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«Senza la rete di contatti dei connazionali all’estero, la Svizzera sarebbe più povera a livello economico, politico e culturale»

    Intervista Alberto Fossati

    L'86° Congresso del Collegamento svizzero in Italia tenutosi a Lecce, ha segnato anche il cambio di presidenza del Collegamento stesso. Irène Beutler-Fauguel ha concluso la sua presidenza “interimistica” dopo che nel 2023 Regula Hilfiker, per incompatibilità di carica aveva rassegnato le dimissioni.

    Per almeno i prossimi 4 anni, il nuovo “primo cittadino svizzero” in Italia sarà Alberto Fossati, 64 anni, una vita nelle istituzioni svizzere, dove ha svolto numerosi compiti. La Gazzetta lo ha incontrato a margine del Congresso.

    1. Alberto Fossati, il suo curriculum di attività nell’ambito di istituzioni svizzere è impressionante: può riassumerci le tappe più significative?

    «Come a volte accade, si è coinvolti quasi casualmente in nuove iniziative. Avevo conosciuto, al circolo della Società svizzera di Milano, l’allora presidente della Società svizzera di Beneficenza, Giovanni Mari, figura storica della nostra comunità. Gli era interessato e piaciuto sia il mio impegno nel sociale, sia la mia attività professionale di organizzazione, e ovviamente il mio interesse per le istituzioni svizzere milanesi. Così mi coinvolse nel 2003 nel sodalizio, fino a farmi assumere la presidenza, su sua proposta, nel 2006. Nel Comitato era rappresentato il Consolato di Milano con Annamaria Guglielmetti, che nel 2007 mi propose di entrare nel Comitato della Fondazione Asilo Evangelico, oggi Fondazione La Residenza, una casa comunità svizzera in Italia per anziani autosufficienti che si trovava in condizioni economiche e organizzative non positive, di cui assunsi la presidenza nel 2009. E poi un susseguirsi di proposte, dovute fondamentalmente alla mia passione per le istituzioni che hanno a tema e a cuore le situazioni di fragilità delle persone, nel tentativo di dare risposte concrete a questi problemi. Quindi la Società svizzera di Milano, Swiss Chamber e il Collegamento svizzero in Italia dal 2015.»

    1. Cosa l’ha spinta ad assumere la carica di “primo cittadino svizzero” in Italia?

    «Innanzitutto una proposta comunitaria da parte dei miei colleghi di Comitato del Collegamento; l’obiettivo è quello di continuare a valorizzare il patrimonio culturale e di relazioni costruito in questi anni da Irene Beutler-Fauguel, che non deve essere disperso.»

    1. Come valuta oggi la salute delle istituzioni svizzere, in particolare dei circoli attivi nelle diverse regioni dell’Italia?

    «È una situazione a macchia di leopardo. Alcune istituzioni sono storicamente solide sia per il gruppo di soci che per le iniziative che propongono; altre, invece, hanno difficoltà a organizzare momenti conviviali adeguati all’età argentea dei soci. Tra le sfide rientra anche la mancanza di nuovi iscritti, a cui si aggiunge per molti il problema di trovare valide persone disponibili per succedere nella governance, arrivando purtroppo alla loro chiusura. Fortunatamente, però, permane una esplosiva capacità organizzativa da parte di tanti circoli, come il Circolo Svizzero del Salento, che quest’anno ha organizzato il riuscitissimo Congresso del Collegamento a Lecce.»

    1. Come può e deve il Collegamento svizzero in Italia rafforzare queste realtà e motivare i concittadini ad impegnarsi per la loro… origine?

    «La comunità degli svizzeri in Italia ha una lunga tradizione di presenza con organizzazioni stabili fin dalla prima metà dell’Ottocento ed è un patrimonio culturale e di relazioni che non deve disperdersi. Il Collegamento deve poter mettere in relazione le varie istituzioni e circoli per uno scambio di esperienze e di soluzioni alle sfide comuni che tutti stiamo affrontando: il calo dei soci, che sono sempre più anziani; stimolare interesse nei giovani valorizzando il legame tra generazioni e differenti esperienze culturali, consapevoli che il legame con la Confederazione non è più così stretto, anche se permane comunque un desiderio di conoscenza delle proprie radici che con il lavoro del Collegamento possiamo soddisfare. Da qui l’importanza di momenti come quello del Congresso annuale, che ci consente di conoscere le realtà territoriali in cui la comunità svizzera è presente in Italia.»

    1. Che ruolo gioca in questo contesto l’UGS?

    «Sono il nostro futuro! È un unicum questa esperienza di aggregazione di giovani svizzeri in un paese, nata dall’idea di due autorevoli presidenti, Irène Beutler-Fauguel del Collegamento svizzero e Arwed Büchi di Gazzetta Svizzera in Italia. Hanno visto lungo circa dieci anni orsono e hanno investito tempo e risorse per far sì che potesse nascere e crescere questo gruppo. I giovani saranno capaci di riorganizzare in modo diverso e più innovativo le modalità di incontro e di relazione grazie alla loro grande curiosità e desiderio di conoscere e di scambiare esperienze.»

    1. Quali sono a suo avviso le priorità che la politica svizzera deve affrontare in relazione alla “Quinta Svizzera”?

    «Innanzitutto una maggiore valorizzazione di questa importante e vasta comunità presente nel mondo che è la prima “ambasciatrice” della cultura e tradizione svizzera. L’ascolto delle istanze e delle sue necessità tramite l’OSE - Organizzazione degli svizzeri all’Estero, di cui in questi giorni si sono rinnovati i rappresentanti per il periodo 2025 – 2029. Una costante informazione relativa all’esercizio dei diritti politici, ma anche dei doveri, che è fortemente sentito da noi svizzeri all’estero e lo dimostra la continua crescita di coloro che esercitano il diritto di voto. Le nostre comunità mettono a disposizione un patrimonio di relazioni, conoscenze ed esperienze di cui la Svizzera potrebbe approfittare maggiormente. Senza la rete di contatti internazionali dei connazionali all’estero, la Svizzera sarebbe molto più povera a livello economico, politico e culturale. E anche in lungimiranza.»

    1. In passato lei è stato anche candidato al Consiglio nazionale su una delle sempre più frequenti liste di “Svizzeri all’estero” dei vari partiti cantonali. Ha l’impressione che, come Svizzeri all’estero, veniate “sfruttati elettoralmente” e poi dimenticati nei temi concreti?

    «L’attenzione che ci viene dimostrata nel momento elettorale ha un netto calo una volta terminato il periodo di voto. Probabilmente sta anche a noi rimanere in contatto, aggiornarci, essere propositivi di iniziative che continuino nel tempo. Resta però la soddisfazione, in un caso, di come la nostra piccola percentuale di voti ottenuti abbia permesso alla lista di collegamento in patria di raggiungere il quorum necessario per mantenere un secondo seggio a Berna.»

    1. Se potesse esprimere un solo desiderio, in vista del suo nuovo compito, quale sarebbe?

    «Riuscire con la squadra del Comitato a contribuire a mantenere attivi i circoli e le istituzioni svizzere in Italia grazie anche a una forte rete di relazioni oltre confine, con modalità organizzative e di governance innovative di cui vanno ancora definiti i perimetri, valorizzando esperienze e desideri sia di coloro che sono stanziali in Italia che di coloro, soprattutto giovani, più propensi a una mobilità internazionale.»

    1. E quali strumenti metterà in campo per raggiungere questi obiettivi?

    «L’ascolto, il dialogo, la partecipazione e il coinvolgimento: quando si gioca in squadra, nella complementarietà, e pure nella complessità, si vince.»

    Il Collegamento Svizzero in Italia raggruppa tutte le istituzioni private svizzere in Italia:

    circoli, società di beneficenza, scuole e chiese per un totale di 61 istituzioni. L’“associazione mantello” si occupa così di collegare le istituzioni tra di loro, favorirne la nascita di nuove, facilitare lo scambio di informazioni ed esperienze tra le istituzioni o aiutarle in caso di difficoltà organizzative. Ma non solo: nei compiti del Collegamento rientra anche quello di informare i cittadini svizzeri residenti in Italia sui principali avvenimenti in Svizzera e sui fatti italiani di particolare interesse, tramite la Gazzetta Svizzera, i circoli ed il Congresso annuale del Collegamento, così come mantenere e rafforzare i vincoli tra gli svizzeri residenti in Italia e tra questi e la Svizzera. Nel corso degli anni ha inoltre guadagnato sempre più importanza il sostegno dei giovani svizzeri in Italia.

    Impegnato per la comunità (soprattutto svizzera) a 360°: Alberto Fossati

    Un momento del passaggio di consegne tra Irène Beutler-Fauguel e Alberto Fossati ai vertici del Collegamento svizzero in Italia.

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