Alle urne il 9 giugno, gli svizzeri si sono opposti anche all’iniziativa “Per l’integrità fisica”. Secondo i commentatori, dopo l’esito «coraggioso» del 3 marzo, gli svizzeri sono tornati a fare… gli svizzeri. La partecipazione al voto è stata di circa il 45%.
I premi della sanità restano un problema: bocciate le soluzioni di PS e Il Centro
Tutti i “barometri” sulle preoccupazioni degli svizzeri ormai concordano: i costi (e quindi i premi) crescenti della sanità sono tra le principali preoccupazioni dei cittadini svizzeri. Questo non sorprende alla luce degli incrementi dei premi della cassa malati negli ultimi anni. Infatti, questa crescita è costante dall’introduzione della Legge sull’Assicurazione malattia a metà degli anni ’90, ma negli ultimi anni ha subito un’impennata con crescite annuali che talvolta si avvicinavano alla doppia cifra.
Ciononostante, il 9 giugno scorso i cittadini svizzeri hanno respinto le due iniziative per i costi della sanità. Questo, alla luce dei sondaggi che anticipavano il calo di popolarità delle proposte, non ha sorpreso. Piuttosto non era nelle attese la chiarezza, alla fine piuttosto netta, del risultato. I No hanno raggiunto il 55,5% per l’iniziativa del Partito socialista (PS) per premi meno onerosi e il 62,8% per quella del Centro volta a mettere un freno ai costi sanitari.
Sulle due iniziative, in particolare quella del PS, la Svizzera si è divisa… in regioni linguistiche. Il consenso alle due iniziative è stato più forte nella Svizzera francofona, in Ticino e a Basilea Città – proprio dove i costi della sanità e i premi malattia sono superiori – mentre la Svizzera tedesca si è espressa negativamente sulle proposte. Questo comportamento antitetico tra le aree linguistiche e culturali è detto “Röstigraben”.
Peggio dell’iniziativa del PS, in termini di approvazione, ha fatto l’iniziativa del “Centro” che prevedeva dei freni ai costi, rifiutata con oltre il 62%. Il Ticino e la gran parte dei Cantoni romandi, ad eccezione di Vaud, l’hanno accettata. Nei sondaggi pre-voto, gli svizzeri all’estero si erano espressi piuttosto favorevolmente su entrambe le iniziative, anche se, al pari di quanto osservato in Svizzera, il fronte contrario ha preso rapidamente piede durante la campagna elettorale.
I premi della cassa malati vanno bene così?
Alla luce del doppio No a due iniziative con obiettivi analoghi ma misure diverse, è lecito chiedersi se “la grande preoccupazione” dei premi crescenti delle casse malati in verità non è un po’ esagerata. Nelle inchieste post-votazione è emerso che la tematica rimane rilevante, ma che le soluzioni proposte non erano ritenute quelle giuste. Tra i dubbi che hanno portato allo scetticismo sull’iniziativa del PS vi erano la modalità di finanziamento dei sussidi degli enti pubblici alle economie domestiche i cui premi superavano il 10% del budget. Dopo la “coraggiosa” decisione di prevedere una 13a rendita AVS, l’ha fatta da padrone il timore di un ulteriore aumento delle imposte. Inoltre una maggioranza dei contrari riteneva che l’iniziativa non risolvesse il problema della crescita dei costi sanitari.
Dal canto loro, i principali scetticismi alla base del rifiuto dell’iniziativa del Centro riguardavano la possibile pericolosità di una misura volta ad ancorare le spese nel sistema sanitario all’evoluzione dell’economia, senza tenere conto di altri fattori come l’invecchiamento della popolazione e i progressi della medicina. Soprattutto la Federazione dei medici (FMH) ha messo in guarda da una medicina a due velocità, rispettivamente da un razionamento delle cure.
Più energia (rinnovabile) e in tempi brevi: è «unanimità»
Alla vigilia dell’inverno 2022-2023 la Svizzera – al pari dell’Europa – l’ha vista brutta. Il rischio concreto di blackout era diventato, d’un tratto, una minaccia tangibile. Gli scenari più pessimisti hanno indotto numerosi Stati a mettere in piedi importanti campagne di sensibilizzazione per la riduzione dei consumi di elettricità e gas. Tra i commentatori si concorda sul fatto che questa esperienza è stata alla base dell’ampio sostegno alla legge sull’elettricità, la quale ha tra i suoi obiettivi quello di sviluppare in tempi brevi la produzione di energie rinnovabili e accelerare la transizione energetica verso una società senza emissioni di CO2.
Oltre i due terzi dei votanti e tutti i Cantoni hanno accolto la proposta sostenuta da Consiglio federale e Parlamento. L’insieme di misure ha come scopo principale quello di rafforzare l’approvvigionamento elettrico a partire da fonti rinnovabili e a ridurre la dipendenza energetica da altri paesi durante l’inverno. I risultati più favorevoli sono stati quelli di Basilea Città (76,2%), Ginevra (75,2%), Vaud (73,5%) e Zurigo (72,2%).
Il progetto è stato difeso fortemente dal Consigliere federale e ministro dell’energia Albert Rösti e dalla grande maggioranza dei partiti. Tuttavia l’UDC, partito di Rösti, insieme ad associazioni per la protezione della natura si è opposto alla nuova legge, argomentando con il rischio di recare pregiudizi al paesaggio – ad esempio attraverso la costruzione di grandi parchi solari o parchi eolici.
Alla fine l’ha spuntata l’ampia alleanza a favore della legge, con l’argomentazione di aumentare rapidamente la produzione di energia proveniente dalle fonti dell’idroelettrico, del solare e dell’eolico e ridurre la dipendenza dai combustibili fossili. Allo svizzero è sembrato il modo più sicuro per ridurre a breve termine il rischio di blackout invernali. Secondo gli analisti il voto degli svizzeri più che “ideologico” è stato pragmatico. Una cosa sembra certa, ossia che il discorso energetico non finisce qui: l’UDC ha già depositato la propria iniziativa “Stop Black Out” che mira a promuovere la creazione di nuove centrali nucleari.
L’onda lunga del Covid… non premia l’iniziativa “anti vaccini”
Il Covid, un capitolo chiuso anche politicamente? È presto a dirsi. Fatto sta che la popolazione svizzera si era espressa negli scorsi anni già tre volte sulla “Legge Covid” confermando la politica del Consiglio federale. L’iniziativa “per la libertà e l’integrità fisica” – che chiedeva di fatto, anche se non esplicitamente, un divieto dell’”obbligo di vaccinare”, è stata rifiutata da quasi tre quarti dei votanti (73,7%). In questo modo, per la quarta volta gli svizzeri hanno seguito le raccomandazioni del Consiglio federale e della maggioranza del Parlamento. Se durante l’ultima votazione sulla legge sul Covid, nel giugno del 2023, il 62% degli elettori e delle elettrici aveva rinnovato la fiducia al Consiglio federale per la sua gestione della crisi sanitaria, questa volta la proporzione è stata più massiccia.
L’iniziativa è stata lanciata nel corso della pandemia in reazione alle restrizioni decise dal Governo, ed era promossa dal Movimento svizzero per la libertà. Essa chiedeva che «gli interventi nell’integrità fisica o psichica di una persona necessitano del suo consenso» e che «la persona interessata non può essere punita né subire pregiudizi sociali o professionali per aver rifiutato di dare il suo consenso». Questo alludeva alle restrizioni per i non-vaccinati durante la pandemia di coronavirus (2020-2022). Anche se nel testo dell’iniziativa non si parlava a chiare lettere di vaccinazione, era questa ad essere nel mirino del comitato promotore.
Il netto “no” popolare è stato accolto con soddisfazione dalla Conferenza svizzera delle direttrici e dei direttori cantonali della sanità, che ha definito l’iniziativa “inutile” e “disonesta”. L’unico partito ad esprimersi favorevolmente è stato l’UDC.
Angelo Geninazzi
Cosa è il Röstigraben?
Il termine “Röstigraben”, ossia “Fosso dei rösti”, prende spunto dal nome del popolare e tradizionale piatto a base di patate della Svizzera tedesca.
È utilizzato in ambito politico per descrivere la differenza di mentalità e soprattutto di comportamento di voto tra Svizzera tedesca e Svizzera francese.
Storicamente, l’espressione risale alla Prima guerra mondiale, quando gli svizzeri romandi simpatizzavano con la Francia, mentre gli svizzeri tedeschi con la Germania. Il termine ha ripreso una connotazione forte soprattutto per descrivere la storica votazione sullo Spazio Economico Europeo, il 6 dicembre 1992 (favorevole la Romandia, contrari gli svizzeri tedeschi).
In generale, negli ultimi anni, in molte occasioni questo “fosso” si è attenuato. Si è piuttosto verificato un comportamento diverso tra regioni urbane e rurali.
La crescita di costi nella sanità: al mese/abitante (sinistra) e in % rispetto al PIL. Fonte: Ufficio federale della sanità pubblica, 2023
Iniziativa 10%: il classico Röstigraben - la Svizzera latina favorevole, quella tedesca contraria
Fonte: https://developer.srgssr.ch/apis/srgssr-polis/docs (Swissinfo.ch)
Iniziativa per premi onerosi: una soluzione non condivisa dagli svizzeri.
Fonte: https://developer.srgssr.ch/apis/srgssr-polis/docs (Swissinfo.ch)
Efficace il fronte dei contrari alle iniziative: queste hanno perso nelle settimane prima del voto sempre più consenso.
Tutti i cantoni favorevoli: la legge sull’approvvigionamento elettrico ha fatto “l’unanimità”.
Fonte: https://developer.srgssr.ch/apis/srgssr-polis/docs (Swissinfo.ch)
Nessuna chance per l’Iniziativa “anti vaccini”.
Fonte: https://developer.srgssr.ch/apis/srgssr-polis/docs (Swissinfo.ch)
Non ha avuto successo, la (timida) campagna a favore dell’iniziativa.
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