Ingresso in Svizzera dall’Italia ai tempi della pandemia

Nessuna restrizione per i cittadini elvetici. Ristabilita la libera circolazione anche per l’Italia.

Caro Avvocato,
ho letto la sua risposta sull’ultima Gazzetta Svizzera riguardante l’ingresso in Italia a seguito delle restrizioni dovute al Covid-19 e mi congratulo con lei per la sua chiarezza.
Ma mentre le faccio i complimenti devo anche farle un appunto perché in merito al ritorno in Svizzera della lettrice lei è stato molto sbrigativo.

Orbene la mia domanda a questo punto è la seguente: ma l’ingresso in Svizzera per chi proviene dall’Italia è consentito? E in ogni caso quali sono le limitazioni per l’ingresso in Svizzera per chi viene dall’Italia o comunque vuole rientrare in Svizzera?

Leggo infatti da più parti che in realtà la Svizzera sta ancora valutando se consentire il libero ingresso e la riapertura dei valichi di frontiera con l’Italia. Cosa ci può dire in proposito?
Ancora complimenti per la sua rubrica e grazie per le informazioni.

Cordialità
W. (Milano)


Gentile Lettore,
vedo che Lei è stato molto attento nella lettura del nostro periodico e di ciò naturalmente mi compiaccio.

In effetti la questione del rientro nella Confederazione della nostra amica del mese scorso è stata risolta in maniera fugace senza particolari spiegazioni.
Mi scuso con tutti Voi ma ciò in realtà è dovuto a due semplici ragioni. La prima è giuridica, in quanto per via della sua cittadinanza svizzera la nostra lettrice non avrebbe incontrato nessuna difficoltà a fare ingresso in Svizzera, come accennavo appunto nell’articolo. L’altra è prettamente tecnica ed è banalmente dovuta a motivi di spazio della rubrica.
Provvedo ora dunque a rispondere alla Sua sollecitazione ed a colmare questa piccola lacuna, fornendo una spiegazione più articolata della questione.

Va quindi in primo luogo ricordato che il cittadino svizzero vanta un diritto di rango costituzionale a fare ingresso nella Confederazione Elvetica. Dispone, infatti, l’art 24 della Costituzione Federale sulla libertà di domicilio:
1. Ogni persona di cittadinanza svizzera può stabilirsi in qualsiasi luogo del Paese.
2. Ha il diritto di lasciare la Svizzera e di entrarvi.

Entrando invece più nel merito della pandemia e dei provvedimenti adottati anche dalla Svizzera per limitare la mobilità e, conseguentemente, il pericolo di diffusione del contagio da Coronavirus di altri soggetti in Svizzera, va innanzittutto evidenziato che nella Confederazione è in vigore un provvedimento legislativo specifico in materia.

Si tratta della Legge federale sulla lotta contro le malattie trasmissibili dell’essere umano (o Legge sulle epidemie, LEp) del 28 settembre 2012 e successive revisioni.
Tale normativa prevede, ad esempio, che il Consiglio Federale possa emanare disposizioni sul trasporto internazionale di viaggiatori per evitare che malattie trasmissibili si propaghino a livello transfrontaliero, e che l’UFSP - Ufficio Federale della Sanità Pubblica possa imporre alle persone che entrano in Svizzera o che la lasciano i seguenti obblighi (Art. 41 LEp):
- fornire la loro identità, il loro itinerario e il loro recapito;
- presentare un certificato di vaccinazione o di profilassi;
- fornire informazioni sul loro stato di salute;
- presentare un certificato medico;
- sottoporsi a una visita medica.

In realtà, anche durante la fase acuta e l’inasprimento delle misure di contenimento a marzo, i cittadini svizzeri hanno sempre potuto entrare in Svizzera dall’Italia (e dagli altri Paesi limitrofi). Insieme a loro, potevano varcare il confine soltanto le persone con un permesso di soggiorno e quelle che dovevano fare ingresso in Svizzera per motivi professionali, o in situazione di assoluta necessità. Viceversa il traffico di transito e il trasporto di merci era consentito senza restrizioni.

Il Consiglio Federale in data 8 maggio 2020, con effetto dall’11 maggio (in realtà parzialmente anche prima) aveva poi deciso un allentamento delle limitazioni all’entrata in Svizzera, come accennavo nella mia risposta del mese scorso.

Senza voler ricostruire anche qui una puntuale casistica ed il susseguirsi di provvedimenti adottati in base al continuo evolversi della situazione sanitaria, vediamo solo gli sviluppi più recenti e la situazione alla data odierna.

Il Consiglio Federale in data 27 maggio 2020 ha infatti emanato un ulteriore provvedimento con il quale ha statuito un allentamento (il terzo) ancor più ampio delle misure restrittive adottate, ed in particolare ha consentito, tra le altre cose, allenamenti sportivi individuali, l’insegnamento scolastico nelle scuole medie e secondarie in presenza, l’apertura di teatri, cinema, piscine, discoteche e locali notturni, gruppi superiori a 4 persone nei ristoranti (e persino… i servizi erotici).

Viceversa sono rimasti vietati assembramenti di più di 30 persone (prima erano 5), manifestazioni con più di 300 persone e competizioni sportive che prevedano stretto contatto fisico.
In ogni caso, permane la necessità di distanziamento sociale, e ove ciò non sia possibile l’uso della mascherina, il rispetto delle regole di igiene, e consigliabile il lavoro da home office.
Per quanto riguarda le frontiere, già in precedenza era stata prevista l’apertura con Germania, Austria e Francia ma non con l’Italia, come ipotizzava correttamente Lei.
Mentre infatti si era concordato che dal 15 giugno si sarebbero riaperto i confini con questi tre Paesi, ristabilendo piena libertà di circolazione delle persone a condizione che l’evoluzione della diffusione del Covid-19 fosse positiva, l’Italia non era menzionata.

D’altronde l’Italia aveva annunciato unilateralmente la riapertura delle frontiere dal 3 giugno, come abbiamo riferito il mese scorso.
Sul punto la Svizzera aveva avviato colloqui con l’Italia, ritenendo tale data prematura ed in maniera tale da coordinarsi sull’abolizione di controlli al confine, ma comunque, ribadiamo nuovamente, nessuna restrizione riguardava i cittadini svizzeri.

Infatti l’Ordinanza 2 COVID-19 datata 13 marzo 2020 ma periodicamente aggiornata in base alle suddette decisioni citate, allo stato del 1° giugno 2020 prevedeva in ordine alle frontiere che le persone provenienti d regioni a rischio che potessero entrare in Svizzera fossero le seguenti (art. 3):
- cittadini svizzeri;
- persone con documenti di viaggio validi per l’espatrio, e
- un titolo di soggiorno (permesso di dimora svizzero, permesso per frontalieri, visto svizzero per “colloqui d’affari” di specialisti del settore sanitario o “visita ufficiale” di grande importanza),
- un permesso di entrata, con visto rilasciato dalla Svizzera;
- soggetti beneficiari della libera circolazione in possesso di un motivo professionale e di un attestato di notifica (per attività lucrativa o prestazione di servizi fino a 90 giorni/anno);
- soggetti che effettuano il trasporto di merci professionale;
- persone in mero transito in Svizzera con destinazione un altro Paese;
- soggetti in situazione di assoluta necessità (da dimostrare ma comunque soggetta al discrezionale apprezzamento dell’autorità di confine svizzera);
- specialisti del settore sanitario di grande importanza;

Anche i ricongiungimenti familiari con cittadini svizzeri non erano soggetti a restrizioni sanitarie (art. 3c), mentre tra i casi di assoluta necessità, purchè documentati, rientravano, ad esempio, senz’altro trattamenti medici indispensabili, visite in caso di decesso o gravissima malattia di uno stretto familiare residente in Svizzera (coniuge, partner, genitori, fratello o sorella, nipote, cognato o cognata), accudimento di familiari malati (senza limiti di parentela), visite ai membri del nucleo familiare (ma non altri parenti) e persino appuntamenti d’affari indifferibili, nonchè udienze (contrariamente al caso italiano).

Per tutti gli altri soggetti sarebbero rimaste applicabili le ordinarie norme della Legge federale sugli stranieri e loro integrazione (LStrI) del 16 dicembre 2005 e successive revisioni.

Sennonchè, da allora la situazione si è evoluta ulteriormente ed ancor più recentemente, la Svizzera ha prima annunciato e poi il 12 giugno 2020 ha deciso di revocare le vigenti restrizioni d’entrata nei confronti di tutti gli Stati UE/AELS ed il Regno Unito a partire dal 15 giugno, e dunque anche l’Italia.

Fanno ancora parzialmente eccezione Irlanda, Bulgaria, Cipro, Croazia e Romania (che pur membri UE non fanno parte dell’area Schengen) ed il Regno Unito (per il quale l’Accordo di libera circolazione varrà sino al 31.12.2020) che restano sulla lista dei Paesi a rischio, e pertanto, mentre i cittadini di tali Stati ed i loro familiari potranno circolare liberamente, i cittadini di Stati terzi (salve motivate eccezioni) provenienti da questi Paesi saranno soggetti a restrizioni.

Dunque allorquando questo numero della nostra Gazzetta Svizzera verrà pubblicato, saranno cadute anche le ultime restrizioni per chi proviene dall’area Schengen e ripristinata la libera circolazione per questi Paesi, così come riaperti tutti i valichi di frontiera. L’auspicio, ovviamente, è che queste decisioni siano definitive anche per il futuro.
Spero, a questo punto, di avere soddisfatto la Sua più che legittima curiosità, che immagino essere anche di molti altri nostri Lettori.

Nell’occasione saluto tutti con l’augurio di poter tornare al più presto ad una condizione di normalità (o quanto di più gli assomigli), soprattutto in vista delle vacanze estive. Arrivederci a settembre!

Avv. Markus W. Wiget