«L’inflazione è dannosa. La combattiamo in modo deciso»

La Gazzetta ha bisogno di te.

Cara lettrice, caro lettore online,
la Gazzetta Svizzera vive anche nella versione online soprattutto grazie ai contributi di lettrici e lettori. Grazie quindi per il tuo contributo, te ne siamo molto grati. Clicca sul bottone "donazione" per effettuare un pagamento con carta di credito o paypal. Nel caso di un bonifico clicca qui per i dettagli.

Intervista a Fabio Bossi, delegato della BNS nella Svizzera italiana.

La Banca nazionale Svizzera è l’istituzione indipendente che si occupa di garantire la stabilità dei prezzi, un compito non facile in tempi di grandi incertezze e cambiamenti strutturali. Sulla bocca di tutti, essa è confrontata a pressioni di vario genere. Abbiamo colto l’occasione per parlare con il delegato della BNS nella Svizzera italiana, il dr. Fabio Bossi, che ci ha raccontato quali sono le priorità della BNS e dove si trovano oggi le 1’040 tonnellate d’oro della banca.

Fabio Bossi, lei è delegato della BNS nella Svizzera italiana. In cosa consiste la sua attività? Noi otto delegati alle relazioni economiche regionali rappresentiamo la Banca nazionale nelle diverse regioni della Svizzera. Grazie ad incontri regolari con imprenditrici e imprenditori della nostra rispettiva regione teniamo aggiornata la direzione generale sull'andamento dell'economia nazionale. Allo stesso temp,o illustriamo a livello locale la politica monetaria della BNS a esponenti dell'economia, associazioni e autorità, nonché a studenti di scuole superiori, a universitari e al pubblico in generale.

Cosa implica lavorare per la BNS? La BNS offre opportunità professionali molto ampie. I delegati hanno la particolarità di essere in continuo contatto con persone esterne all’istituzione. Ciò impone un comportamento consono alla reputazione della stessa, la capacità di divulgare correttamente le informazioni destinate al pubblico e raccoglierne di preziose per le analisi della BNS. Riuscire a rendere comprensibile al grande pubblico la politica monetaria e il suo funzionamento è sicuramente molto appagante, così come sapersi adattare rapidamente e in modo adeguato alle diverse situazioni che si presentano durante le nostre visite aziendali e gli incontri pubblici. Allo stesso tempo, pur potendo contare sul prezioso supporto organizzativo e amministrativo delle nostre assistenti e sulle competenze presenti in seno alla BNS, occorre essere in grado di lavorare in modo indipendente.

Le banche centrali sono in prima linea nel combattere l’inflazione. Cosa fa la Banca nazionale svizzera per contrastare questo fenomeno? Un elevato livello d’inflazione è dannoso per i consumatori, ma anche per tutta l’economia, poiché limita la capacità di sfruttare appieno il potenziale di crescita. La BNS agisce quindi in modo determinato quando ritiene che il ritorno alla stabilità dei prezzi a medio termine sia a rischio. Lo fa adottando una politica monetaria restrittiva, principalmente alzando il proprio tasso guida. Senza un’azione decisa e precoce si corre infatti il rischio di dover ricorrere a un più brusco e forte aumento dei tassi d’interesse successivamente, determinando così una maggiore contrazione economica e situazioni. Non è quindi indugiando, che si “minimizzano i danni” dell’inflazione. La grande sfida sta piuttosto nell’agire con i giusti tempi e dosi di rialzo, in modo da ritornare alla stabilità dei prezzi senza penalizzare oltre misura la congiuntura.

Attualmente la parola “inflazione” è sulla bocca di tutti. Come se la passa la Svizzera in questo momento? Nel 2021 l’inflazione si è rifatta viva in modo importante anche in Svizzera, raggiungendo dei picchi superiori al 3% nell’estate 2022 e all’inizio di quest’anno. Pur rimanendo assai più moderata che in altri paesi, essa ha raggiunto livelli ben al di sopra dell’intervallo, tra lo 0 e il 2%, che la BNS assimila alla stabilità dei prezzi. Per questa ragione, già nel tardo autunno 2021 la BNS aveva iniziato a tollerare un certo rafforzamento nominale del franco svizzero, al fine di contenere la pressione inflazionistica proveniente dall’estero. Tra giugno 2022 e giugno 2023 il tasso guida BNS è poi stato alzato da -0,75% a 1,75%, al fine di contrastare l’inflazione elevata e il rischio di una sua persistenza a seguito degli effetti di secondo impatto. L’Esame trimestrale della situazione economica e monetaria di settembre ha indotto la BNS a mantenere invariato il suo tasso guida. Il netto inasprimento della politica monetaria nel corso dei trimestri precedenti contrasta infatti l’inflazione ancora presente. Sulla base della previsione condizionata, l’inflazione media annua sarà del 2,2% nel 2023 e 2024 e dell’1,9% nel 2025. L’attenzione della BNS rimane assolutamente incentrata sulla stabilità dei prezzi. Essa non esiterà, se necessario, a inasprire ulteriormente la sua politica monetaria per mantenere l’inflazione al di sotto del 2% in modo duraturo, ed è pure disposta ad agire all’occorrenza sul mercato dei cambi al fine di assicurare condizioni monetarie adeguate.

«Delle 1’040 tonnellate d'oro detenute in quantità invariata da diversi anni, circa il 70% è in Svizzera, il 20% è custodito presso la Bank of England e il 10% presso la Bank of Canada.»

In cosa si differenzia la politica della BNS da quella di altre banche centrali? Le principali banche centrali hanno come mandato prioritario il perseguimento della stabilità dei prezzi. La definizione di stabilità e l’attuazione della politica monetaria differiscono però da una banca all’altra. Ogni banca centrale deve inoltre tener conto della struttura economica del proprio paese. La BNS e la popolazione svizzera hanno sempre avuto una preferenza per un’inflazione bassa e ciò, unitamente al ruolo del franco come moneta rifugio, ha contribuito ad avere in Svizzera un’inflazione generalmente più bassa che all'estero. Essendo la Svizzera una piccola economia aperta, molto legata alla congiuntura internazionale, il tasso di cambio gioca infatti un ruolo più importante che in paesi dotati di un grande mercato interno.

Quali altri compiti ha la Banca Nazionale Svizzera? Oltre a perseguire come obiettivo prioritario la stabilità dei prezzi, tendendo conto dell'evoluzione congiunturale, la Legge federale sulla Banca nazionale svizzera prevede l’esecuzione di altri compiti: contribuire alla stabilità del sistema finanziario, approvvigionare con liquidità il mercato monetario del franco svizzero, garantire l’approvvigionamento di contanti, agevolare e garantire il buon funzionamento dei sistemi di pagamento senza contanti, e gestire le proprie riserve monetarie. Questo spiega perché presso la BNS siano attivi professionisti specializzati in discipline molte diverse tra loro.

Che ruolo gioca l’oro per la Banca Nazionale Svizzera? Il deposito delle riserve auree è di esclusiva responsabilità della BNS ed è previsto dall'art. 99 della Costituzione federale che prescrive alla Banca nazionale di detenere una parte delle proprie riserve monetarie anche sotto forma di oro. Le riserve auree fanno quindi parte delle riserve monetarie e perseguono finalità di politica monetaria. Delle 1’040 tonnellate d'oro detenute in quantità invariata da diversi anni, circa il 70% è in Svizzera, il 20% è custodito presso la Bank of England e il 10% presso la Bank of Canada.

Prima di prendere decisioni, su cosa basa il proprio operare la BNS? Le decisioni giungono a maturazione nei due giorni che precedono la pubblicazione dell’Esame trimestrale della situazione economica e monetaria, ma il lavoro di analisi svolto dagli specialisti è praticamente continuo. Le decisioni sono prese dai tre membri della direzione generale, in base a ciò che hanno potuto approfondire grazie al supporto di numerosi specialisti. La valutazione è molto ampia e comprende l’osservazione d’indicatori monetari, dei mercati finanziari, della congiuntura internazionale e nazionale, alla quale contribuiamo anche noi delegati, e naturalmente anche delle previsioni d’inflazione.

Nella sua attività quale delegato nella Svizzera italiana, è spesso a contatto con imprese sul confine italo-svizzero. Le realtà imprenditoriali svizzere quanto sono dipendenti dall’Italia e dalla relativa situazione economica? L’Italia è tra i più importanti mercati di sbocco e d’importazione per l’economia Svizzera e in particolare per la Svizzera italiana. Il mercato del lavoro della regione di confine è inoltre diventato esistenziale per l’economia ticinese, che è attualmente confrontata a penuria di personale. I lavoratori frontalieri sono storicamente attivi nell’industria e nel settore della costruzione, ma sempre di più anche nel settore dei servizi. La disponibilità di questi lavoratori ha sinora reso meno acuti i problemi di reclutamento nella Svizzera italiana, rispetto a quanto rilevato in altre regioni dai miei colleghi delegati. A fronte del progressivo invecchiamento della popolazione, vi sarà però presto un’accresciuta carenza di popolazione attiva che costringerà le aziende e i territori transfrontalieri a contendersi i lavoratori. Gli equilibri sul mercato del lavoro potrebbero quindi cambiare.

Osi una previsione: come si svilupperà la situazione sui mercati monetari, ad esempio il cambio tra franco ed euro nei prossimi mesi? La BNS non pubblica previsioni sui tassi di cambio. Per assicurare condizioni monetarie adeguate, negli ultimi trimestri essa ha proceduto a vendite di valuta estera, le quali comportano una riduzione degli averi a vista. Anche in futuro verrà venduta valuta estera, se opportuno dal punto di vista della politica monetaria. Viceversa la BNS è pronta ad acquistarne nel caso di un’eccessiva pressione all’apprezzamento del franco svizzero. Nel contesto attuale sono le vendite di valuta estera ad avere preminenza.

Biografia

Fabio Bossi è nato a Sorengo e cresciuto a Lugano, nel 1993 ha conseguito il diploma di maturità presso la Scuola Cantonale di Commercio di Bellinzona e nel 1998 la licenza in economia politica presso l’Università di Friborgo. Successivamente ha svolto attività di ricerca presso l’Istituto di Ricerche Economiche dell’Università della Svizzera italiana, presso la quale ha ottenuto il Dottorato in Scienze economiche. Dal 2006 al 2011 ha lavorato come consulente economico per il Dipartimento delle finanze e dell’economia del Cantone Ticino, contribuendo all’attuazione della politica regionale a livello cantonale. Dal 2011 è il delegato della Banca nazionale nella Svizzera italiana.