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Naturalizzazione svizzera. Cosa deve dimostrare un coniuge per la cittadinanza svizzera?

    Egr. Avv. Wiget,

    Sono socia della Società Svizzera, sede di Milano, coniugata con cittadino svizzero residente all’estero, figlio di madre svizzera coniugata con un italiano. Attualmente siamo residenti a Varese, con progetto di trasferimento nel Canton Ticino. Non abbiamo figli.

    Qualche settimana fa ho letto un articolo sulla Gazzetta Svizzera – “Cittadinanza Svizzera il passaporto rossocrociato resta ancora molto ambìto” - e la Sua cortese e concreta risposta ad un lettore italiano che chiedeva precisazioni in merito.

    Mi permetto di disturbarLa direttamente sul tema sottoponendoLe il mio caso. Da tempo sto considerando la presentazione di domanda di naturalizzazione agevolata ai sensi dell’art. 21 LCit, e in merito alle condizioni richieste verte il mio quesito di ammissibilità.

    1. Soggiorni in Svizzera

    Ho frequentato e frequento la Svizzera per motivi personali di svago, vacanze ed acquisti, e professionali.

    1. Rapporti stretti con la Svizzera

    Tempo fa mi è stato detto che occorre presentare gli scontrini relativi ai miei soggiorni in Svizzera, risalendo nel tempo. Non le nascondo un po’ di sconcerto. Naturalmente non sono in possesso di alcuno scontrino, ma invece, posso citare un rapporto concreto di lunga data (decenni) presso primario istituto di credito svizzero.

    1. Lingue della Confederazione

    Sono madrelingua italiana, e parlo correntemente inglese, tedesco, francese, spagnolo.

    1. In tema di referenze, posso indicare varie persone presso la Società Svizzera di Milano e colui che gestisce il mio rapporto bancario svizzero.

    In considerazione del quadro sopra descritto, fatti salvi ulteriori requisiti, sono a chiederLe se posso almeno avviare la pratica. Ringrazio per la cortese attenzione e per ogni delucidazione e consiglio sul tema che vorrà condividere. Con viva cordialità,

    (P.M. – Varese)


    Gentile Lettrice,

    molte grazie per la Sua lunga lettera, e mi scuso se ho dovuto accorciarla per poterla pubblicare e per poter rispondere in questa sede ai Suoi dubbi, o almeno a parte di essi, approfondendo la materia della cittadinanza con maggiori dettagli e precisazioni. Spero di avere comunque colto e adeguatamente sintetizzato i profili di maggior interesse per Lei.

    Venendo dunque al tema sollevato, va ricordato, anche a tutti i nostri lettori, che la Legge Federale sulla Cittadinanza del 20 giugno 2014 (LCit) prevede la naturalizzazione, oltre a quella ordinaria (artt. 12 e ss. LCit) anche quella agevolata (artt. 20 e ss. LCit). Essa opera, ad esempio, nel caso, come il Suo, di chi abbia sposato un cittadino svizzero.

    Ma il fatto del mero matrimonio, come giustamente ci ricorda la Sua lettera, non basta. Vi sono altri requisiti necessari per ottenere la cittadinanza svizzera.

    ***

    La norma di cui all’art. 21 LCit richiede in primo luogo che l’interessata/o si sia integrato, e ciò si desume se ricorrono i seguenti criteri d’integrazione previsti dall’art. 12 LCit, richiamati per la naturalizzazione ordinaria ma anche per quella agevolata.

    Innanzitutto è necessario da parte del richiedente il rispetto della sicurezza e dell’ordine pubblici. Ciò significa non violare in modo grave o ripetuto disposizioni di legge e decisioni delle autorità, adempiere importanti doveri di diritto pubblico o privato, e non approvare o incoraggiare pubblicamente un crimine o un delitto contro la pace pubblica, un genocidio, un crimine contro l’umanità o un crimine di guerra, e infine non avere precedenti penali qualificati.

    Inoltre, è richiesto il rispetto dei valori della Costituzione federale, ovvero dei principi dello Stato di diritto e l’ordinamento fondato sulle libertà e sulla democrazia della Svizzera, nonché dei diritti fondamentali quali la parità tra uomo e donna, il diritto alla vita e alla libertà personale, la libertà di credo e di coscienza e la libertà di espressione.

    Tali aspetti vengono controllati e viene steso un rapporto di indagine, e per il candidato residente all’estero all’esito di un’indagine condotta dalle autorità consolari svizzere svolta sul territorio in cui vive il richiedente, per verificare sia la sua fedina penale pulita e l’assenza di procedimenti penali a suo carico in Svizzera o in altri Paesi, sia la sua reputazione finanziaria, in base a pendenze con il fisco locale o pignoramenti subiti.

    Inoltre, deve essere comprovata la capacità di sapersi esprimere in una lingua nazionale svizzera nella vita quotidiana, oralmente e per scritto. È però prescritto un livello specifico di conoscenza, e può persino essere richiesta una certificazione.

    Occorre anche la partecipazione alla vita economica svizzera, da intendersi per i non residenti anche come indipendenza economica, e cioè che l’interessato sia in grado di provvedere autonomamente e stabilmente al proprio mantenimento.

    È pure previsto, laddove possibile, l’incoraggiamento e sostegno all’integrazione del coniuge, del partner registrato o dei figli minorenni sui quali è esercitata l’autorità parentale, ad esempio anche stimolando l’acquisizione di competenze linguistiche di una lingua nazionale dei figli, oppure la partecipazione alla vita sociale e culturale della società in Svizzera.

    I Cantoni possono poi prevedere condizioni ulteriori.

    Se il richiedente non risiede in Svizzera, i suddetti requisiti si applicano per analogia, e quindi compatibilmente con le condizioni del Paese di residenza.

    Inoltre, il richiedente non deve compromettere la sicurezza interna o esterna della Svizzera, criterio che viene soddisfatto se la persona interessata non fa parte, ad esempio, di organizzazioni terroristiche o di criminalità organizzata.

    Tuttavia, i requisiti appena illustrati costituiscono condizioni necessarie ma non sufficienti in casi come quello che stiamo ora analizzando.

    In particolare, l’art. 21 LCit, che Lei correttamente cita per il coniuge di un cittadino svizzero, prevede la naturalizzazione agevolata per il coniuge straniero che viva da sei anni in unione coniugale con il coniuge svizzero ma congiuntamente all’ulteriore, in ultimo ma non per questo meno importante, requisito dell’esistenza di stretti vincoli con la Svizzera.

    Si tratta del requisito principale ed imprescindibile per chi non è residente in Svizzera, ed anche del meno agevole da dimostrare, data la Sua astrattezza ed apparente indeterminatezza.

    In particolare, negli anni più recenti, essendosi ampliata la platea dei soggetti titolati a chiedere la naturalizzazione agevolata, il concetto di "stretti vincoli" è divenuta più rigorosa.

    Tale legame si può declinare in svariate maniere e l’Ordinanza sulla Cittadinanza svizzera (OCit) del 17.6.2016 ha poi recepito e ridefinito in maniera più chiara e precisa gli indici già adottati nella prassi.

    Vediamo in concreto cosa significa tutto ciò.

    Naturalmente, in primis vengono i viaggi e le vacanze nella Confederazione, sintomo di un legame reale, affettivo e fisico con la Svizzera, e non meramente formale. È prescritto anche un dato quantitativo minimo nei sei anni precedenti la domanda, e cioè l’aver soggiornato in Svizzera almeno a tre riprese per almeno cinque giorni ogni volta.

     

    È evidente che questi soggiorni devono essere comprovati. Lo scontrino o la fattura è il modo più agevole per dimostrarli, ma possono essere utili anche biglietti del treno o aereo, ad esempio. Sotto questo aspetto la prassi svizzera, almeno per la mia esperienza professionale, è molto ragionevole, mentre altri Paesi sono assai più rigidi e, anche per la sola residenza, non accettano biglietti aerei e nemmeno con carte d’imbarco quale prova di ingresso e soggiorno nel territorio nazionale.

    Inoltre, si presuppone che il coniuge straniero possieda conoscenze basilari del contesto geografico, storico, politico e sociale della Svizzera. Occorrerà pertanto dimostrare una certa conoscenza ed interesse per gli eventi e per la vita politica svizzera, dalle occasioni culturali alle principali istituzioni.

    Da ultimo si richiede che vengano intrattenuti contatti con cittadini svizzeri. Sotto tale profilo, rileva la prova della presenza in Svizzera di persone che conoscono personalmente l’interessata/o, e dunque rapporti e frequentazioni con parenti, ove esistenti, ed amici nella Confederazione. Si tratta di un requisito per il quale può essere sufficiente una dichiarazione del cittadino svizzero.

    I soggiorni ed i contatti devono, infatti, essere confermati da persone di riferimento domiciliate in Svizzera ma le autorità di polizia cantonali controllano la veridicità di tali relazioni.

    Sono importanti anche eventuali contatti con cittadini o associazioni elvetiche all’estero, e dunque anche l’iscrizione e frequentazione di circoli o istituzioni svizzere nel proprio paese di residenza a riprova della partecipazione alla vita della colonia svizzera.

    Poi può essere altresì utile il fatto di lavorare per un’azienda svizzera o l’intrattenere rapporti di affari e bancari in Svizzera, o ancora l’aver frequentato una scuola svizzera all’estero.

    *          *          *

    Ora, immagino che sui criteri di integrazione quali il rispetto dell’ordinamento svizzero e dei valori della Costituzione federale, si possa dare per presupposto che nel Suo sussistano, così come credo si possa escludere il pericolo per l’ordine pubblico e la sicurezza interna ed esterna svizzera.

    Non vedo poi alcun problema nemmeno per la conoscenza di almeno una lingua nazionale, dato che, come mi scrive, ne parla ben tre correntemente.

    Lo stesso dicasi per la Sua indipendenza economica, che Lei pure conferma.

    Anche le frequentazioni di altri svizzeri in Italia è senz’altro elemento che avvalora la Sua integrazione.

    Mancano però all’appello, secondo quanto Lei stessa mi scrive, elementi relativi a contatti con cittadini svizzeri domiciliati nella Confederazione, e dati sui Suoi soggiorni e viaggi in Svizzera. Senza tali requisiti non possono ritenersi integrati gli stretti vincoli con la Svizzera ma credo di tali circostanze si possa agevolmente dare evidenza, recuperando prove nella memoria e nella documentazione in Suo possesso.

    In conclusione il consiglio che posso dare è quello di provare a “scartabellare” tra i Suoi ricordi e viaggi, magari ritroverà qualche elemento utile.

    L’altro consiglio che Le posso rivolgere è quello di affidarsi ad un professionista per valutare la sua situazione specifica, sia quanto ai presupposti sia per la sussistenza dei requisiti.

    Infine, penso sia più opportuno avviare la pratica solo una volta raccolti tutti gli elementi e verificata la prova oggettiva degli stessi. La pratica può richiedere già un notevole lasso di tempo per una conclusione positiva e non è utile prolungarla ulteriormente fornendo una documentazione solo parziale.

    Spero così di essere stato sufficientemente chiaro e, nell’augurare a tutti una buona ripresa dopo la caldissima pausa estiva, Vi porgo i miei migliori saluti.

    Avv. Markus Wiget

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