Nicole sei legata alla Svizzera, in che modo?
«Sono legata alla Svizzera grazie a mio papà e a mia nonna. È da loro che ho “ereditato” la mia cittadinanza svizzera e non solo: hanno coltivato nel tempo legami molto forti con amici che hanno sempre considerato famiglia anche se non “di sangue” e con i quali anche io ho poi sviluppato un grande affetto e tutt’ora ho modo di andare a trovare quando capito in Svizzera. Mia nonna è cresciuta nella Svizzera tedesca, più precisamente a Lucerna, dove poi anche mio papà e le mie zie sono nate e hanno vissuto per alcuni anni lì, prima di trasferirsi in Italia.»
Credi che la tua doppia cultura incida ed influenzi il tuo lavoro?
«Non saprei dire se la mia doppia cultura incida attualmente sul mio lavoro o se lo farà in futuro. Attualmente lavoro come fotografa freelance anche se sto studiando per laurearmi in giurisprudenza. Sono due ambiti molto diversi, un po’ come le due culture a cui appartengo, ma penso che il bello sia poter fare entrambe le cose senza che l’una debba necessariamente escludere l’altra. Credo che sicuramente il fatto di appartenere a due culture diverse, l’avere avuto anche due genitori di differenti nazionalità (papà Italo-svizzero e mamma slovacca) sia stato d’aiuto per me anche in questo. Nel rendermi una persona più “flessibile” e aperta sia in ambito lavorativo che a livello relazionale, capendo che la diversità spesso può essere un valore aggiunto e un punto di forza sotto molti aspetti, invece che un limite.»
Ti interessa e segui lo sport e la scena culturale svizzera?
«A essere sincera non sono mai stata una grande fan dello sport, quindi non mi sono mai neanche troppo interessata allo sport svizzero. Per quanto riguarda la scena culturale devo ammettere che mi affascina anche perché la Svizzera è piena di tradizione e ha anche una ricca storia di folklore. Per esempio una cosa che mi ha sempre affascinato da piccola sono i loro festeggiamenti durante il carnevale, caratterizzati da bellissime parate con dei carri costruiti apposta per l’occasione e diversi di anno in anno, travestimenti e costumi eccezionali, definiti nel minimo dettaglio e bande di musicisti con festeggiamenti di ogni tipo.»
E la scena politica?
«Neanche sulla scena politica purtroppo sono molto informata, né che si tratti di quella italiana né quella svizzera, anche se mi piacerebbe migliorare questo aspetto anche perché ho apprezzato molto l’impegno che la Svizzera ha nel creare un forte senso civico con i suoi cittadini soprattutto al raggiungimento della maggiore età. Ricordo che appena compiuti 18 anni mi avevano mandato oltre alla scheda elettorale, un invito per un incontro in ambasciata a Roma per tutti i neo maggiorenni svizzeri in Italia dove ci spiegavano un pochino quelli che sono i diritti ma anche i doveri da adulti in Svizzera ed era stato molto utile oltre che interessante e divertente.»
Se avessi la possibilità di cenare con un personaggio pubblico svizzero ed uno italiano chi incontreresti e perché?
«Forse se avessi la possibilità di cenare con un personaggio pubblico svizzero sceglierei Federer. So che la scelta potrebbe sembrare scontata e anche controversa, visto che ho detto di non essere interessata allo sport, però sono cresciuta con mio papà che ha sempre avuto una grande passione per il tennis, dove Federer rappresentava un mito, quindi mi piacerebbe incontrarlo per lui e magari anche per capirne di più sul tennis, dato che mio papà ha sempre cercato di farmelo piacere (con scarsi risultati purtroppo). Mentre come personaggio pubblico italiano a essere sincera non mi viene in mente nessuno, però se avessi ancora la possibilità mi sarebbe piaciuto parlare con mio nonno per chiedergli com’era la Svizzera vista da un italiano negli anni ‘60-‘70.»
Com’è percepita la Svizzera dai tuoi amici e dai tuoi conoscenti?
«Diciamo che la Svizzera è percepita dai miei amici e conoscenti nel solito modo un po’ stereotipato: la ricchezza, gli orologi, la puntualità, i famosi coltellini e l’immancabile cioccolata, anche se con il tempo sto cercando di trasmettere e far capire che non si limita a questo ma può offrire molto altro: dai paesaggi mozzafiato dalla natura incontaminata a tantissima tradizione, eventi e iniziative di vario tipo.»
Hai qualche aneddoto divertente da raccontare sul tuo essere svizzero e italiano?
«Sono una svizzera-calabrese e fa molto ridere perché le persone appena mi conoscono immaginano che io sia iper puntuale per la mia metà svizzera e che sia abituata a interminabili tavolate di cibo calabrese nelle festività mentre è l’esatto opposto: sono una ritardataria cronica e sono cresciuta con latte e Caotina a colazione e piatti di bratwürst con knöpfli la domenica.»
Hai mai letto un classico della letteratura svizzera? Se sì quale?
«Purtroppo ancora non ho mai letto un classico della letteratura svizzera, rientra tra gli aspetti che vorrei approfondire.»
Cosa saresti felice di ricevere dalla comunità dei giovani svizzeri in Italia e come pensi di poter contribuire meglio?
«Penso che ognuno di noi possa ovviamente contribuire a migliorare la comunità; nel mio piccolo spero di poter allargare le mie conoscenze e di poter a mia volta condividere esperienze e amicizie e di imparare di più sulla Svizzera che rimane il collante che unisce un po’ tutti noi giovani svizzeri in Italia. Sono molto contenta di quello che stanno facendo perché personalmente mi sento di far parte di una comunità e di condividere molto con gli altri ragazzi che ne fanno parte; nonostante io non sia cresciuta in Svizzera è bello confrontarsi e vedere come ognuno vive il proprio legame con questo paese.»
Infine, se potessi avere un super potere, quale sceglieresti e perché?
«Non so se sia un super potere, ma mi piacerebbe sapere tutte le lingue del mondo. Il motivo è perché nonostante i miei genitori provengano da paesi diversi io purtroppo non ho ancora imparato nessuna delle due lingue (per fortuna sto cercando di rimediare adesso con dei corsi online) e quel che mi pesa di più è non aver avuto la possibilità di dialogare tranquillamente con i miei nonni materni che parlano solo slovacco quindi penso che se esistesse un super potere mi piacerebbe fosse questo.»
Elisabetta Agrelli
Andate ad Arosa per una visita al famoso sentiero degli scoiattoli! Lungo il sentiero si entra in contatto con i piccoli animali ai quali si può dar da mangiare e, allo stesso tempo, si legge la storia illustrata che descrive la vita dello scoiattolo. Per maggiori informazioni visitate il sito web https://arosalenzerheide.swiss/en/Arosa
Nemo Mettler, Nemothings su IG, rappresenterà la Svizzera alla 68a edizione dell’Eurovision Song Contest che si terrà a Malmö dal 7 all’11 maggio. Nato a Bienna nel 1999, Nemo è un musicista poliedrico: suona il pianoforte, il violino e la batteria. Dopo i successi Ke Bock e Himalaya, a soli 18 anni vince quattro Swiss Music Awards in una notte. I brani di Nemo sono famosi soprattutto per trattare importanti temi sociali come l’identità di genere e la salute mentale. Anche per quanto riguarda la canzone che porterà al concorso musicale più famoso d’Europa, il cantante biennese ha scelto di dare voce ai diritti della comunità LGBTQIA+. Il suo brano “The Code”, che unisce vari generi musicali come trap, drum’n bass e opera è un racconto autobiografico del suo processo di scoperta di essere genderqueer. Hopp Schwiiz!
Conosci le carte da gioco svizzere? Sono caratterizzate da semi specifici di origine estera. Nel gioco nazionale svizzero “jass” sono presenti due semi in comune con le carte tedesche (ghiande - Eicheln e campanelli - Schellen) e due semi differenti (scudi - Schilten e rose - Rosen). I valori vanno dal 6 al 9. Seguono la Bandiera (Banner) con valore di 10 e successivamente Under, Ober e König ed infine un Due che corrisponde al nostro asso. Nell’area francofona vengono utilizzate le carte francesi e nel Ticino viene usata una variante del mazzo lombardo nota nel Cantone come “carte da tresette”.
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