Interessante conferenza del capitano di Stato Maggiore Vincenzo Falanga
Il Circolo Svizzero Catania viene incontro al desiderio di tanti soci e amici di avere più serate dedicate al tema “Svizzera, usi, tradizioni, storia, cultura e società” e, grazie al personale impegno e diretto contatto del presidente Pippo Basile, coadiuvato da tutto il comitato direttivo, la sera di venerdì 6 aprile 2018 abbiamo avuto la possibilità, direi anzi il privilegio, di ascoltare la conferenza sul tema “Le capacità dell’Esercito Svizzero e le sue missioni all’estero”. Il pubblico in sala è numeroso e per l’occasione sono tornati al circolo anche soci anziani, come il nostro amato Luca Caviezel, il quale, con i suoi ben portati novantacinque anni, ha voluto essere presente in prima fila: siamo tutti attenti, l’argomento è interessante e anche molto importante, visto il generale mutamento degli equilibri geopolitici.
“Sarà una sorpresa per tutti !” esordisce la nostra Console Onoraria di Svizzera Sandra Brodbeck presentando il relatore, Uff. spec. Capitano Vincenzo Falanga dello Stato Maggiore dell’Istruzione Operativa dell’Esercito Svizzero.
Il Capitano Falanga, con una certa emozione e molto entusiasmo, inizia il suo intervento ringraziando innanzitutto i Protocolli militari di Italia e Svizzera che, visionati tema e contenuti della relazione, rendono possibile questo incontro, autorizzando a lui di intervenire indossando la divisa in territorio italiano. È presente in divisa anche il nostro socio, Assistente Capo Coordinatore della Polizia di Stato Marcello Amari.
Poi passa ad illustrarci il nuovo organigramma dell’Esercito Svizzero, valido dal 1 gennaio 2018, che fa direttamente capo al Ministro che dà mandato al Capo dell’Esercito che a sua volta si relaziona con i suoi relativi generali a capo dello Stato Maggiore Generale, del Comando Istruzione, del Comando Operazioni, della Base d’aiuto alla condotta ed alla Base logistica dell’esercito: si possono contare 158.435 effettivi, di cui 1.152 donne, suddivisi in dieci brigate, di cui due di riserva, ed entro il 31 dicembre 2022 gli effettivi devono essere ridotti a 100.000 militari con nuovo equipaggiamento personale completo e moderno in attuazione del programma “Ulteriore Sviluppo dell’Esercito” (USEs). Il nuovo budget dell’esercito ammonta a cinque miliardi di franchi all’anno. In Svizzera, ci ricorda il Capitano, la leva è obbligatoria e i richiamati fanno servizio nell’esercito o nella protezione della popolazione. Ai ragazzi a 16 anni arriva il primo avviso che li prepara alla visita dei 18 anni (previa secondo avviso), dove si fanno test fisici, medici e psico-attitudinali e dove si possono indicare tre preferenze come destinazione del proprio servizio. Inoltre a partire dai 15, 16 e 17 anni, è possibile seguire dei corsi speciali di avviamento, tipo esploratori paracadutisti, specialisti di montagna, piloti militari, conducenti di cani, musica militare, specialisti di lingue, pontonieri, giovani autisti, giovani tiratori, esploratori radio strategici, specialisti del treno e di veterinaria, sanità militare, tecniche informatiche, che saranno motivo di selezione preferenziale al momento della Scuola Reclute (SR). Questa si fa dai 19 ai 25 anni e dura 18 settimane, 23 settimane per i corpi speciali, e comprende quattro punti chiave in materia d’istruzione: l’istruzione di base generale (IBG), l’istruzione di base ampliata (IBA), l’istruzione di base alla funzione (IBF) e l’istruzione di reparto (IDR 1). I futuri quadri assolvono al pari dei futuri gradi di truppa l’intera scuola reclute. Dopo ci saranno i Corsi di Recupero (CR), che durano tre settimane ogni anno, per sei anni. Il congedo arriva dopo dieci anni per soldati e sottufficiali, mentre per gli sottufficiali superiori e gli ufficiali dipende dal ruolo e dal grado raggiunti. Fuori servizio rimane l’obbligo una volta l’anno di allenarsi al campo di tiro con l’arma personale (pistola o fucile d’assalto), che ogni militare svizzero custodisce con l’equipaggiamento personale a casa (principio della prontezza d’impiego).
Le Forze aeree (aeronautica militare e difesa contraerea, i quali mezzi verranno interamente modernizzati in attuazione del programma Air2030 con un volume finanziario massimo pari a otto miliardi di franchi), sono integrate nelle Forze terrestri, i suoi piloti fanno un corso di formazione che dura sei anni con esercitazioni e formazione anche all’estero, per esempio in Italia, e di solito sono militari di professione; non c’è invece una vera e propria Marina militare, se si escludono i 14 battelli pattugliatori nei laghi frontalieri.
L’Esercito Svizzero ha, nel contesto europeo, una base solida, si suddivide in quattro regioni territoriali, tutte con le stesse competenze e capacità, ognuna con il suo comandante.
Poi passiamo a vedere due brevi video ufficiali sulle esercitazioni di una Scuola Reclute (SR) con carri armati (Panzer Leopard) e sulle Forze aeree (F/A-18 Hornet): entusiasmante in ogni senso, non solo per le operazioni viste, ma per la tensione, concentrazione e coinvolgimento di quelli che, poco più che ragazzi, le svolgono.
La Svizzera coopera nel quadro del “Partenariato per la pace” (Partnership for Peace, PfP) dal 1996 e del Consiglio di partenariato Euro Atlantico (EAPC), dove può presentare le proprie richieste in materia di politica estera e di sicurezza (l’Organizzazione del Trattato dell’Atlantico del Nord (NATO) è un’alleanza militare e politica tra 29 Stati europei e nordamericani. In collaborazione con Paesi partner, la NATO si impegna in favore della sicurezza ed è una delle più importanti organizzazioni europee il cui programma strategico comprende la difesa collettiva nel quadro dell’aiuto reciproco, della gestione delle crisi e della sicurezza cooperativa. È inoltre uno strumento essenziale per la trasformazione e l’adeguamento delle forze armate alle sfide del XXI secolo). Dopo la fine della Guerra fredda, la NATO ha proposto agli ex nemici, gli Stati del Patto di Varsavia, di istituire una cornice comune per una cooperazione destinata a rafforzare la fiducia reciproca. È così nato nel 1994 il “Partenariato per la pace” (PfP), uno strumento per la cooperazione tra la NATO e i Paesi partner (PfP). Vi partecipano 21 Stati dell’est e del sud-est Europa, del sud del Caucaso, dell’Asia centrale e dell’Europa occidentale, tra cui i sei Paesi europei occidentale Svizzera, Austria, Finlandia, Irlanda, Svezia e Malta. Ogni Paese fissa con la NATO gli ambiti per i quali viene regolata una cooperazione con gli altri partecipanti al PfP. Inoltre, il Consiglio di partenariato Euro Atlantico (EAPC), istituito nel 1997, è un forum politico consultivo nel quale i 29 Stati membri della NATO e i 21 Stati partner (PfP) si informano sulle questioni attuali di politica di sicurezza e presentano il proprio punto di vista. Il PfP offre alla Svizzera un quadro istituzionale per condurre assieme ai Paesi inclusi nella sua area strategica un dialogo sulla politica di sicurezza. Ciò è particolarmente importante giacché la Svizzera è uno dei pochi Paesi tra l’Atlantico e l’Ucraina che non appartiene né all’Unione europea (UE), con la sua politica di sicurezza e di difesa, né alla NATO. Attraverso il PfP, la Svizzera accede agli altri partenariati della NATO con Paesi dell’area del Mediterraneo e del Medio Oriente, fatto che le consente così di istituire un contatto con regioni rilevanti per la sua politica estera e di sicurezza. La Svizzera offre ai Paesi membri del partenariato corsi di formazione e seminari e partecipa a progetti tecnici di sostegno, i quali le consentono tra l’altro di approfondire le relazioni bilaterali.
Dopo la fine della Guerra fredda il pericolo generale in Europa è “asimmetrico”, nemico invisibile e non identificabile, e questo ha prodotto generalmente riforme negli eserciti, per cui l’Esercito Svizzero viene nuovamente adeguato nella sua organizzazione e ulteriormente sviluppato in quattro punti fondamentali entro il 31 dicembre 2022: 1.) prontezza più elevata delle truppe, 2.) istruzione dei quadri (sottufficiali, ufficiali) più elevata (inoltre i diplomi militari vengono ora riconosciuti dalle scuole pubbliche di ogni grado), 3.) equipaggiamento moderno: prontezza più elevata del materiale d’impiego in depositi decentralizzati, 4.) radicamento regionale: costituzione delle truppe d’impiego più specifiche con impiego più rapido (regionalizzazione). L’Esercito Svizzero, ci racconta con fierezza il Capitano Falanga, è il più rapido: in poche ore ovvero entro 24 ore sono pronti e operativi 3000 soldati, in 72 ore 8000 e si sta lavorando per arrivare ai 35.000 in 10 giorni entro il 2022 !!!
Altro campo d’intervento importante è la Cyber Defence (operazioni elettroniche), una nuova competenza della Base d’aiuto alla condotta. Nel ramo della difesa è responsabile per la pianificazione dell’azione, per il monitoraggio della situazione, per il superamento di un evento e per l’istruzione nel cyberspazio a livello operativo. Così da quest’anno 1000 reclute vengono formati presso la relativa nuova Scuola Reclute (SR) per rispondere a questo nuovo tipo di pericolo, che non è solo difesa dei propri dati militari e della pubblica amministrazione o industriali, ma anche contro la destabilizzazione o disinformazione del paese.
La Svizzera partecipa a molte missioni internazionali, tutte promosse in accordo con l’Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU) o con l’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa (OSCE) o per accordi bilaterali: infatti, in quanto paese neutrale viene spesso scelto da paesi tra loro in conflitto come osservatore, pensiamo alla frontiera tra le due Coree, dove una unità specializzata controlla tra l’altro i livelli di radioattività! Generalmente dalla Svizzera si inviano personale militare e esperti civili che lavorano nei Quartieri Generali (Headquarters) presso le organizzazioni internazionali di cui la Svizzera è membro (ONU, OSCE) o con funzioni speciali (Functions) o nelle missioni sul campo (Field Missions); solo in Kosovo la Svizzera ha il più grande contingente militare (SWISSCOY), tutti volontari. Inoltre, seguono i più grandi spiegamenti di personale militare e esperti civili svizzeri anche in Bosnia e Herzegovina, Ucraina, Medio Oriente (Israele, Syria, Libanon, Egitto, Giordania), Mali, Sahel, Congo, Territori Occupati della Palestina, Corea (Repubblica), Sud Sudan (dati validi in data 1 marzo 2018).
In ultimo ci viene proposto un altro video ufficiale, il quale mostra i militari dell’Esercito Svizzero mentre svolgono diversi compiti: 1.) sicurezza del territorio e difesa (una esercitazione di reclute con carri armati, al Centro Simulazione di Thun); impieghi sussidiari: 2.) aiuto in caso di catastrofe (operazione di salvataggio delle vittime del crollo di un edificio) e 3.) salvaguardia della sovranità sullo spazio aereo (un intervento delle forze aeree (due caccia aerei F/A-18 Hornet) sullo spazio aereo nazionale con intercettazione e atterraggio forzato di velivolo non identificato); e 4.) promovimento della pace: una operazione internazionale in Kosovo, dove viene intercettato, seguito a distanza e poi fermato un traffico di armi (principali mezzi d’impiego TCP: elicottero Super Puma, carri armati granatieri ruotati Piranha, Fass 90/SIG SG550, P 75/SIG-Sauer P220). Il Capitano Falanga precisa che l’Esercito Svizzero può essere impiegato all’estero solo ed esclusivamente in operazioni di “promovimento della pace” alla luce della costituzione federale.
Applausi e ancora applausi, non solo al nostro simpatico e coinvolgente relatore, Uff. spec. Capitano Vincenzo Falanga, ma anche per tutto quanto abbiamo visto e ascoltato, che conferma l’altissimo livello di professionalità e civiltà della nostra Svizzera.
Ci aspetta ora un elegante buffet con menu a “finger food” di specialità siciliane (arancine, caponata, farfalle al pesto di trapani) con prosecco, dell’ottima spremuta di tarocco fresco, e vino rosso. A seguire apprezzatissimi dolci preparati dalle socie Sabina e Viola e cioccolatini Frey, veramente svizzeri, ed i famosi biscotti militari svizzeri offerti dal nostro relatore.
Sabina Giusti Parasiliti
Da sinistra Pippo Basile, Vincenzo Falanga, Mirella Brodbeck e Marcello Amari.
Condividi:
- Fai clic qui per condividere su Twitter (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per condividere su Facebook (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su LinkedIn (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Pinterest (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Pocket (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per condividere su Telegram (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per condividere su WhatsApp (Si apre in una nuova finestra)