Ariane Rustichelli lascia l'Organizzazione degli Svizzeri all'estero (OSE), che ha guidato in un periodo ricco di cambiamenti. In occasione della sua partenza, desidera riassumere questa esperienza in poche parole chiave.
Pietre miliari
«I progressi sono diventati presto evidenti. Ma guardando indietro, ammiro ancora le pietre miliari che l'OSE ha contribuito a posare: ad esempio, la legge sugli svizzeri all'estero, dove siamo riusciti a garantire il mantenimento del registro degli svizzeri all'estero, ma anche un accesso più facile alle soluzioni bancarie per i nostri cittadini espatriati, e i nuovi test di voto elettronico per le votazioni federali.»
Dialogo
«Anche la creazione di un Parlamento dei giovani svizzeri all'estero è stata importante. L'YPSA contribuisce al dialogo di cui la “Quinta Svizzera” ha bisogno. Questa volontà di dialogo è illustrata anche dal nostro nuovo sito web, che attribuisce un posto centrale agli svizzeri all'estero e, così facendo, al principio fondamentale della Swisscommunity.»
Successo
«Quali sono i successi a cui ho contribuito come direttrice di OSE? Alla fine saranno gli altri a gudicare. Vorrei solo sottolineare che i successi sono il risultato di un duro lavoro. Prendiamo ad esempio l'imminente elezione del Consiglio degli Svizzeri all'estero (CSE): dimostra come l'OSE e le sue istituzioni si stiano sviluppando e come le persone si stiano impegnando per rendere tale sviluppo un successo. Il CSE non sarà solo più rappresentativo, ma anche meglio attrezzato per il futuro.»
Sviluppo
«La “Quinta Svizzera” non è una realtà uniforme e immutabile. È in continua evoluzione. In passato era la povertà a spingere gli svizzeri a emigrare. Oggi i giovani spesso trascorrono qualche anno all'estero per motivi professionali. A questo si aggiunge l'espatrio degli anziani. Dobbiamo comprendere queste dinamiche in evoluzione se vogliamo difendere e sostenere adeguatamente la grande comunità molto diversificata degli svizzeri all’estero.»
Sostegno
«Ci sono anche zone d'ombra. Il Parlamento svizzero, ad esempio, non è più solidale con gli svizzeri all'estero come un tempo. Alcuni dei suoi membri non vedono più il valore aggiunto della “Quinta Svizzera”. L'impressione è che la Svizzera stia diventando sempre più chiusa in sé stessa. Lo si vede, ad esempio, nel dibattito sulle rendite di vecchiaia. Sempre più spesso dovremo dimostrare che quel 10% di svizzeri che vive all'estero non sta approfittando del sistema.»
Sfide
«L’OSE è pronta per il futuro. Ma dovrà anche affrontare nuove sfide. Dovrà far fronte alla riduzione del sostegno finanziario da parte della Confederazione. Al contempo, i problemi da risolvere diventano sempre più complessi. Ma molte domande sul futuro sono concrete e tangibili. Ad esempio, dobbiamo lottare affinché la partecipazione politica della “Quinta Svizzera” non sia limitata, ma agevolata. Perché il diritto di elezione e di voto è un elemento chiave dell'identità svizzera, e la “Quinta Svizzera” contribuisce alla diversità di opinioni di cui la nostra democrazia ha bisogno.»
Gratitude
«La mia partenza è una nuova tappa. Una nuova tappa che porta con sé emozioni: gioia per le nuove esperienze che sto per fare e gratitudine per quelle che ho già fatto. Provo un profondo senso di gratitudine, soprattutto nei confronti di tutte le persone che hanno condiviso con me questi ultimi anni. Insieme, abbiamo rappresentato e difeso gli interessi degli svizzeri all'estero. E abbiamo dimostrato che uno sforzo collettivo può davvero fare la differenza.»

Ariane Rustichelli (51 anni) è entrata a far parte dell’OSE nel 2008 come responsabile marketing e comunicazione. Dal 2014 ha co-gestito il segretariato dell'OSE prima di essere nominata direttrice nel 2019. Dopo quasi 17 anni di lavoro per l'organizzazione, desidera ora dedicarsi a nuovi orizzonti personali e professionali. Il suo successore, eletto dal Consiglio dell'OSE, è Lukas Weber. Foto BAT
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