Intervista di Gazzetta a Urs Schaeppi, CEO di Swisscom SA, la principale società di telecomunicazioni elvetica.

“Il mondo post-pandemia si contraddistinguerà da digitalizzazione, sostenibilità e nuove forme di cooperazione”

Urs Schaeppi: può dirci in che modo Swisscom sta vivendo questi mesi di crisi e pandemia?
In primo luogo tutti gli aspetti legati alla digitalizzazione, alla connettività, alla protezione e alla sicurezza dei dati sono diventati ancora più importanti. La pandemia ha mostrato quanto le nostre reti siano importanti per l'economia e la società. Altrettanto fondamentale è l’estensione della rete fissa su fibra ottica (con l’obiettivo di raddoppiare i collegamenti FTTH entro il 2025) e, lo ribadisco, rete mobile 5G. Swisscom investe quindi ca. 2,3 milliardi all’anno in Svizzera e in Italia.

Telelavoro, digitalizzazione sempre più diffusa: è possibile «misurare» questo cambiamento di abitudini della popolazione? E se sì, come?
In generale c’è stata una fortissima evoluzione in questa direzione, che continua ad essere molto intensa. Il traffico di dati aumenta, con percentuali che nel traffico dati mobile toccano un +30% circa annuo. L'uso dello streaming (Swisscom TV, Netflix, ecc.) è notevolmente aumentato, ci sono molte più telefonate e le applicazioni per l'home office stanno vivendo un boom. Grazie alla politica d'investimento a lungo termine e lungimirante di Swisscom, le nostre reti resistono bene all'assalto.

In che modo Swisscom si vede coinvolta nel processo di digitalizzazione della Svizzera?
I megatrend cambiano le nostre abitudini, il modo di lavorare e gli spazi in cui viviamo. E questo è vero soprattutto per il megatrend della digitalizzazione: siamo connessi sempre e ovunque, per lavoro o per piacere. Viviamo in smart city e lavoriamo con modelli flessibili. I nostri acquisti sono più consapevoli e facciamo un uso più sostenibile delle risorse. Oltre ai vantaggi che offrono alla società, i megatrend creano nuovi mercati di crescita per il settore ICT, rivelandosi un motore della crescita economica. Ed è su questo che puntiamo investendo miliardi ogni anno nelle infrastrutture e nelle reti del futuro. Che si tratti di reti in fibra ottica, 5G o soluzioni cloud. Stiamo sviluppando già oggi soluzioni intelligenti per la Svizzera di domani. Perché una cosa è certa: il futuro sarà digitale. Ciò significa che i nostri clienti possono facilmente beneficiare dei vantaggi della digitalizzazione.

Swisscom ha fortemente investito nelle partnership, come dimostra bene ad esempio l’acquisizione di Fastweb. Quali sono le ragioni e i vantaggi di questa scelta?
Le altre divisioni operative integrano la nostra attività principale in segmenti speciali o la supportano nei settori commerciali affini. Società affiliate e partecipazioni in nuovi settori servono a conquistare i mercati in crescita. Ci concentriamo su collaborazioni in grado di rafforzare il valore aziendale sul lungo periodo. Come p.e. la nostra affiliata Fastweb in Italia. Fastweb gestisce la seconda rete per importanza e fissa nuovi standard grazie a servizi voce, dati, internet e IP-TV nonché video on demand per clienti privati e commerciali. Fastweb è la seconda divisione operativa più importante di Swisscom dopo Swisscom Svizzera.

Come in molte altre parti d’Europa, anche in Svizzera il 5G fa molto discutere. Secondo lei perché?
So bene che le nuove tecnologie possono generare dei timori. La discussione però non può prescindere dagli ultimi sviluppi scientifici e tecnologici. A questo proposito, abbiamo avuto discussioni simili quando è stato introdotto il 3G. Senza la tecnologia 3G, oggi non avremmo gli smartphone. Il 5G, d'altra parte, è più efficiente e consente tutta una serie di nuove applicazioni, ad esempio nell'industria per aumentare la produttività o in agricoltura per una concimazione più sostenibile. Il 5G crea posti di lavoro e offre più opportunità per i nostri clienti. Noi costruiamo la piattaforma e le innovazioni vengono create su di essa.

Un altro aspetto è quello che riguarda gli stipendi dei manager delle imprese parastatali. Molti sono dell’opinione che questi stipendi dovrebbero avere un tetto massimo. Swisscom ritiene tuttavia che questa discussione non la riguardi. Perché?
Swisscom opera in un mercato globale completamente liberalizzato, è quotata in borsa e ha un valore di mercato di circa 25 miliardi di CHF. Oltre alla Confederazione come azionista di maggioranza, Swisscom è di proprietà di circa 70'000 azionisti privati. Oggi Swisscom non ha né una protezione monopolistica né riceve sovvenzioni. Inoltre, siamo in competizione per i migliori talenti con fornitori privati e globali come IBM, Google e le grandi banche. La regolamentazione dei salari metterebbe Swisscom in uno svantaggio unilaterale sul mercato per i migliori talenti. Va detto che gli stipendi di Swisscom sono sostenuti dagli azionisti con un elevato grado di approvazione e sono adeguati nel confronto con altre grandi aziende. In occasione dell'ultima Assemblea generale di Swisscom è stata messa in votazione per la sesta volta la remunerazione del Consiglio di amministrazione e della Direzione del Gruppo. Più recentemente, oltre il 99% ha detto di sì.

Ed ecco la domanda da un milione di franchi: una volta che la pandemia sarà passata, che cosa rimarrà di questa ondata di digitalizzazione e che cosa invece tornerà come prima?
Ancora non sappiamo quando potremo tirare un sospiro di sollievo, né se e quando il virus scomparirà del tutto dalle nostre vite. Quello che però è certo fin da oggi è che il mondo post-pandemia sarà diverso da quello cui eravamo abituati prima. Le tendenze determinanti sono, per esempio, la digitalizzazione, la sostenibilità o le nuove forme di cooperazione. Dovremmo vedere i cambiamenti come un'opportunità e assicurare il progresso e la prosperità con le innovazioni. Sono convinto che la Svizzera coglierà le opportunità.

“Le nuove tecnologie sono opportunità. Sono convinto che la Svizzera riuscirà a coglierle.”

 

Nella Direzione del Gruppo da marzo 2006.

Nato nel 1960, diplomato in ingegneria, ETH di Zurigo Lic. oec., Università di San Gallo.

È responsabile di Swisscom (Svizzera) SA e Executive Officer di Swisscom dal 2013. Ha un diploma in inge-gneria del politecnico federale di Zurigo e una laurea in economia aziendale conseguita all’Università di San Gallo.

Inizia la sua carriera da Iveco nel settore Ricerca e sviluppo e da Ascom nel marketing. In seguito, passa alla cartiera di Biberist come responsabile aziendale.

Dopo la costituzione di Swisscom fa il suo ingresso nel settore della telefonia mobile come responsabile Commercial Business. Nel 2006 è nominato CEO del comparto soluzioni di Swisscom e poco dopo responsa-bile della divisione operativa Grandi Aziende, entrando così a far parte della Direzione del Gruppo Swisscom.

Dal 7 novembre 2013 è CEO di Swisscom SA. Inoltre, fa parte di diversi organi direttivi di organizzazioni nel campo dell’economia e della formazione ed è presidente del Consiglio di amministrazione di Fastweb, Italia.