Mondo del lavoro, gestione delle complessità e risorse per i giovani

Scopriamone di più sul tema con Francesco Castiglione, Navigator/HR & Career Mentor, che si è dedicato alle consulenze CV e di carriera durante lo scorso Congresso Autunnale UGS

Ciao Francesco, ci presenti brevemente il tuo percorso lavorativo?
Ho iniziato a far esperienza fin dalla laurea triennale in un’organizzazione no-profit (AIESEC) presente in più di 110 paesi e formata interamente da studenti che si occupa sia della professionalizzazione degli studenti che di organizzare scambi e internship con e in altri paesi. Dopo aver terminato gli studi umanistici, ho iniziato la Laurea Specialistica in Formazione e Sviluppo delle Risorse Umane in Bicocca e nel frattempo ho collaborato con il Forum della Meritocrazia prima come studente e poi come co-coordinatore del loro programma di Mentoring. Appena laureato (e dopo un’esperienza presso una multinazionale del settore ingegneristico) ho avuto la fortuna (costruita con diverse candidature!) di lavorare al CERN sempre nella gestione del personale. Ad oggi come navigator collaboro con un centro per l’impiego per ricollocare persone senza lavoro e offro consulenze sulla ricerca di lavoro e sulla carriera (www.castiglionefrancesco.com).

Come hai conosciuto l’UGS?
Conosco personalmente la Presidente dell’UGS da diversi anni e dopo aver partecipato al Congresso UGS che si è tenuto a Mestre (durante il periodo in cui Venezia era allagata), mi sono interessate molto sia le tematiche che le persone che ho conosciuto durante quell’esperienza. Dopo qualche mese sono stato invitato a fornire delle consulenze CV (e non solo!) al Congresso Autunnale UGS che si è tenuto online lo scorso novembre ed è stato molto bello condividere le mie competenze e conoscere molti giovani e non che lavorano in tanti settori diversi.

Cosa ne pensi del mercato del lavoro attuale?
Nonostante si siano trovati diversi vaccini e le misure di contenimento del Covid-19 stiano dando alcuni risultati, molti si chiedono cosa stia succedendo nel mondo del lavoro e cosa ne sarà del lavoro stesso (si svolgerà esclusivamente online? in modalità mista? il lavoro da remoto e lo smart working avranno delle conseguenze durature nel lungo periodo? e così via). Non a caso “The Great Reset” è stato il titolo dell’agenda del World Economic Forum 2021, tenutosi a Davos sia in presenza che in aule virtuali, perciò, oltre alle difficoltà ed alla crisi (sanitaria, economica, lavorativa), non dobbiamo dimenticare che ogni “cambiamento” porta con sé anche delle opportunità (prima su tutte l’accelerazione della Transizione Digitale).
Ad esempio, le difficoltà stesse che ognuno di noi sta vivendo potrebbero essere una “preparazione” verso la gestione delle complessità e degli imprevisti. Perché se è vero che esistono onde più o meno alte, è anche vero che dei marinai esperti e ben preparati hanno più possibilità raggiungere la propria meta. È così anche nel mondo del lavoro: nonostante le inevitabili complicazioni del momento attuale, ci possono essere opportunità di ri-considerare i propri interessi e le proprie competenze.

Cosa consigli a chi sta cercando o cambiando lavoro?
Oltre alla preparazione (che è fondamentale), lo sviluppo di una certa flessibilità e capacità di adattamento (le aziende lo chiamano “change management”) può senz’altro aiutare a trovare le opportunità (sia lavorative che personali) che possono sembrare nascoste.
Il primo consiglio è quello di partire sempre con un sincero “assessment” delle proprie capacità, valori, tratti distintivi e punti di forza (che può essere svolto sia individualmente sia con l’aiuto di un coach/mentor professionista). Solo successivamente si può passare ad analizzare il mercato del lavoro (che figure sono ricercate in questo momento? il mio settore è in crescita o in diminuzione? la posizione che dovrei ricoprire è di supporto o tra quelle fondamentali per quell’azienda in particolare?). Ricordiamoci che alcuni settori come l’Information Technology, il farmaceutico/sanitario, il fintech, l’e-commerce ed il marketing (online) hanno avuto tassi di crescita inimmaginabili nell’ultimo anno.
Una volta preparato il CV per la posizione specifica che ci interessa ed averlo reso a prova di ATS (sistemi computerizzati molto utilizzati per filtrare in fase di pre-selezione le candidature), aver scritto la “reference letter” (in Italia non è ampiamente utilizzata, mentre in Svizzera è più richiesta) ed aver raccolto almeno un paio di referenze, si è pronti per inviare le candidature.
È a questo punto che bisogna tenere presente che, complice l’aumento delle persone che stanno cercando lavoro (sia per motivi legati alla pandemia che per cambiare settore/mansione/città/percorso di carriera), le risposte alle candidature potrebbero impiegare anche un paio di mesi in più rispetto ai normali tempi di assunzione (dai 2 ai 4 mesi in media per i profili junior, dai 5 ai 9 per i profili senior o manageriali) e che purtroppo per i candidati non è sempre possibile ricevere un feedback. Alcune aziende hanno infatti registrato un aumento dei CV ricevuti anche fino al 40% in più rispetto al periodo pre-pandemia. Quest’ultima ha colpito più duramente le piccole e medie imprese rispetto alle multinazionali e alcuni settori più duramente di altri (il turismo, le compagnie aeree e la ristorazione su tutti). Per i candidati interessati a questi settori, purtroppo l’unica bella notizia è che la pandemia è temporanea e ci si augura di tornare ad una “nuova-normalità” in tempi non ancora stimabili con precisione.

Cosa ti chiedono maggiormente nelle tue consulenze?
Credo che il vantaggio principale di chi si rivolge ad un professionista per cercare aiuto (in ambito career management o altro) è sempre quello di avere un consiglio/analisi personalizzata su di sé (sia riguardo alle tematiche da discutere che sulla pianificazione degli step da attuare). In generale spesso le persone hanno già una loro idea riguardo alla necessità o meno di cercare/cambiare lavoro e su come farlo, quello che faccio io è spesso aiutarli a prendere una decisione in base a delle informazioni più precise e fornendo un approccio da parte di uno “che è stato dall’altra parte” (quella di selezionatore/valutatore del personale). Alcune persone mi hanno anche chiesto un consiglio su come entrare nel mondo del lavoro o su come decidere se cambiare facoltà universitaria. Infatti un cambiamento può rivelarsi anche molto positivo: ad esempio, ho conosciuto persone molto soddisfatte nell’esser passate dalle risorse umane al settore startup, altre da ingegneria alla programmazione software, altre ancora dalla ristorazione al settore immobiliare. A volte, saper cogliere opportunità in settori trasversali o radicalmente diversi dal proprio può rivelarsi davvero la carta vincente.

Quali sono secondo te i punti di forza dei giovani UGS?
Credo che i punti di forza principali dei giovani svizzeri siano la loro apertura mentale e culturale, la conoscenza spesso approfondita delle lingue ed il loro approccio intraprendente e costruttivo (tutte le aziende cercano collaboratori e non “distruttori”). Credo che la voglia di mettersi in gioco e di partecipare non manchi davvero, come dimostrano i numeri dei partecipanti ai vostri ultimi congressi/appuntamenti.

Hai un ultimo messaggio per chi ci legge?
“Non si può mai sapere dove potremmo arrivare fra 7/10 anni”: è una frase che mi piace ripetere spesso. Me la disse una mia mentor, confidandomi come da studentessa napoletana di un dottorato non si sarebbe mai aspettata di essere selezionata per un master all’ MTI di Boston e di lavorare come CEO per delle multinazionali sia a New York che in Italia. Nel mio piccolo, 10 anni fa ero ancora uno studente di lettere che aveva appena iniziato a scoprire il mondo delle Risorse Umane, ma ci sono esempi di persone che in 7 anni sono passate da studenti a fondatori di aziende/startup di successo grazie ad una combinazione di impegno, preparazione e circostanze favorevoli. Per questo motivo un semplicissimo consiglio è sempre quello di aggiornarsi costantemente e di imparare tutto in un’ottica di “lifelong learning” (sempre il WEF aveva sostenuto già alcuni anni fa che le nuove generazioni cambieranno probabilmente da 4 a 9 volte mestiere/settore durante il proprio percorso di carriera) proprio perché non si può mai prevedere precisamente ciò che potrebbe accadere.
Last but not least, non mi resta che augurare una buona ricerca a tutti, ricordando che “cercare lavoro è esso stesso un lavoro” ed in quanto tale richiede sempre preparazione, tempo, dedizione ed un pizzico di fortuna, che non guasta mai! E, qualora servisse aiuto, non esitate a chiedere!

Unione Giovani Svizzeri
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