Vendite straordinarie del tubero più amato. In tempo di crisi c’è chi torna a coltivarlo nei giardini e persino sul balcone
Lugano - Se il cosiddetto lockdown, con l’imposizione di stare chiusi in casa per il noto virus influenzale, ha fatto quasi sparire dai supermercati italiani lievito, farina e pasta, in Svizzera la popolazione ha fatto incetta di patate e prodotti derivati come, ad esempio il rösti.
Durante i primi 6 mesi del 2020, in piena crisi influenzale, gli svizzeri hanno comprato oltre 52 milioni di chili di patate.
Un record che non si raggiungeva dal 2008, anno in cui in occasione di un evento sportivo europeo la lavorazione di patatine fritte, tra i tipici snack da Tv, rischiò di esaurire le scorte di patate disponibili.
L’Ufficio Federale dell’Agricoltura (Berna) ha comunicato che il fatturato nel primo semestre dello scorso anno ha raggiunto la cifra storica di 106 milioni di franchi.
Scienziato francese deriso e boicottato
La patata, della famiglia Solanaceae, è originaria delle Ande, nell’America meridionale, qui coltivata assai prima dell’arrivo di Colombo. Con l'occupazione dei conquistatori spagnoli, si propaga in Europa dove venne piantata nei vari orti botanici, passando dalla Svizzera, come attrazione quale pianta esotica.
In Italia, arriva nel 1564-1565. Un sacchetto di patate venne regalato al papa che le assaggiò crude come fossero tartufi e che non gradì.
Importata dall’Italia, verso il 1590 la patata viene coltivata nella Svizzera meridionale e arriva a Basilea circa 5 anni più tardi.
Tuttavia, per la sua affermazione quale alimento ci volle ancora tempo e soprattutto l’opera di divulgazione dello scienziato francese Antoine Parmentier che nel 1772 dimostrò l’importanza vitale dei “pomi di terra”.
Come sempre succede per chi esce dal solco ufficiale, Parmentier venne deriso e boicottato. Alla fine i suoi detrattori dovettero riconoscere le tante virtù del tubero andino, tra cui la facilità di coltivazione e stivaggio e la fenomenale versatilità in cucina.
Come avvenuto nel resto d’Europa e in Italia, è noto come le patate insieme alla polenta e alle castagne abbiano salvato dalla fame anche la popolazione a Sud delle Alpi svizzere fino ai primi decenni del Novecento.
Stanchezza del terreno pure sul balcone
Occorre sapere che i coltivatori di patate devono valutare vari problemi come la “stanchezza del terreno”, che i più seri e biologici operatori combattono con la rotazione delle colture.
Chi ha un terreno o un giardino sa o dovrebbe sapere che piantare patate sempre nello stesso posto non va bene. Anche chi le coltiva negli appositi sacchi o cassette da balcone, deve perciò provvedere al ricambio con terra nuova, destinando quella stanca ai vasi di fiori magari aggiungendo concime naturale al 100%.
I consumatori più accorti sanno che anche per questo tubero le malattie non mancano e si spera che vengano contrastate dalle aziende agricole con preparati il più possibili naturali.
I consumatori con più disponibilità economica si rivolgono direttamente al mercato Bio il quale, appunto, non è per tutte le tasche.
Come i produttori di altri ortaggi anche quelli di patate ricevono sovvenzioni dalla Confederazione, altrimenti non avrebbero ricavi sufficienti.
Che bontà!
10.000 ettari in suolo elvetico producono il fabbisogno di patate in tantissime varietà, comprese quelle antiche e rare protette dalla fondazione svizzera Pro Specie Rara e da Agroscope di Berna.
Ogni svizzero ne mangia 45 chili all’anno. Che siano farinose o compatte, a pasta gialla, bianca o blu, a buccia rossa o nocciola… sono delle bontà destinate a infinite preparazioni, in frittura o arrostite, in impasti come gli gnocchi, in zuppe, frittelle, stufati, insalate, pasticci, torte e biscotti. Grazie a Parmentier esiste pure l’acquavite di patate, la Vodka!
I turisti cercano di gustare i tipici piatti nazionali come il rösti, una specie di grande frittella fatta con patate grattugiate e formaggio, oppure la famosa raclette, formaggio fuso che condisce piccole patate lesse da sbucciare al momento con cetriolini sott’aceto, o anche gli älplermagronen, con contorno di mousse di mele, sono una specie di gratin di patate, pasta, cipolle, formaggio e panna. Tutte ricette godibili oramai anche in versione vegana con il vegan swiss cheese e la panna vegetale.
E che dire delle patatine svizzere confezionate? Da sempre le più gustose al mondo…
In giardino: patate e non solo…
Dopo l’autorizzazione nel 2015 alle “patate OGM2” dell’Ufficio Federale Svizzero dell’Ambiente, poi sospesa fino all’anno in corso, c’è chi ha ripreso a seminare patate negli orti privati svizzeri. Un altro timore (che si dice sia infondato) degli appassionati dell’orto è che, sull’esempio di ciò che è avvenuto in Quebec, qualche autorità locale decida di vietare in parte o del tutto gli orti privati o condivisi in città, pratica che felicemente inizia a crescere anche in Italia.
Chi già nel secolo scorso aveva letto i segnali di una possibile epoca critica, si è preparato comprando una casa con ampio giardino, per avviarvi coltivazioni che garantiscano prodotti un po’ meno inquinati e assicurarsi un certo raccolto per la famiglia.
Il suggerimento è di coltivare alberi da frutto e tutto il possibile, oltre alle amate patate. E di - finalmente - tornare ad apprezzare piante e verdure “invasive” ma dal raccolto sicuro e salubre come il topinambur e il tarassaco: ortaggi non bisognosi di alcuna attività umana, che la natura ancora ci regala nonostante molte persone contraccambino con i diserbanti chimici per mantenere perfetto l’inutile, ai fini alimentari, prato inglese.
Annamaria Lorefice
lorefice.annamaria@gmail.com
Ogni svizzero mangia 45 chili di patate all’anno. Durante i primi 6 mesi del 2020, in piena crisi influenzale, gli svizzeri hanno comprato oltre 52 milioni di chili di patate e il fatturato nel primo semestre ha raggiunto la cifra storica di 106 milioni di franchi.
Sacco per la coltura sul balcone.
Giardino di abitazione urbana trasformato in orto.
Varietà di patate Blaue St. Galler.
Il Rösti, tra i piatti svizzeri più amati.