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«Della Svizzera amo la semplicità e il pragmatismo»

    Intervista a Fabrizio Macrì, Direttore della Camera di commercio italiana in Svizzera (CCIS) da quasi un decennio. Con lui parliamo di Svizzera, Italia, le relazioni tra i due paesi e gli obiettivi della CCIS.

    Fabrizio Macrì, sono ormai 14 anni che vive e lavora in Svizzera, difendendo i colori della CCIS. Si sente un po’ svizzero nel frattempo, e se sì in cosa?
    Sicuramente sono diventato meno paziente di un tempo rispetto a ritardi e mala organizzazione. Vivendo e lavorando in una città come Zurigo ci si abitua a muoversi in un ingranaggio perfettamente oliato e funzionante e questo ti cambia il carattere. Ti abitui a poter tenere fede a molti impegni di lavoro e privati in una stessa giornata grazie ad un’amministrazione ed un’organizzazione sociale efficiente e user friendly ed è difficile rinunciare a questo vantaggio, una volta acquisito.

    Cosa apprezza degli svizzeri e quale caratteristica invece non ama particolarmente?
    Della Svizzera amo semplicità e pragmatismo. La capacità di andare dritti al cuore dei problemi cercando delle soluzioni concrete senza perdersi in inutili polemiche e conflitti personali. Ammiro inoltre il fatto che si dia molta importanza all’esercito come milizia e come strumento di educazione alla convivenza ed alla responsabilità civile. Infine sono affascinato dal rispetto che le persone hanno per il prossimo e per l’approccio mai aggressivo ma sempre cortese e costruttivo.
    Faccio invece fatica ad abituarmi alla rigidità con cui sono strutturate le agende delle persone anche nella vita privata: un po’ di flessibilità in più e disponibilità all’improvvisazione non guasterebbe e non intaccherebbe la qualità della vita del Paese.

    Quali sono gli obiettivi principali della CCIS in Svizzera, e quali le pietre miliari nell’ultimo decennio?
    LA CCIS fa parte di una rete di 80 Camere di Commercio Italiane all’Estero riconosciute dal Governo italiano per sostenere gli scambi commerciali e i flussi d’investimento dell’Italia nel Mondo. In Svizzera la CCIS lavora molto da un lato per sostenere le aziende italiane che esportano e vendono servizi nel Paese dando un contributo determinante al comparto edilizio e dell’impiantistica industriale in Svizzera e dall’altro alla promozione delle eccellenze Made in. Negli ultimi 10 anni, la Camera è cresciuta molto sotto la spinta dei servizi di consulenza alle imprese e dei progetti organici di promozione che si sono concentrati fondamentalmente nel comparto vitivinicolo e in quello dell’high-tech.

    Come ritiene venga percepita l’Italia in Svizzera, per quali suoi aspetti è apprezzata?
    L’Italia è in grado di esprimere in molti settori una qualità produttiva ineguagliata. Nonostante i suoi noti e diffusi problemi sistemici, l’Italia rimane la seconda manifattura d’Europa e compete con la Germania a tutti i livelli della catena del valore, dall’agroalimentare all’aerospaziale, le aziende italiane primeggiano nel Mondo con punte di eccellenza ineguagliata nell’agroalimentare, nella cantieristica, nelle macchine utensili e perfino nel risparmio energetico nel ciclo industriale, in cui l’Italia detiene la leadership in Europa. Tutto questo viene apprezzato in Svizzera più che mai perché nella Confederazione si è capaci di apprezzare la sostanza delle cose al di là della reputazione o del sentito dire. La Svizzera è un Paese capace, competente e ricco che apprezza l’eccellenza ed è per questo che i rapporti tra i due Paesi sono destinati ad intensificarsi.

    The True Italian Taste, il vero gusto italiano, è un progetto che ha preso piede anche in Svizzera. Di cosa si tratta e quale è l’obiettivo dietro il progetto?
    Target del progetto sono i consumatori svizzeri e la loro sensibilizzazione per invitarli a scegliere il prodotto giusto quando si decide di mangiare italiano. Il progetto parte dalla constatazione che nel Mondo il volume di fatturato del “finto italiano” (Italian sounding) vale il doppio dell’export effettivo di prodotti autenticamente italiani. Le ragioni sono molteplici: nei paesi ricchi come la Svizzera non è certo la volontà di risparmiare che porta ad acquistare e consumare prodotti non autenticamente italiani ma spesso la mancanza di un’informazione adeguata e di campagne di marketing efficaci. Il True Italian Taste cerca di colmare questa lacuna

    In un’intervista ha affermato che l’Italia deve assomigliare di più a paesi che funzionano meglio di lei. Quali sono a suo avviso, i principali cantieri politici e istituzionali che l’Italia è chiamata ad affrontare? Come hanno vissuto la crisi del COVID le imprese italiane?
    Imparare dagli altri per migliorarsi e non volersi imporre sugli altri Paesi: questo secondo me è lo spirito giusto con cui vivere l’internazionalizzazione. L’Italia, nonostante sappia primeggiare in tanti settori e possa quindi in alcuni ambiti essere di esempio agli altri, ha ancora tanto da imparare dalla Svizzera e da altri suoi Paesi partner e competitor. Dal mio punto di osservazione bisogna concentrare gli sforzi e le risorse su poche priorità. Una è senz’altro la difesa ed il rilancio della capacità produttiva del Paese. Rispondere alle difficoltà che incontra la parte più dinamica ed intraprendente del Paese per evitare che si stanchi e migri altrove. Per far ripartire la macchina bisogna iniziare subito ad aggiustarne il motore: gli altri pezzi verranno dopo. Fare meglio quello che sappiamo fare bene, costruire reddito e futuro sul rafforzamento delle competenze, e sugl’investimenti strategici nelle imprese per renderle più competitive. L’Italia è un grande paese manifatturiero ma è evidente che non basta. Credo che lavorare su questo debba essere una priorità perché da questo dipende la capacità di creare le risorse che servono a soddisfare anche gli altri bisogni della società.

    Intervista: Gazzetta Svizzera

    “I rapporti tra Svizzera e Italia sono destinati ad intensificarsi”

    Nasce a Roma, nel 1974, studia Scienze Politiche a Torino con tesi di laurea in Economia dell’integrazione europea.

    Nel 2001 consegue un Master in Relazioni internazionali presso l’Università di Amsterdam con focus in Economia internazionale.

    Nel 2020 ottiene a Zurigo un Executive MBA presso l’Università di Scienze Applicate dei Grigioni.

    Dal 2012 è Direttore della Camera di Commercio Italiana per la Svizzera (CCIS) dove lavora dal 2007 dopo un’esperienza di 4 anni presso la Camera di Commercio Italiana per la Germania a Francoforte, una di un anno presso la Siemens AG a Monaco di Baviera e di uno stage presso l’Italian Trade Commission ad Helsinki, in Finlandia.