maurer ha convinto i suoi colleghi ad attivare il diritto d'urgenza per proteggere la piazza finanziaria dal mancato riconoscimento dell'equivalenza borsistica, ciò che nel frattempo ha dato i suoi frutti. Lo stesso abbandono dei negoziati con l’UE l’ha portato a moltiplicare i suoi viaggi all’estero, durante i quali però non è mai riuscito a dare il meglio di sé stesso.
A livello di politica interna, per contro, il suo approccio conservatore alle finanze pubbliche ha regolarmente trovato maggioranze borghesi in Parlamento. Sono stati vari i programmi di risparmio condotti, in parallelo a cifre di consuntivo rallegranti. Fatta astrazione dai debiti accumulati durante la pandemia di coronavirus. durante il suo periodo alle finanze sono stati ridotti ulteriormente i debiti della Confederazione.
Da 14 anni un Consigliere federale “vero UDC”, difficile da sostituire
Alla vigilia della sua elezione in Consiglio federale sono stati molti che temevano che Maurer diventasse un secondo Christoph Blocher in Governo, come testimonia anche la sua elezione con un solo voto di scarto con il contendente di allora, Hansjörg Walter. La “metamorfosi istituzionale” di Maurer lo ha però portato ad abbandonare i toni e la retorica provocatoria utilizzata ai tempi quale presidente del partito. I commentatori e politologi concludono che, malgrado un periodo poco brillante alla difesa, nella seconda parte del suo mandato Maurer è riuscito a farsi apprezzare oltre il suo schieramento politico grazie ad indiscutibile competenza. Per l'UDC – i cui ministri sono sempre confrontati al dualismo tra le posizioni di partito e la collegialità di Governo – non sarà facile sostituirlo.
Il dopo-Maurer: come si va avanti?
In seguito alle dimissioni di Ueli Maurer, il 7 dicembre prossimo l'Assemblea federale plenaria – il Consiglio nazionale e il Consiglio agli Stati, un totale di 246 parlamenti – sceglierà un nuovo consigliere federale in un'elezione sostitutiva. Il candidato prescelto, che avrà ottenuto la maggioranza assoluta, manterrà il seggio fino alla fine del mandato, nel dicembre 2023. In generale, i membri del Consiglio federale vengono eletti ogni quattro anni al termine della sessione invernale successiva al rinnovo completo del Consiglio nazionale.
In linea di principio il seggio non spetta per definizione all’UDC, malgrado il Partito abbia la percentuale maggiore di voti alle scorse elezioni federali (2019). Al momento della chiusura della Gazzetta però solo il partito dei Verdi sta riflettendo se proporre un suo candidato per fronteggiare i candidati che presenterà l’UDC. Da un sondaggio rappresentativo emerge che all’interno dei Verdi stessi vi sarebbero delle maggioranze per spingersi in questa direzione, ma che a livello di popolazione un simile passo non viene ritenuto opportuno.
In linea di principio la suddivisione dei seggi è determinata da una “formula magica” che prevede che i tre partiti maggiori dispongano di due seggi (oggi UDC, PS e PLR/PRD) e il quarto di un seggio (oggi “Il Centro”, ex PPD).
Quali candidati proporrà l’UDC?
Gli occhi sono dunque puntati sull’UDC, per capire quale/i sarà/saranno il/i nome/i che verranno sottoposti all’assemblea federale. Al momento della chiusura della redazione vi sono tre candidati che hanno segnalato la loro disponibilità. Si tratta del bernese Albert Rösti – già Presidente dell’UDC – e di Werner Salzmann, sempre proveniente del Canton Berna, nonché Heinz Tännler, ministro delle finanze del Canton Zugo. Le sezioni cantonali hanno però tempo fino al 21 ottobre per proporre i loro candidati alla commissione-cerca del partito. Nel frattempo molti “papabili” si sono però già ritirati dalla corsa: tra questi spiccano gli zurighesi Natalie Rickli e Gregor Rutz, come pure la figlia di Christoph Blocher, Magdalena Martullo Blocher. Alla lista si aggiungono anche Toni Brunner (presidente dell’UDC dopo Maurer e prima di Rösti), Franz Grüter, Diana Gutjahr, Marcel Dettling e la compagna di Toni Brunner, Esther Friedli.
Marco Chiesa, Presidente dell’UDC, conferma però che vi saranno altre persone disponibili e che il partito proporrà verosimilmente al voto un cosiddetto “ticket”, due candidati tra i quali l’Assemblea federale, il prossimo 7 dicembre, potrà scegliere. La Gazzetta riferirà dell’elezione nella sua edizione di gennaio.
Angelo Geninazzi
Composizione in Consiglio federale dal 1848
Fonte: Cancelleria federale © 2017 DSS e Marc Siegenthaler, Berna.
Ueli Maurer è senz’altro il Consigliere federale UDC che nel recente passato è riuscito a conciliare meglio la carica di ministro con le posizioni del partito.
Ueli Maurer in occasione di una sua presenza al WEF, qui con Klaus Schwab, l’iniziatore del forum di Davos.
Ueli Maurer ha incontrato nel maggio del 2019 l’allora Presidente degli Stati Uniti Donald Trump (nel suo Oval office). Tra gli argomenti trattati: un accordo di libero scambio USA-CH
I commentatori a Palazzo federale ritengono che al momento (metà ottobre 2022) le carte migliori per la successione di Maurer li abbia il bernese Albert Rösti
La scelta di quali candidati (uno, due o di regola al massimo tre) proporre all’Assemblea federale è dell’UDC. Le sezioni cantonali possono segnalare i propri candidati fino al 21 ottobre. L’assemblea federale non è però costretta a scegliere tra i candidati proposti.