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Giovani e futuro

    Intervista a Luca Bonicalza

    1. Ciao Luca, qual è il tuo legame con la Svizzera? E com'è stato crescere a cavallo di due culture?

    «Come il vento che soffia un po' da qua e un po' da là anche noi abbiamo cose un po' da qua e un po' da là. Il caso – o la fortuna! – ha voluto che un po' del mio qua e là fosse svizzero e così sono cresciuto mescolando culture diverse, come d'altra parte tanti di noi.

    Sono socio dell'UGS e ho anche partecipato al comitato per un po' di anni, e questo mi ha aiutato veramente tanto a riconoscere certi aspetti del mio carattere che prima, invece, non capivo. Sono nato e cresciuto in Italia, svizzero di quinta generazione e l'ascolto delle mie origini mi ha aiutato a comprendermi e a migliorarmi. Per me la doppia cultura porta l'abilità di essere flessibili e sempre in equilibrio su un filo ben teso, tra le cose della vita.»

    1. Qual è stato il tuo iter accademico e professionale?

    «Io volevo fare l'ingegnere, probabilmente avrei scelto ingegneria aerospaziale, ma quando ho scoperto il magico mondo del cinema ho capito che qualcosa mi chiamava lì.

    Quello che sicuramente mi ha sempre affascinato è il fatto di non scegliere mai qualcosa da fare per tutta la vita, come invece mi era stato raccontato in altri campi: la possibilità di passare da un set all'altro in poco tempo, continuando a fare lo stesso lavoro, ma per sogni e con compagni di viaggio diversi, mi affascinava e mi faceva risuonare qualcosa dentro.

    Ho studiato regia, fotografia e montaggio sotto il consiglio del mio carissimo amico Mario Liguigli. È stato un periodo molto stimolante provare a fare tante cose diverse tutte legate allo stesso sogno del cinema! Ho anche avuto l'occasione di fare qualche set in Svizzera. Dopo lo studio sono entrato in noleggio per perfezionare le mie competenze tecniche, lì ho avuto la fortuna di conoscere Riccardo Lazzarini, il tecnico che diventò poi il mio mentore insegnandomi il mestiere.»

    1. Hai una passione di nicchia, ce la racconti?

    «È una passione che è anche il mio lavoro, mi sento veramente fortunato! Posso sicuramente dire di lavorare per il cinema, la televisione e la pubblicità, ma non vi aspettate di vedermi sul set. Sono il meccanico di cineprese e lenti: le riparo quando non funzionano, le calibro quando devono lavorare. Ho appreso questo mestiere in uno dei più grandi noleggi in Italia e poi ho continuato alla concorrenza, dove sono anche diventato responsabile dell'officina, prima di lasciare il lavoro da dipendente. È un lavoro molto di nicchia e stimolante: ogni riparazione è sempre diversa e unica e ci riesco non solo grazie alle mie abilità, ma spesso anche con tanta inventiva!

    È un lavoro molto svizzero, un lavoro di estrema precisione: si tratta di assemblaggi opto meccanici con precisione micrometrica!»

    1. Nonostante la giovane età, sei riuscito a fare della tua passione il tuo lavoro. Come ti sei mosso?

    «È un mestiere che ho appreso per caso perché non lo avevo premeditato e non lo conoscevo, ma mi è subito piaciuto! Ho imparato dai migliori tecnici in Italia: Lazzarini, Bernardini e Solina e ho avuto la fortuna di poter sperimentare e di essere curioso. Questa mia intraprendenza piace molto all'estero, e anche la mia capacità di risolvere i problemi: è così che ho una fitta rete di amicizie tecniche nel mondo stimate e che mi stimano.

    Lavorare ed essere aperto al mondo fa vivere tante più cose di quelle che ci andiamo a cercare: un giorno mi sono reso conto di non essere più adatto alla funzione lavorativa che coprivo ma che volevo essere io a scegliere io il mio percorso quotidiano.

    È stata dura: lasciare il lavoro mi sembrava impossibile, ma poi è stato facile. Oggi sono veramente orgoglioso di come spendo il mio tempo nel mio lavoro!»

    1. GoodsockVision, la tua attività. Di cosa ti occupi nello specifico?

    «Goodsock è l'Hitchcock della riparazione cinematografica. Si può dire che Goodsock Vision sia il leader italiano di riparazioni ottiche cinematografiche – forse anche perché l'unico! Offro ai miei clienti un servizio tecnico come quello dei noleggi top di gamma senza i relativi costi di una struttura interna. Se a questo ci aggiungiamo estrema specializzazione, sperimentazione e creatività è un servizio difficile da riprodurre.

    Offro riparazioni, controllo qualità dei macchinari, tarature ma anche produzioni custom o modifiche di parti meccaniche ed ottiche in tutto il mondo. Anzi il mondo del custom design è una fetta preponderante del mio lavoro, e su questo posso vantare clienti fino agli USA.

    Sto ampliando i servizi di supporto per i noleggi cinematografici anche attraverso un'app, la Goodsock app, che è già disponibile ma in profonda ristrutturazione per poter conquistare anche il mercato europeo.»

    1. Com'è il tuo settore in Svizzera? Differenze tra i tuoi due Paesi?

    «Sicuramente in Svizzera vi è una maggiore attenzione alla taratura della strumentazione, e si può immaginare perché!

    È un mercato per me interessante, sia per il servizio che posso offrire alle aziende svizzere ma anche come ritorno d'immagine per come questo posso mostrarlo ad altri clienti stranieri.»

    1. Da aprile inoltre è uscito il tuo primo libro. Di cosa parla?

    «Cinema rigenerato! È un manuale per l'implementazione di un servizio tecnico all'interno di piccole e medie aziende di noleggio cinematografico e ha avuto un ottimo successo al lancio su Amazon: è rimasto per diversi giorni come best seller della categoria! In questo libro spiego passo a passo come un'azienda può sviluppare il proprio servizio tecnico interno, ovvero senza che abbia necessità del mio diretto supporto. Anche se potrebbe sembrare un controsenso per la mia attività quello di raccontare come non lavorare con me, mi è servito per far conoscere il mio lavoro e la mia figura a tante aziende che non riuscivo a raggiungere. Talune stanno cercando di sviluppare un servizio all'interno, altre invece hanno capito la complessità della figura e comprano i miei servizi. Sono veramente molto orgoglioso e contento, anche perché mi è stata più volte richiesta la pubblicazione in inglese per il mercato europeo. Un bel progetto per il futuro!»

    1. Quali sono i tuoi obiettivi e progetti per il futuro?

    «Sono molto orgoglioso di annunciare che abbiamo appena presentato all'industria le cineprese 65mm più veloce al mondo: Kairos e Kronos. Queste speciali cineprese permetteranno a registi e direttori della fotografia affermati di girare riprese in slow motion, per effetti speciali! È un progetto molto particolare che ho portato avanti in assoluto riserbo quest'anno insieme al mio amico direttore della fotografia Max Losito e che ci porterà sui grandi set americani. Stiamo già ricevendo ottimi feedback dall'industria e stiamo stringendo interessanti partnership. Penso che questo grande progetto, che è ora in fase di rapida espansione, ci focalizzerà per i prossimi mesi, sicuramente per il prossimo anno. È anche vero che in parallelo sto portando avanti altri sviluppi di modifiche di cineprese ed obiettivi, progetti che vedranno la luce prossimamente e che mi porteranno a crescere ulteriormente come realtà aziendale.»

    1. Essendo per metà cittadino svizzero, pensi di prima o poi di fare qualcosa anche in territorio elvetico?

    «Se oggi un cliente mi chiama dal set di un film in qualunque parte dell'Europa io sono pronto a partire con la mia officina mobile per poter risolvere loro il problema direttamente sul luogo delle riprese. Se questo dovesse accadere in Svizzera, per poter effettuare una riparazione in loco ho bisogno, come ditta italiana, di annunciarmi con otto giorni in anticipo, mentre per l'esportazione temporanea del bene da riparare è prevista una doppia imposizione doganale. Sto lavorando per trovare una soluzione alla questione doganale perché attualmente non posso offrire un servizio interessante, cosa che invece mi interessa assai!»

    1. Quali consigli ti sentiresti di dare ai giovani che vogliono lanciarsi nell'aprire un'attività propria?

    «Ho letto poco tempo fa una bella intervista a Harrison Ford al quale è stata fatta la medesima domanda e di cui voglio fare mia la sua risposta – tuttavia vi consiglio di leggere la sua versione che è più emozionante.

    Consiglio di non avere fretta e di costruirsi una base solida. Come Ford che faceva il falegname mentre perseguiva il suo sogno di attore, così io faccio riparazioni per poter portare avanti i progetti di ricerca e sviluppo, che sono quello che mi piace di più. Costruirsi un piano di appoggio è fondamentale per rendere il proprio sogno sostenibile sul lungo periodo.»

    Nicola Magni

    TOP 3 A REGOLA D’ARTE!

    1. Non solo cioccolato

    Lo sapevate che la Svizzera è uno dei Paesi con la più alta densità di musei al mondo? Con oltre 980 strutture museali, il paese raggiunge una ricchezza espositiva ineguagliabile: arte antica, moderna e contemporanea, pittura, scultura, fotografia e design. A livello nazionale, gli interessi dei musei e delle associazioni museali regionali e cantonali sono rappresentati dall'Associazione dei Musei Svizzeri (AMS). Fondata nel 1996, come federazione dei musei svizzeri e del Principato del Liechtenstein, l'AMS ha sede a Zurigo. Nel 2016, per promuovere le attività dei principali musei svizzeri, è nata anche l’AMoS, l’associazione Art Museums of Switzerland, di cui fanno parte dieci musei di sette diverse città svizzere, tra cui la capitale Berna.

    1. Il quartiere delle gallerie di Zurigo

    Con riferimento alla capitale finanziaria della Svizzera, Zurigo, non tutti sanno che ha un quartiere dedicato all'arte: la zona intorno al Kunsthaus Zurich, il museo che possiede una delle più grandi collezioni di arte della Svizzera (tra cui la più grande raccolta di opere dell'artista Alberto Giacometti). La città conta, infatti, oltre 100 gallerie, le quali – quasi tutte – in occasione dello Zurich Art Weekend offrono per tre giorni un programma variegato ai visitatori per presentare le loro opere.

    1. Art Basel

    Art Basel è una delle più grandi fiere di arte moderna e contemporanea che dal 1970 si svolge ogni anno nel mese di giugno a Basilea (quest'anno lo scorso 13-16 giugno). Alla fiera estiva di Basilea, sono state affiancate, dal 2013, quella di marzo ad Hong Kong e, dal 2022 quella di ottobre a Parigi e di dicembre a Miami. Lo scopo è quello di creare un punto di incontro per artisti, collezionisti e per gli amanti del patrimonio artistico in generale.

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