Il Consiglio degli Stati vota un pacchetto con la riforma fiscale e quella dell’AVS

Sessione estiva delle Camere federali

Dopo lunghe e accese discussioni, il Consiglio degli Stati ha accettato il compromesso elaborato dalla sua Commissione dell’economia e dei tributi, di accoppiare la riforma dell’AVS con quella della tassazione delle imprese. Nonostante la forte opposizione proveniente dai ranghi dell’UDC, il voto finale è stato chiaro: 34 favorevoli, 5 contrari e 5 astenuti. Per l’occasione, la riforma della tassazione delle imprese è stata ribattezzata “Riforma fiscale e finanziamento dell’AVS”.

La mossa è stata definita dal ministro delle finanze Ueli Maurer “un capolavoro del compromesso politico”, che però presenta non pochi punti deboli. Già perché si tratta di due temi parecchio lontani l’uno dall’altro, ma poi anche perché, in pratica, propone un finanziamento (quello dell’AVS) mediante aggravi, in parte anche fiscali, a fronte di sgravi per le aziende. Infine, sul tutto plana anche un dubbio sulla costituzionalità del progetto. Lo scopo è quindi unicamente quello di mettere d’accordo destra e sinistra evitando un nuovo crollo in Parlamento, ma soprattutto nel popolo.

Ammesso che anche il Nazionale (in settembre) accetti l’accoppiamento, in Parlamento l’accordo è possibile, perché la sinistra si è vista garantire un aumento di contributi di circa 2,1 miliardi di franchi all’AVS, proveniente da tre fonti: aumento dello 0,3% dei contributi sui salari (1,2 miliardi), l’intera percentuale demografica sull’IVA (520 milioni) e l’aumento dei contributi della Confederazione (385 milioni). L’eventuale incapacità dell’AVS di far fronte agli impegni verrebbe così posticipata al 2032, invece del 2023.

Il punto centrale della proposta è riassunto in questo concetto: per ogni franco di minori entrate fiscali prevedibili, l’AVS deve ricevere un franco in più. Da qui derivano i due miliardi in più all’anno per l’AVS. La crescita dell’economia dovrebbe poi fare in modo che questa cifra aumenti, fino a raggiungere i 3 miliardi nel 2045. Un concetto che di per sé evidenzia una contrapposizione fra sgravi fiscali e aumento di spese sociali.

Decisioni finali
Durante la sessione di giugno, le Camere federali sono giunte al voto finale su 14 progetti. Tra questi spiccano il voto negativo sia al Nazionale, sia agli Stati sull’iniziativa “Diritto svizzero invece di giudici stranieri” (Selbstbestimmunginitiative).
Hanno pure respinto l’iniziativa “Stop all’espansione urbana – per uno sviluppo insediativo sostenibile (Spatialinitiative), nonché l’iniziativa “Per la dignità degli animali da fattoria” che vuol garantire alle mucche e altri animali di poter conservare le loro corna (Hornkuhinitiative).
Le due Camere hanno poi approvato due importanti leggi sul mercato finanziario: la Legge sui servizi finanziari (Finlag) e la Legge sull’Istituto finanziario (Finig).

Approvata pure la Legge sulla ricerca genetica sull’uomo e la revisione del diritto di prescrizione. Lunga discussione ha suscitato la modifica della Legge sul Parlamento, per quanto concerne il conflitto di interessi. I deputati dovranno indicare anche il datore di lavoro e la loro funzione, nonché le attività pagate e non pagate svolte nel loro lavoro. Una modifica dell’ordinanza sull’amministrazione del Parlamento definisce meglio l’accesso ai verbali delle sedute delle commissioni. È stato anche modificato il regolamento di gestione del Nazionale.
Inoltre, è stata accettata la legge che vieta i gruppi di al qaeda e dello Stato islamico, nonché organizzazioni analoghe. Approvati, infine, due accordi sulla doppia imposizione con il Pakistan e con il Kosovo.