Il lato oscuro del 5G secondo gli esperti: Lo useremo tutti, ma con gravi incognite

Convegno a Mendrisio: in alcuni Cantoni svizzeri una moratoria per fermare questa tecnologia

Mendrisio (Canton Ticino) - È stato spiegato il 5G - la nuova tecnologia che riguarderà tutti noi possessori di telefoni mobili - in un convegno internazionale tenutosi il 29 giugno a Mendrisio, nella Svizzera italiana.

Convegno criticato su parte della stampa ticinese e RSI (TV Svizzera) poiché privo del contraddittorio con la controparte, cioè con gli esperti di quella parte di Scienza favorevole al 5G.

Il dott. Paolo Orio, uno dei relatori di Mendrisio, ha risposto in merito alla Gazzetta Svizzera: «Quale contraddittorio reclamano? Loro sono sempre visibili su tutti i media, interrompendo nei dibattiti chi sta spiegando cose diverse dalle loro. Una volta tanto, nei nostri convegni portiamo ai cittadini i nostri dati scientifici». Secondo Orio, la Scienza è divisa in due: quella che con le sue commissioni ha sempre una posizione conservativa e negazionista sui dubbi di altri scienziati, e la Scienza con posizioni cautelative rappresentata dalla comunità scientifica indipendente, slegata da lobby economiche e governative. Allora, cosa dicono i dati scientifici di studi indipendenti dalle lobby?

Dicono che le frequenze non ionizzanti, precisamente quelle del 5G, possono alterare lo stato delle cellule umane. Dicono che lo stress ossidativo di queste frequenze non ionizzanti portano la cellula di qualsiasi organismo vivente (esperimenti fatti oltre che su animali ed esseri umani, persino sulle cipolle, con i medesimi allarmanti risultati) “a subire una quantità insopportabile di agenti ossidanti che possono danneggiarla e sopprimerla. Questo, secondo quanto scrive Reardonne su Cnet.com, potrebbe anche favorire la formazione di tumori e altre malattie cardiovascolari, neurologiche e polmonari”.

Esperti e scienziati del convegno - studi alla mano - hanno spiegato alla platea la legittimità dei dubbi e delle incognite. Queste le perplessità elencate a Mendrisio e su cui il convegno ha invitato anche le Autorità a riflettere: la scienziata Fiorella Belpoggi, direttrice del Centro di ricerca sul cancro dell’Istituto Ramazzini di Bologna ha ricordato anche la figura di Bernardino Ramazzini: «Un medico del 1600 che per primo ha pronunciato le famose parole “prevenire è meglio che curare”. La nostra Onlus a lui dedicata ha anche il compito di divulgare i risultati delle nostre ricerche. Non è automatico che il risultati scomodi delle ricerche siano portati alla conoscenza dei cittadini. Di fronte al fatto che L’Agenzia Internazionale della Ricerca sul Cancro-IARC ha dichiarato “Possibile cancerogeno“, cosa abbiamo fatto? Niente. Nel mondo ci sono 6,6 miliardi di telefonini ognuno dei quali con il 5G avrà una connessione individuale direzionale che verrà direttamente dall’antenna».

La IARC colloca i campi elettromagnetici a radiofrequenza nella categoria “possibili agenti cancerogeni per l’uomo”, dunque, secondo la scienziata Belpoggi, perché se c’è un rischio dichiarato si va avanti come se non ci fosse?
In Svizzera alcuni Cantoni hanno posto una moratoria per fermare la sperimentazione del 5G, la stessa cosa è avvenuta in Belgio nell’area di Bruxelles, mentre la rete europea Stop 5G è attiva anche in Italia e preme affinché vi siano moratorie alla sperimentazione nei comuni coinvolti.

Un altro relatore, il fisico molecolare Andrea Grieco spiega: «L’Universo intero emette una radiazione che in sostanza è l’eco del Big Bang, e che riempie uniformemente lo spazio. Noi viviamo immersi in un brodo elettromagnetico naturale nel quale tutte le forme di vita si sono evolute. La banda di frequenze di questo brodo elettromagnetico naturale sta per essere invasa dalle frequenze del 5G. Istallando antenne 5G su montagne, lampioni, balconi e anche dall’alto, ad esempio sui droni e su circa 20.000 satelliti, prima di 3 anni verrà coperto il 98% del territorio italiano, in modo che la copertura sarà pressoché totale. In seguito saranno necessarie nuove bande di frequenza più potenziate perché aumenterà la quantità di dati scambiati». Grieco s’interroga sulla sicura escalation che dal 5G porterà al passaggio al 6G, 7G e così via.

Con l’internet delle cose, cioè gli oggetti che dialogano tra di loro e con l’utente, presto saranno parecchi miliardi i device (dispositivi) in uso sul pianeta: «Ci saranno 20 miliardi di devices connessi al 5G nel 2020, e saranno minimo 55 miliardi nel 2025. Come già l’attuale telefonia mobile, anche il 5G necessita della tecnologia radio ma a frequenze molto più alte e con radiazioni ionizzanti, cioè in grado di rompere i legami chimici di un organismo, di alterare il DNA con il rischio di provocare tumori».

In tutta Europa, negli ultimi mesi c`è stata una segnalazione di tagli indiscriminati di alberi che qualcuno ha collegato all’avvento del 5G: vero o falso?: «Quello che è vero è che gli alberi ostacolano la propagazione delle radiofrequenze soprattutto se si sale in frequenza, infatti le foglie degli alberi ricchi di acqua assorbono energia e quindi attenuano il segnale. Quindi se voglio piazzare l’antenna di fronte ad un bel platano, devo tagliarlo».

In Svizzera il 5G è già attivo in alcune città: «Il problema è che le radiazioni elettromagnetiche producono elettrosmog, ossia presenza di campi elettrici ed elettromagnetici artificiali potenzialmente dannosi, come detto, per gli esseri viventi».

Chi fissa i limiti di queste radiazioni?: «Attualmente i limiti di sicurezza sono dettati da un organismo internazionale privato (ICNIRP) su mandato dall’OMS e dai Governi. I Governi poi decidono se accettare o no questi limiti».

Tra i problemi di salute accertati, oltre ai rischi di tumori soprattutto per bambini e giovani, e ai testicoli per l’uso di tenerli nelle tasche dei pantaloni, vi è anche l’elettrosensibilità all’elettromagnetismo, di cui si parla poco ma che rende la vita impossibile a chi ne è affetto, portando alla perdita del posto del lavoro e a casi di suicidio.

In Italia se ne occupa l’Associazione Nazionale Elettrosensibili che si appella ad un “principio di precauzione affinché prima di agire si abbiamo in mano studi indipendenti che accertino gli effetti della nuova tecnologia”. Il presidente dell’Associazione, Paolo Orio, pone una precisa domanda: «Il 5G rappresenta un problema sanitario, sì o no? Secondo Asstel (Associazione Telecomunicazioni) - riporta Orio - gli effetti delle radiofrequenze del 5G entro i limiti stabiliti non sono dannosi e: “... non c’è alcun fondamento oggettivo alla richiesta di sospensiva dell’esercizio delle reti del 5G”».

Di fronte a queste rassicuranti affermazioni, Orio offre alcuni esempi pratici d’impronta contraria, come una Sentenza TAR del Lazio, che solo sull’uso dei normali telefoni mobili e cordless ha stabilito “....l’obbligo per i Ministeri dell’Ambiente, della Salute, dell’Università e Ricerca... ad una campagna informativa rivolta all’intera popolazione sui rischi per la salute e per l’ambiente connessi ad un uso improprio di tali apparecchi”.

«Sappiamo che tutti ne facciamo un uso improprio tenendoli vicino al corpo, a diretto contatto con le orecchie o nelle tasche, ecc.- prosegue Paolo Orio - Maggiori rischi ci saranno con il 5G per le maggiori radiazioni diffuse. E cosa fa lo Stato? Fa ricorso per bloccare questa sentenza...».

Persino alcuni ambienti economici sono in allarme per questa troppo invasiva tecnologia, tanto è vero che, riferisce Paolo Orio: «La compagnia di assicurazioni Swiss Re prevede che probabilmente aumenteranno molto le richieste di risarcimento per danni alla salute dovuti ai più elevati livelli di radiazioni elettromagnetiche del 5G. Quindi non si stipuleranno polizze per eventuali danni dovuti a questa tecnologia. Così come faranno i Lloyds e altre compagnie assicurative nel mondo...». Questi allarmi, che provengono non già da complottisti, bensì da parte di scienziati di ogni categoria, Comuni, Cantoni, cittadini, assicurazioni, in merito ai danni sulla nostra salute sono dettagliati e troppi per essere ingiustificati.

Il dubbio nonché legittimo è doveroso: abbiamo davvero necessità del 5G ossia di una trasmissione dei dati cento volte più veloce di quella attuale?
Conclude il dott. Paolo Orio: «C’è una frase, detta da una donna elettrosensibile sul nostro sito, che dice l’unica verità: Adesso tutti hanno deciso che non possono fare a meno di telefoni e tecnologia, ma sai di cosa non si può fare a meno? Della salute».

Nota della redazione: le opinioni espresse in questo articolo non sono esaustive di tutte quelle che attualmente animano il dibattito sul tema.

Il movimento ‘Stop 5G Ticino’ ha organizzato un Convegno internazionale a Mendrisio dove i cittadini hanno potuto ascoltare gli interventi di scienziati ed esperti sui dubbi generati dalla nuova tecnologia 5G per la telefonia mobile. Tra i relatori, Fiorella Belpoggi, scienziata e direttrice del Centro di ricerca sul cancro dell’Istituto Ramazzini di Bologna, Andrea Grieco, fisico, esperto di campi elettromagnetici, docente di matematica e fisica, Paolo Orio, presidente dell’Associazione Italiana Elettrosensibili.

Annamaria Lorefice
lorefice.annamaria@gmail.com