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In Svizzera come in Italia sono molti i cittadini frustrati per le limitazioni da parte dei tecnici comunali

    A Bienne vendono la loro casa a causa della tinta sulle facciate

    Lugano - Quando ci si appresta a dipingere le mura esterne della propria casa, attenzione alla scelta del colore. È risaputo che ci siano disposizioni comunali che regolano la gamma di colori possibili o addirittura che stabiliscano un preciso colore per le facciate.
    Capita però di dimenticare di farvi riferimento e allora sono guai, sia che abbiate una casa in Svizzera oppure in Italia. Sembra un argomento banale, tuttavia nella realtà dei fatti sono in ballo enormi frustrazioni da parte di molte persone e tanti soldi buttati ogni anno a causa di una scelta così innocua come ridipingere una facciata.

    Uno dei casi che più ha colpito l’opinione pubblica di Bienne è stato quello dei coniugi Zysset, finiti in guai economici nel 2016 per aver rinnovato le pareti esterne della loro casa con tinta arancione. Disperati, hanno pensato addirittura di dover vendere la casa dopo l’imposizione del loro comune di ritinteggiare di nuovo in grigio. La coppia di pensionati proprietaria dell’immobile, aveva deciso di ridipingere i muri scegliendo un bel colore arancio. Chiamano gli imbianchini che eseguono il lavoro per 27 mila franchi. A lavoro finito, arriva dal comune un atto ufficiale che ordina loro di ridipingere nuovamente le facciate del colore precedente.

    Arancione non si può
    Ciò in considerazione del contesto: nella zona tutte le case devono essere dipinte in tonalità che richiamano il grigio, pertanto la loro casa spicca e diventa - secondo il comune - una “nota stonata”. La coppia aveva scelto il gioioso arancione suggestionata da un recente viaggio in Norvegia dove le abitazioni sono di vari colori. Non ha sortito alcun effetto il loro ricorso e gli sono stati accordati sei mesi di tempo per correggere la tinta. «Dopo aver sborsato i soldi per la causa, dobbiamo di nuovo spendere altri 27 mila franchi per il ritinteggio, da qui il rischio di dover vendere la casa». I concittadini mossi a pietà avevano avviato una petizione a favore della coppia.

    I gusti dei tecnici
    Innanzitutto ai proprietari è stato contestato di non aver interpellato le autorità comunali prima di eseguire i lavori. La colorazione eseguita contravviene a precise norme che tutelano il paesaggio e se la legge non ammette ignoranza ecco arrivare “la giusta pena”, ossia ridipingere di nuovo le pareti con il colore consentito, e, se il caso avviene in Italia, è possibile ricevere anche una sanzione amministrativa.

    Dunque attenzione alla colorazione che contravviene alla tutela del paesaggio e dell’ambiente. Su quest’ultimo punto il cittadino si trova un po’ confuso, poiché per ambiente si può intendere l’ecologia, e allora sarebbero da considerare i tipi ti materiali usati, in questo caso le vernici utilizzate per la dipintura. Ma non sembra che venga mai fatta dai comuni un’indagine in questo senso. Quindi rimaniamo sul paesaggio e la sua armonia; bè, a guardare la foto in alto su questa pagina, la casa arancione sembra donare una nota di allegria in un paesaggio davvero freddo, monotono e triste… Secondo studi attendibili, i colori giocano funzioni importanti per l’essere umano, sia che l’impatto sia nell’ambito privato, muri, arredamento, abbigliamento, sia in ambito pubblico, come ospedali, scuole, posti di lavoro, sia in ambito esterno come il paesaggio, appunto.

    Vi sono comuni in Italia dove vincono i gusti di alcuni tecnici dei quali non si capiscono le logiche. In posti di lago dove in antichità vigevano i colori pastello, tra cui il rosa, questi sono vietati con l’imposizione dell’onnipresente ocra e tutto si appiattisce spesso su brutti gialli. Insomma, in quanto a buon gusto, in alcuni comuni non ci siamo, e dovrebbero restare fermi i principi del buon gusto anche da parte dei tecnici. Se norme ci devono essere sono senz’altro quelle del dovuto mantenimento dello status quo per quanto riguarda edifici e nuclei storici.

    Anche la vista altrui è opportuno che venga tutelata da brutture estreme. Aprire la finestra e ritrovarsi a poca distanza muri dipinti di un “bel” nero antracite, di certo non farebbe piacere a nessuno, ma in Ticino succede anche questo.

    In Ticino troppa libertà
    In Canton Ticino c’è una maggiore libertà e Cadenazzo risulta essere il comune più appariscente in termini di colorazioni delle case. Proprio il mese scorso è stato redatto un nuovo regolamento edilizio in fase di approvazione che proibirà tinte “eccessivamente brillanti, sature e intense”.

    C’è chi ritiene ragionevole una limitazione, c’è chi si sente violato nella propria libertà di scelta. D’altronde a lasciar troppo fare ad architetti con vezzo di firmare vere e proprie stramberie a privati troppo creativi che vorrebbero i brillantini sulle facciate, si corre il rischio del trash. L’allegria delle tinte può benissimo accompagnarsi all’armonia d’insieme. I più agguerriti sul fronte “libertà di colore” ricordano che le amministrazioni dovrebbero concentrarsi di più su altri misfatti a danno del paesaggio, il quale in Ticino è già seriamente compromesso: sparite Villa Branca e la Romantica di Melide, immemori dello scempio tra gli scempi, cioè la distruzione nel 1961 del Castello di Trevano, di indiscutibile pregio con preziosi marmi e cristalli, raso al suolo per fare spazio ad una scuola in puro cemento…

    Pratiche e bolli in Italia
    In Italia, attenzione a fare erroneamente di testa propria perché, come detto, oltre alla doppia spesa per l’obbligo di ridipingere secondo le disposizioni comunali, si incorre anche nelle sanzioni amministrative.

    Armando B. ci racconta: «Risiedo in Svizzera ma ho una casa in Italia, non sapevo di tutte queste norme, ho speso più in pratiche, bolli e geometra che non per il lavoro di imbiancatura e di un piccolo restauro. Mi hanno imposto un colore orrendo per i miei gusti, mi dicono che potrò chiedere una modifica ai Beni ambientali, ma la pratica è costosa e l’esito incerto. Non so se fare causa, sono amareggiato».

    Se poi si risiede in aere sotto tutela paesaggistica occorre recarsi prima dal tecnico comunale per stare tranquilli con i colori giusti. Intanto, i coniugi di Bienne hanno venduto la casa e si sono da poco trasferiti in Africa (paese d origine della consorte) e affermano di vivere felici in una casa che dipingeranno di bianco circondati dai colori caldi del potente sole. La famosa casa arancione di Bienne proprio in questi giorni tornerà grigia come tutte le altre del quartiere.

    Annamaria Lorefice
    lorefice.annamaria@gmail.com

    Il quartiere di Bienne (BE) dove la casa arancione spicca tra le altre.
    A causa dell’imposizione delle autorità di ridipingerla di grigio, i proprietari hanno deciso di venderla ed emigrare.
    Una Svizzera “troppo grigia” è stato il leitmotive di una petizione e delle proteste via web.

    Esempi di case coloratissime in Ticino e in Italia. Ma nella maggior parte dei comuni le limitazioni sono piuttosto serie e si può incorrenre in sanzioni (foto douglass.com e TIo).

    Le appariscenti case di Cedenazzo in Ticino, e la moda del nero sulle facciate adottata da alcuni architetti (foto douglass.com e TIo).