Che cosa vuole l’iniziativa “No Billag”

Liberalizzare completamente il mercato radio-televisivo e sopprimere il canone

L’iniziativa popolare federale “Sì all’abolizione del canone radio – televisivo (Abolizione del canone Billag)” è chiara: vuole che la Confederazione non possa più prelevare una tassa per la ricezione dei programmi della radio e della televisione. Billag è la società che è stata incaricata di prelevare il canone, che riversa poi alla SRG / SSR, cioè la Società Svizzera di radio e televisione.

Depositata l’11.12.2015, ha raccolto 112’191 firme, è stata discussa in Parlamento, che il 29.09.2017 ha chiesto al popolo di respingerla.
Il testo dell’iniziativa, che chiede la modifica dell’art. 93, cpv 2 – 6 della Costituzione federale, vorrebbe inoltre che la Confederazione non sovvenzionasse alcuna emittente radiofonica o televisiva, non gestisse in proprio queste emittenti e mettesse all’asta periodicamente concessioni per la radio e la televisione.
Lo scopo dell’iniziativa è quindi quello di “liberalizzare” il mercato radio – televisivo, nonché di impedire il sussidiamento di un ente pubblico o privato.

L’iniziativa è molto drastica e radicale e per questo ha sollevato un gran polverone in tutta la Svizzera. Nella maggior parte dei casi le discussioni, invece che della soppressione del canone e della totale liberalizzazione del settore, si è trasformata in una altrettanto radicale presa di posizione pro o contro la SRG / SSR. Non solo, ma a questo “quasi – monopolista” si rimprovera di far pagare il canone più alto d’Europa e al governo di aver trasformato questo canone in un’imposta a carico di tutti, comprese le aziende e coloro che non seguono i programmi. Lo stesso Parlamento non ha voluto accettare una proposta di ridurre della metà il canone.

Su questo scenario si moltiplicano le prese di posizione, in gran parte contrarie all’iniziativa, ma in buona parte anche favorevoli a un ridimensionamento della SRG / SSR. Nettamente a favore dell’iniziativa si dichiara l’Unione svizzera arti e mestieri, il cui direttore Hans- Ulrich Bigler, consigliere nazionale PLR zurighese, ha affermato che l’iniziativa “sarebbe una vera opportunità di migliorare il servizio pubblico”, precisando anche di non credere agli scenari apocalittici degli oppositori (scomparsa della SRG / SSR). Inoltre il sostegno alla SRG / SSR crea una concorrenza malsana, che si potrebbe evitare con una migliore collaborazione tra pubblico e privato. Il consigliere nazionale solleva poi anche il problema dei costi, ritenuti troppo alti.

L’USAM teme anche in particolare che il nuovo sistema di percezione del canone, possa provocare ingenti costi alle aziende (fino a 35’530 franchi in qualche caso). Questo aspetto dei costi solleva parecchie perplessità anche fra i contrari all’iniziativa. Infatti la SRG / SSR, in un paese di poco più di 8 milioni di abitanti, gestisce 7 canali televisivi, 17 stazioni radio, dozzine di siti web, 42 canali Youtube, 108 account FaceBook, 54 di Twitter, 32 Instagram e l’espansione continua, rafforzando posizioni di monopolio.

La SRG / SSR occupa 6’000 dipendenti che considerati troppi in rapporto alle dimensioni dell’utenza. L’eccesso di personale provoca poi uno sviluppo della burocrazia che tende a superare quella produttiva. Senza dimenticare che il salario medio dei dipendenti è di 107’000 franchi annui, superiore a quello di molte altre categorie. Difficile, se non impossibile, reggere la concorrenza, con un simile gigante. D’altro canto è sempre latente la tentazione di avere il “monopolio della realtà” e del suo commento. Questa situazione suscita pure qualche critica che vede la SRG / SSR dominata da giornalisti di sinistra, e sostenuti da una forte sindacalizzazione, non in rapporto con l’orientamento ideologico maggioritario in Svizzera. È questa una delle principali critiche, di tipo “politico”, mosse soprattutto dall’UDC.

Red.