Le camere da letto sorvegliate dagli ispettori delle assicurazioni?

In votazione il 25 novembre una legge severa contro gli abusi nelle assicurazioni sociali

Il 25 novembre il popolo svizzero sarà chiamato a votare una legge severa concernente gli abusi in materia di assicurazioni sociali. Un piccolo gruppo di cittadini ha lanciato un referendum contro l’impiego di detective sociali da parte delle compagnie di assicurazioni.

Ricevere indebitamente prestazioni sociali a spese del contribuente non è considerata un’infrazione minore. Quando uno di questi atti viene reso pubblico,solleva giustamente un’ondata di indignazioni. Come nel caso di quella signora che, secondo i termini del certificato medico, aveva grandi difficoltà a muoversi, il che non le ha però impedito, poco dopo, di usare tacchi molto alti. Il fatto è stato citato durante il dibattito parlamentare dalla signora Ruth Humbel, consigliera nazionale PPD, e rivelato da immagini registrate da una telecamera di sorveglianza.

Ma fin dove può giungere questa sorveglianza? Il Parlamento ha dovuto affrontare questa questione in occasione della consultazione sulle basi giuridiche di una tale misura. La Corte suprema dei diritti dall’uomo e il Tribunale federale svizzero avevano in precedenza deplorato l’assenza di basi giuridiche a favore di questa sorveglianza.

Questo tipo di frode dell’assicurazione non è tuttavia molto diffuso: secondo l’Ufficio federale delle assicurazioni sociali (UFAS), l’assicurazione contro l’invalidità (AI) avrebbe, nel 2017, costatato 630 abusi, cioè lo 0,3% dei 220’000 beneficiari dell’AI in totale. I due terzi di questi abusi non sono tuttavia stati scoperti grazie a misure di sorveglianza, ma, tra l’altro, grazie a esami medici ripetuti. Nonostante tutto, il Parlamento vorrebbe adottare una legge relativamente severa.

Le assicurazioni – e cioè l’AI, l’AVS, la cassa malati, l’assicurazione infortuni, l’assicurazione contro la disoccupazione, l’assicurazione per le indennità giornaliere, le prestazioni complementari – potrebbero, secondo il testo di legge da discutere, sorvegliare un assicurato sotto copertura, procedere nell’ambito dell’inchiesta a registrazioni audio e video e utilizzare tecniche di posizionamento. L’adozione di una tale misura sarebbe a discrezione di un membro della direzione della compagnia d’assicurazione interessata, il quale potrebbe utilizzare anche specialisti esterni, e quindi detective privati. L’utilizzazione di “tecniche di posizionamento” come il GPS o i droni, richiederebbe l’autorizzazione preventiva di un tribunale.

Il Consiglio federale privilegia la discrezione
Prima del dibattito parlamentare, alcuni professori hanno messo in guardia contro una legge che attribuisca ampie prerogative alle compagnie d’assicurazione. Del resto anche il Consiglio federale non vorrebbe che si autorizzassero sistemi di posizionamento. Alain Berset, capo del Dipartimento federale dell’interno, evocava anche la protezione della sfera privata e il principio di proporzionalità. In Parlamento si è tuttavia imposta la linea dura. Alex Kuprecht, consigliere UDC agli Stati, ha dichiarato di fidarsi maggiormente degli uomini d’azione che dei professori di diritto. Pirmin Bischof, consigliere PPD agli Stati, si è pronunciato a favore dei sistemi GPS, i soli capaci di localizzare persone che commettano abusi e che, per definizione, non sarebbero sempre raggiungibili al loro domicilio.

Coloro che criticano il progetto di legge favoriscono tuttavia la lotta contro la frode, pur volendo salvaguardare le fondamenta di uno Stato di diritto. Non sono certamente alcune centinaia di frodatori che, secondo Silvia Schenker, consigliera nazionale PS, giustificherebbero un sospetto generalizzato. Hans Stoeckli, consigliere PS agli Stati, ricorda che il Parlamento ha recentemente rifiutato un inasprimento della legge contro i delitti fiscali.

Le compagnie d’assicurazione fanno la polizia
Nonostante tutte le critiche espresse in Parlamento, la sinistra non vuole lanciare un referendum. Il PS teme un dibattito sui “parassiti sociali” e si è soltanto infilato nella breccia quando un piccolo gruppo, attorno alla scrittrice Sibylle Berg e lo specialista delle campagne Dimitri Rougy, ha lanciato con successo una petizione “online”. Secondo gli avversari della legge di sorveglianza “mai finora una legge si è immischiata così a fondo nella vita privata di un’intera popolazione”.

La legge permetterebbe perfino di filmare la camera da letto se quest’ultima fosse accessibile allo sguardo. Ai difensori del referendum dà fastidio soprattutto il fatto che gli assicuratori sarebbero padroni della loro decisione e toccherebbe loro determinare se e con quali mezzi sorveglierebbero i loro propri clienti e contribuenti. La lotta contro la criminalità, le inchieste e la sorveglianza ravvicinata sarebbero, secondo loro, unicamente di competenza della polizia e non degli assicuratori. Un detective sociale incaricato da una compagnia d’assicurazione tenderebbe sempre ad accontentare il suo mandante, fornendogli i cliché desiderati. E non è un segreto per nessuno che “gli assicuratori vorrebbero pagare il meno possibile” sostengono gli avversari della legge.

Jürg Müller
Revue Suisse

La scrittrice Sibylle Berg (a destra), Silvia Schenker, consigliera nazionale e Dimitri Rougy in occasione del deposito delle firme raccolte. (foto Keystone)