Félix Baumann

Console generale di Svizzera a Milano, lascia l’incarico per una nuova sfida quale ambasciatore alla missione permanente elvetica presso le Nazioni Unite

Per tre anni e mezzo ha svolto il ruolo di Console generale a Milano, cosa porta con sé da questa esperienza e quale è il suo bilancio?
Sarò sempre grato per aver potuto rappresentare la Svizzera a Milano, al momento una delle città più dinamiche, vera e propria “place to be”. Dopo EXPO 2015, abbiamo continuato i nostri sforzi per diffondere l’immagine di una Svizzera innovativa, creativa e competitiva, mettendo allo stesso tempo l’accento sulla solidarietà e sui valori umanitari del Paese. Contrastando in modo valido i classici stereotipi e i luoghi comuni. Nel 2016 l’inaugurazione della galleria di base del San Gottardo è stata al centro della nostra comunicazione. Nel 2017 abbiamo lanciato la Swiss Design Map Milano, il cui scopo è di dare maggiore visibilità all’importante presenza di designer svizzeri. Insieme allo Swiss Business Hub abbiamo sostenuto molte piccole e medie imprese svizzere desiderose di stabilirsi in Italia. Abbiamo promosso le eccellenze svizzere nella gastronomia, nell’orologeria, nella moda sostenibile e nella logistica ferroviaria. Abbiamo anche trattato tematiche più trasversali come ad esempio la gestione transfrontaliera dell’acqua, la democrazia diretta e gli ultimi sopravvissuti svizzeri dell’Olocausto. Questa primavera, la Svizzera è stata Paese ospite d’onore alla fiera del libro per ragazzi a Bologna. Abbiamo approfittato di questo importante evento per lanciare una campagna di comunicazione destinata in particolare ai giovani. Infine, un posto sempre più importante è stato dato alla comunicazione sui social media (Facebook e Instagram).

Le relazioni tra Svizzera e Italia sono un tema sempreverde: a suo modo di vedere dove stanno i principali problemi da risolvere tra le due nazioni?
L’Italia è un partner fondamentale per la Svizzera: i due Paesi non condividono solamente una lingua, una cultura e, in parte una storia comune, ma l’Italia è anche il terzo partner commerciale della Svizzera. Nel 2018, il volume degli scambi, incluso quello dei servizi, è ulteriormente aumentato, avvicinandosi ai 50 miliardi di franchi svizzeri. In questi ultimi anni le relazioni bilaterali hanno conosciuto vari sviluppi significativi. Penso, ad esempio, all’entrata in vigore nel 2016 del nuovo accordo sulla cooperazione doganale e di polizia, che ha permesso recentemente la costituzione di pattuglie miste lungo il confine tra Ticino e Lombardia. Un altro progresso importante è lo sviluppo delle infrastrutture ferroviarie per terminare l’Alptransit a sud e per aumentare la capacità dei treni merci. Inoltre, la perforazione in corso del terzo valico completerà tra qualche anno il corridoio transalpino fino al porto di Genova.
Sicuramente si presentano ancora delle sfide: la Svizzera si aspetta che il nuovo accordo sull’imposizione dei lavoratori frontalieri, siglato nel 2015, venga ratificato dall’Italia. Un altro tema che preoccupa è l’accesso al mercato finanziario, cioè la possibilità per gli intermediari svizzeri di offrire servizi finanziari in Italia.

Dal punto di vista di Milano, come valuta lo stato delle relazioni transfrontaliere, in particolare tra Ticino e Lombardia?
La Svizzera e l’Italia condividono più di 740 km di frontiera comune, il confine terrestre più lungo per entrambi i Paesi, e per questo motivo le relazioni tra di loro sono quotidianamente intense. È un puzzle complesso tra attori statali e regionali: Berna e Roma, ma anche Bellinzona, Coira e Sion da un lato, e Milano, Torino, Aosta e Bolzano dall’altro. Un elemento positivo riscontrato è che la Regio Insubrica ha guadagnato statura come forum di discussione tra il Canton Ticino da una parte e le regioni Lombardia e Piemonte dall’altra. Il programma Interreg è lo strumento più importante per il coordinamento dei progetti concreti di collaborazione transfrontaliera. Un altro aspetto importante è dato dall’instaurazione di un dialogo regolare tra il Ticino e la Lombardia, a seguito della firma, nel dicembre 2018, di una road map che elenca un’intera serie di progetti di interesse comune nei settori dei trasporti, dell’ambiente, del mercato del lavoro, della fiscalità e ancora della cultura. Il nuovo collegamento ferroviario Mendrisio-Varese, inaugurato alla fine del 2017, offre ai molti lavoratori frontalieri della regione di Varese un’alternativa alla strada. Infine da qualche settimana Lugano è collegata ogni ora all’aeroporto di Malpensa senza dover effettuare cambi di treno.

L’attività del Consolato si svolge direttamente a contatto con gli Svizzeri all’estero: quali sono i problemi principali per i quali essi si rivolgono a Lei?
Con più di 32’000 cittadini svizzeri il Consolato generale a Milano è il quarto in termini di immatricolati svizzeri. Nel 2018 il Consolato ha gestito 1.800 richieste di documenti di identità, 80 domande per la naturalizzazione e ha fornito protezione consolare a 30 persone. Abbiamo l’ambizione di fornire dei servizi di qualità in modo da soddisfare al massimo i clienti. I nuovi strumenti online e i social media hanno permesso di facilitare numerose prestazioni. Allo stesso tempo cerchiamo anche di andare incontro ai cittadini: nel 2016 abbiamo offerto per la prima volta in Italia, a Genova, un servizio consolare “mobile”. Esperienza ripetuta a Padova, a Bologna e a Torino questo autunno. Organizziamo ogni anno una festa per i giovani svizzeri all’estero che raggiungono la maggior età in presenza di un ospite d’onore: per esempio nel 2017 la campionessa europea del 400m ostacoli, Lea Sprunger. Infine, naturalmente, manteniamo stretti contatti con le istituzioni svizzere in Italia: il Collegamento, i circoli svizzeri, le scuole e la Camera di commercio.

A partire da agosto si appresterà, quale ambasciatore, a difendere gli interessi della Svizzera in altri contesti. Cosa le mancherà della sua funzione attuale?
Mi mancherà interagire con un ambiente così variegato, come solo può succedere in un grande posto bilaterale come Milano. O la possibilità di risolvere i problemi concreti di un’impresa, di una compagnia di teatro o di un cittadino. I viaggi attraverso le regioni del Nord Italia, ognuna con le sue specificità ben particolari. Poi la vista della Madonnina presto la mattina, correndo per le strade del centro. O ancora il Centro Svizzero, vero gioiello della Confederazione all’estero.

Vi è un aneddoto particolare che vorrebbe raccontare o un auspicio da rivolgere agli Svizzeri in Italia?
Un giorno sono andato in viaggio di servizio in una città fuori Milano e da bravo Svizzero mi sono recato in treno. Quando mi son presentato davanti al portone dell’autorità che dovevo incontrare, il poliziotto mi ha chiesto: “Dov’è l’auto? Dov’è la scorta?”. È rimasto incredulo per il semplice fatto che io, Console generale, fossi venuto da solo. Il poliziotto piacevolmente stupito da questo mio “comportamento esemplare”, si è poi fatto una bella risata insieme a me.

Mi mancherà la possibilità di risolvere problemi concreti di imprese e cittadini.

Intervista: Gazzetta svizzera
(Giugno 2019)

Biografia Félix Baumann

Biografia: Félix Baumann nasce nel 1972 a Zurigo e frequenta le scuole a Losanna.

Gli studi: studia relazioni internazionali a Ginevra e ottiene poi un Master in direzione aziendale presso la SDA Bocconi a Milano.

Esperienza nel settore privato: prima di entrare al servizio del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) nel 2001, lavora per quattro anni per un’azienda americana di attrezzatture mediche.

Russia: è stato di stanza due volte presso l’Ambasciata di Svizzera a Mosca. Tra gli altri incarichi ha partecipato al negoziato che ha visto la Svizzera rappresentare gli interessi della Russia in Georgia (e vice versa) dopo il conflitto armato del 2008.

Strategia: prima di Milano, è stato dal 2011 al 2015 capo dello stato maggiore della Direzione delle risorse del DFAE a Berna. Ha partecipato a numerosi progetti con l’obiettivo di adattare la rete delle rappresentanze diplomatiche svizzere nel mondo alle esigenze attuali.

ONU: ad agosto avviene il passaggio dalla diplomazia bilaterale a quella multilaterale. Sarà Ambasciatore, capo della divisione multilaterale della Missione svizzera presso l’ONU a Ginevra e rappresentante permanente presso la conferenza sul disarmo.

Gli hobby: arte, design, jazz, mare & montagna, un bicchiere di vino con gli amici.