Carl Gustav Jung uno svizzero ancora attuale

I periodi difficili invitano a indagare le nostre fragilità e portano con sé la speranza di un cambiamento personale e collettivo

Non tutti i mali vengono per nuocere, anche se questi mali sono assai duri da comprendere e sopportare e risultano, al contrario del proverbio “mal comune mezzo gaudio”, ancor più stranianti e spaventosi perché colpiscono una enorme comunità umana.

Auspicando che la precauzionale limitazione della libertà personale, in corso al momento di questo scritto, venga a cessare, occorre cercare di dare un senso al caos. Magari elaborando pensieri e azioni volte a migliorare in qualche modo la propria situazione.

Da esistenze standardizzate - dove la maggior parte degli individui intreccia fittizi e lontani scambi personali su facebook (peggio che stare a un metro di distanza delle misure anti-coronavirus) - qualcuno, capace di andare oltre il panico, sta scoprendo che le giornate sono state improvvisamente invase da un prezioso e bistrattato ospite, dimenticato appena dopo la prima infanzia: il tempo.
La maggior parte dei contemporanei occidentali non è più abituata ad averne tanto a disposizione.

Parecchie persone stanno utilizzando le giornate, nel tentativo di ovviare alla paura e al senso di assurdità di una situazione mai vissuta prima, per riflettere sul mondo e su se stesse. Si riprendono in mano vecchi libri e si riscoprono concetti e indicazioni che fanno bene allo spirito. Anche il web offre in lettura, e attraverso interessanti video, le esperienze di grandi ricercatori e saggi - scientifici o spirituali di tutte le epoche - utili da conoscere e seguire.

Nell’odierna vicenda è in ballo non solo la salute del corpo, bensì anche quella della psiche, dello spirito o anima, comunque la si voglia chiamare.
Perché quando la psiche è forte e leggera insieme, il sistema immunitario coopera meglio nella difesa del corpo.

Tra le maggiori figure che ci hanno consegnato questo tipo di concetti, vi è quella di uno svizzero celebre in tutto il mondo: lo psicanalista e filosofo Carl Gustav Jung. Con lui, approfittiamo per accennare a concetti noti ma che vale la pena di ricordare.

Il pericolo del morbo e il sovvertimento di alcune certezze generano debolezza, buio, crisi interiore. Jung invita ad approfondire questi aspetti che abitano ogni individuo (e che restano sopiti in tempi tranquilli) per trasformare le nostre fragilità in poteri. Se non portiamo alla luce le nostre parti oscure, sconosciute della nostra personalità, queste parti ci governeranno a nostra insaputa: <<Rendi cosciente l’inconscio, altrimenti sarà l’inconscio a guidare la tua vita e tu lo chiamerai destino>>. Questo percorso è oggi molto più facile e breve rispetto a prima (dove si passavano anni nello studio dello psicologo), per la quantità di tecniche rese immediatamente disponibili, molto efficaci nel disvelare dinamiche comuni, rinsaldare la fiducia, l’autostima, lenire lo stress.

La psichiatria all’epoca di Jung era considerata ciarlataneria, tanto che i suoi genitori non videro di buon occhio la scelta di questa disciplina da parte del figlio. Diventato psichiatra, si dedica con grande impegno ai suoi pazienti trovando metodi nuovi per comprendere la loro situazione psichica. Si appassiona alla teoria dei sogni di Sigmund Freud, dal quale poi si distanzierà per vari motivi negli anni a seguire: la vera causa del dissenso fu un differente indirizzo e scopo tra scuole massoniche ed esoteriche cui appartenevano. Non tutti sanno che Jung, oltre ad essere il grande psicanalista che ruppe e superò il dogmatismo di Freud (incentrato sulla sessualità come origine dei disturbi psichici), fu anche studioso di alchimia ed esoterismo. Riporta lo scrittore Francesco A. Riggio nel suo libro “L’albero della Conoscenza”: <<(…) gli junghiani successivi, da James Hillman in poi, hanno provveduto a distruggere il lavoro (esoterico n.d.r.) di Jung, troppo pericoloso per la società di allora e di oggi, sì che oggi molti psicanalisti che si definiscono junghiani non sanno nulla di alchimia, magia ed esoterismo, pur essendo la scienza alchemica alla base di molti scritti di Jung>>. Jung lavorava per dare luce all’ombra, secondo la tradizione dei Rosacroce bianchi.

Secondo questa scuola, attraverso uno studio specifico, chiunque può diventare alchimista nel senso di praticare l’arte della trasmutazione di sé.
Dopo quindici anni di lavoro, nel 1944, pubblica a Zurigo quella che è ritenuta la più avvincente tra le sue opere: “Psicologia e alchimia”. <<Per la maggior parte delle persone alchimia non significa altro che una congrega di vecchietti che cercavano di fare l’oro. Ma non era affatto questa la verità. Se soltanto la gente si desse la pena di andare a cercare i veri scritti degli antichi alchimisti, troverebbe un tesoro nascosto di saggezza, in gran parte perfettamente applicabile agli eventi che si verificano nel mondo d’oggi>>, affermava Jung nel 1960. E ancora parla così lo Jung esoterico: <<La tua visione diventa chiara solo quando guardi dentro il tuo cuore. Chi guarda fuori, sogna. Chi guarda dentro, si sveglia>>.

Attraverso questi aforismi, presi a mo’ di sunto dei suoi studi, possiamo riflettere in modo diverso su quanto ci accade nell’odierno frangente: la malattia, il caos e la crisi in atto generano paura e panico, eppure: <<In ogni caos c’è un cosmo, in ogni disordine un ordine segreto>>.

Come detto, paradossalmente, l’evento infettivo in corso che impone il blocco e crea maggiore disponibilità di tempo, potrebbe diventare a suo modo “salutare”. Si possono svolgere attività hobbistiche divertenti e antistress… Potremmo lavorare sul corpo in modo nuovo, anche stando in casa, sul balcone, in giardino, imparando a respirare, a scoprire esercizi di piccola e benefica ginnastica, mettendoci in attento e diverso ascolto delle esigenze dell’organismo e delle sue reazioni. Possiamo studiare una alimentazione più appropriata riscoprendo anche la Medicina Igienista e la Scuola Medica Salernitana che si rifà a Ippocrate. Meditare e respirare correttamente aiutano alcune aree del cervello, come l’ippocampo, per meglio gestire paura e ansia. Utile, anche, provare ad ascoltare le proprie emozioni, quelle piacevoli e quelle più dolorose. Accogliere le nostre parti “brutte”, le fragilità è la via che porta ai migliori benefici: <<Non c’è presa di coscienza senza dolore>> avvertiva Jung.

Molto importante il lavoro che ha fatto Jung, arrivato fino ai nostri giorni, con le sue conferenze sul lago Maggiore in Canto Ticino, in cui riunì i più grandi scienziati delle varie discipline. Lo junghismo fu la prima grande esperienza scientifica interdisciplinare a partire dagli anni Trenta che fece sbocciare in Occidente la visione olistica, cioè complessiva e totale dell’uomo invece che composto di parti separate come lo interpreta la scienza più tradizionale e la medicina allopatica. Ciò collegava l’essere umano al divino: <<L’inconscio non è soltanto male, ma è anche la sorgente del bene più alto; non è solo buio ma anche luce, non è solo bestiale, semi-umano, demoniaco, ma sovrumano, spirituale e, nel senso classico del termine, “divino”>>.

Jung costruì nel 1923 una torre in pietra a Bollingen sul lago di Zurigo, un rifugio ideale da lui amato, privo di corrente elettrica e di impianto a gas, in linea con i suoi studi sulle civiltà non toccate dalla modernità. Negli anni, la Torre di Bollingen prese la sua odierna struttura con l’aggiunta di varie stanze, affacciate in un incantevole scenario verde e sull’acqua del lago. Questo luogo è ritenuto un centro di energia psichica da chi lo ha studiato. Qui lo psicanalista spaccava la legna e si dedicava all’orto. La solitudine quale habitat ideale per il proprio benessere psicofisico è un’altra meta da raggiungere.

Chissà come si sarebbe espresso Carl Gustav Jung in questi giorni, in questa epoca? Certamente non attingendo al solo piano razionale. Nei suoi viaggi aveva notato che i così definiti popoli primitivi agivano sulla spinta dei sentimenti, non dal volere e dover fare tipico degli occidentali: <<Non dobbiamo pretendere di capire il mondo solo con l’intelligenza: lo conosciamo, nella stessa misura, attraverso il sentimento. Quindi, il giudizio dell’intelligenza è, nel migliore dei casi, soltanto metà della verità>>.

La crisi attuale, nonostante il dramma che porta con sé e tutti gli strascichi pesanti che si verificheranno nel medio e lungo termine, ci offre una lezione da imparare: <<Solo un cambiamento dell’atteggiamento individuale potrà portare con sé un rinnovamento dello spirito delle nazioni. Tutto comincia con l’individuo>>.

Annamaria Lorefice
lorefice.annamaria@gmail.com

Carl Gustav Jung (Kesswil, 26 lugl io 1875 – Küsnacht, 6 giugno 1961) è stato uno psichiatra, psicoanalista, antropologo, filosofo svizzero.

L’arte di meditare e respirare.

La Torre di Bollingen sul lago di Zurigo.

Le buone letture aiutano lo spirito. Foto blog GraphoMania