Votazioni cantonali e comunali
La candidatura di Sion ai Giochi olimpici invernali del 2026 non ha superato lo scoglio popolare: infatti, il 54% dei votanti si è espresso contro la concessione del credito di 100 milioni di franchi per finanziare parte dell’operazione. La partecipazione al voto è stata del 62%, il che avvalora l’opposizione importante al progetto. Nelle principali città del cantone l’opposizione è stata anche più forte: 60,9% a Sion, 65% a Monthey, 61% a Martigny, 57,6% a Briga, 57,2% a Sierre. Molti elettori, benché abbiano apprezzato gli sforzi per rendere queste Olimpiadi le più rispettose possibile dell’ambiente, si sono preoccupati dell’ingente impegno finanziario, nonostante l’importante credito garantito dalla Confederazione. La candidatura di Sion, forse anche minacciata di un rinnovo dello smacco già subito una volta da Torino, ha temuto un nuovo tiro mancino da parte dell’accoppiata Torino-Milano, ed è stata ritirata.
Soletta: no alla svolta energetica
Con una percentuale del 70,5% i cittadini del canton Soletta hanno respinto la modifica della legge cantonale sull’energia volta tra l’altro a rendere più severe le misure per le nuove costruzioni e per il rinnovo di vecchi edifici dal punto di vista del risparmio energetico. Non è bastato il sostegno di PPD, PS, Verdi e Verdi liberali per far accettare il progetto combattuto da PLR e UDC, che temevano un’eccessiva “burocrazia energetica e costi esagerati”, che avrebbero dato troppi poteri alle autorità e, in pratica, “espropriato” i proprietari di case.
Una proposta analoga è stata invece accettata nel canton Lucerna. Un referendum promosso dall’UDC è stato sconfitto con il 59% dei voti. I due progetti fanno parte di un vasto piano energetico elaborato per tutta la Svizzera dai direttori cantonali dell’energia. Solo quattro cantoni l’hanno finora messo in pratica: i due Basilea, Vaud e Obvaldo.
Protezione inquilini a Basilea-Città
Nel semicantone cittadino di Basilea, si doveva votare su ben quattro iniziative tendenti a rinforzare la protezione degli inquilini. Tutte le iniziative sono state accettate, per cui la Costituzione cantonale prevederà un “diritto all’abitazione”, ma non è chiaro a quali costi. Secondo l’iniziativa, la pigione non deve superare un terzo del reddito famigliare. Un’altra iniziativa prevede la notifica al nuovo inquilino dell’affitto pagato dal precedente se la quota di appartamenti sfitti è inferiore all’1,5%. È stata inoltre accettata l’iniziativa che impedisce aumenti eccessivi di pigioni in caso di risanamento totale dell’edificio. Sì infine anche all’iniziativa che limita a 500 franchi il costo dei ricorsi.
No al parco nazionale nel Locarnese
I cittadini di sei comuni su otto della regione del Locarnese hanno respinto l’idea di realizzare un grande parco nazionale. Lo scarto di voti totali non è però grande: 4’279 no, contro 4’170 sì. Solo Ascona e Bosco Gurin hanno accettato il progetto. Dopo questo voto negativo, sarà molto più difficile con l’attuale legislazione realizzare un parco nazionale, in particolare dopo che anche il Parc Adula (fra Grigioni e Ticino) è stato bocciato nel 2016.
Medici a San Gallo
L’86% dei votanti del canton San Gallo ha detto sì alla creazione di un “Medical-Master-Studium”. L’offerta di San gallo è parte degli sforzi nazionali volti a formare più medici svizzeri. Nel 2016, nella Svizzera orientale il 44% dei medici in esercizio erano stranieri. A partire dal 2020 verranno creati a San Gallo 40 posti di formazione. L’investimento netto sarà di 2,1 milioni di franchi all’anno.
“Reitschule” a Berna
Il 65% dei votanti della città di Berna hanno accettato un credito di 3 milioni di franchi per il risanamento della sala principale della “Reitschule”. Contro il credito era stato lanciato un referendum motivato dalla situazione di disagio che regna nella zona, definita la “vergogna di Berna”. La città, proprietaria della zona, è incaricata di provvedere ai necessari risanamenti.
La città di Zurigo vuole la Sechseläutenplatz così com’è
I cittadini di Zurigo hanno respinto, con il 67,6%, l’iniziativa che voleva ridurre da un massimo di 185 all’anno le manifestazioni sulla celebre piazza. Hanno invece accettato, con il 61,5%, il controprogetto del Consiglio comunale che limita a un massimo di 180 le manifestazioni all’anno.
Sempre a Zurigo è stato accettato (7,3% di sì) un progetto pilota e un credito di 75 milioni di franchi per l’estensione della “Tagesschule” ad altre 24 scuole della città.
Con oltre il 73% di sì è stato accettato il progetto di costruzione da parte di una cooperativa di 350 appartamenti a carattere sociale. Si trattava di un credito di 42 milioni di franchi per la nuova destinazione di un’ampia area in Albisrieden. Contro il progetto il PLR aveva lanciato un’iniziativa che ha però raccolto solo il 34,9% dei voti. Accettati altri sei progetti di pianificazione e di edificazione ai quali è interessata la città.
A livello cantonale è stato invece respinta, con il 66,8 % dei voti, la proposta della maggioranza borghese del Gran Consiglio, di ridurre di ulteriori 30 milioni di franchi il contributo del cantone al Fondo per il traffico pubblico. Pure accettato con il 53,6% di voti favorevoli il progetto di legge che propone una riduzione delle imposte per le aziende. Su questo tema Zurigo pensa di tornare in autunno, quando la Confederazione avrà deciso il progetto Fisco 17.
Il Partito Popolare Democratico ha riconquistato il secondo seggio in Consiglio di Stato, perso vent’anni fa a vantaggio dei socialisti. Accanto all’uscente Mario Cavigelli entra così in governo Marcus Caduff, ridando così la maggioranza relativa al partito.
Salva di misura un solo seggio il PBD, dopo la rinuncia di Barbara Janom Steiner, con l’uscente capo del Dipartimento dell’economia Jon Domenic Parolini. Quest’ultimo batte però per soli 68 voti il candidato UDC Walther Schlegel, per cui è necessaria una riconta dei voti. Quest’ultima ha confermato l’elezione di Parolini, anche se solo per 31 voti. Per gli altri due posti a disposizione, il socialista Peter Peyer e il PLR Christian Rathgeb mantengono i loro seggi in governo.
Nelle elezioni grigionesi ha pesato lo scandalo degli appalti pubblici manipolati in Engadina, che hanno coinvolto soprattutto il PBD e lo stesso Parolini, che è anche sindaco di Scuol. A questo punto il partito ha rinunciato spontaneamente al secondo seggio in Consiglio di Stato, ritirando la candidatura di Andreas Felix. Per l’UDC è però il terzo tentativo fallito di entrare nel governo retico. Il nuovo governo entrerà in carica il 1.gennaio 2019.
In Gran Consiglio, il maggior perdente risulta ancora il PBD che perde 6 seggi e rimane a 21. Anche il PPD perde 2 seggi (29), mentre ne guadagna 1 il PLR (35). Anche i socialisti aumentano i seggi a 18 (+3), mentre rimane a 9 seggi l’UDC, salgono a 3 i Verdi liberali (+1), ne perdono 1 i senza partito (1) e ne restano vacanti ancora 4.
Pochi spostamenti nel canton Glarona
Nelle elezioni del Gran Consiglio del canton Glarona, guadagnano 2 seggi i Verdi liberali (4) e 1 seggio i socialisti (8). Salgono a 7 seggi i Verdi, resta 6 seggi il PPD, mentre perdono 2 seggi l’UDC (15), 1 seggio il PLR (11), 1 seggio il PBD (8) e ottiene 1 seggio la nuova formazione Glarus Nord. L’UDC rimane il partito di maggioranza relativa.
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