L’onda lunga del Sì alla «13a AVS» influenzerà anche le prossime votazioni federali?

La popolazione è chiamata alle urne il 9 giugno su 4 temi. Premi della sanità e protezione del clima al centro dell’attenzione e delle preoccupazioni.

Premi di cassa malati limitati al 10% del reddito?

Il budget delle economie domestiche è sempre più sollecitato da premi delle casse malati, rispettivamente dai costi della sanità. Insieme all’inflazione, questi pesano sul ceto medio e diventano un tema sempre più scottante dal punto di vista politico. Gli ambienti di sinistra, nella fattispecie il Partito socialista, hanno lanciato l’”Iniziativa per premi meno onerosi – al massimo il 10 per cento del reddito per i premi delle casse malati”. Questa chiede che nessuno debba pagare più del 10 per cento del reddito disponibile per i premi di cassa malati. Per raggiungere questo obiettivo, il testo sottoposto al popolo prevede che la riduzione dei premi sia finanziata per almeno due terzi dalla Confederazione e per il resto dai Cantoni.

Un primo passo verso la cassa malata unica con premi in base al reddito?

Secondo il Partito socialista l’iniziativa rappresenta una soluzione ai premi crescenti e sarebbe in grado di sgravare le economie domestiche. Secondo gli iniziativisti «è importante agire rapidamente attuando questa iniziativa e facendo così un primo passo verso premi in base al reddito, con l’obiettivo a medio termine di implementare una cassa malati unica a livello federale finanziata sulla base di premi in base al reddito. Questo rappresenterebbe un passo importante verso una maggiore equità del nostro sistema sanitario». Inoltre, argomenta il PS, la Confederazione e i Cantoni verrebbero incentivati a impegnarsi per ridurre i prezzi e contenere i costi sanitari.

NO del Consiglio federale e del Parlamento

Dal canto loro, il Governo e il Parlamento respingono l’iniziativa per premi meno onerosi, poiché questa interviene solo sul finanziamento dei premi ma non prevede alcun incentivo diretto al contenimento dei costi della sanità. In altri termini i costi continuerebbero a crescere, si modificherebbe solo il finanziamento. Inoltre, argomenta il Consiglio federale, l’iniziativa chiama alla cassa la Confederazione a contribuire in maggior misura alla riduzione dei premi, malgrado i costi della salute siano fortemente influenzati dalle decisioni dei Cantoni.

Negli ultimi anni il contributo della Confederazione alla riduzione dei premi è cresciuto in modo importante e si attestava nel 2020 a 2,9 miliardi di franchi; il contributo dei Cantoni era di poco inferiore, ossia 2,6 miliardi di franchi.

Un controprogetto in caso di NO all’iniziativa

Il Consiglio federale e il Parlamento hanno varato un controprogetto indiretto in cui l’importo che un Cantone deve stanziare per la riduzione dei premi dipende dai costi sanitari del Cantone interessato.

In questo modo i Cantoni con costi sanitari elevati dovrebbero pagare di più rispetto a quelli con costi inferiori e sarebbero così incentivati a contenere i costi sanitari. Un Cantone che, attraverso una politica mirata, riesce a contenere l’aumento dei costi sul proprio territorio, ad esempio con una pianificazione ospedaliera efficace, risparmierà anche sui costi relativi ai sussidi di cassa malati.

Il controprogetto entra in vigore direttamente se l’iniziativa viene respinta.

Iniziativa “Per premi più bassi”

Dal canto suo il Partito del Centro ha lanciato l’iniziativa “Per premi più bassi” che chiede che l’aumento dei costi sanitari e dei premi delle casse malati venga limitato. Un cosiddetto “freno ai costi” dovrebbe garantire che questi ultimi non siano molto superiori all’incremento dei salari e alla crescita dell’economia nel suo insieme. La Confederazione, i Cantoni e i partner tariffali sono incaricati di adottare misure per adempiere a questo obiettivo.

«Necessario un freno»

Secondo gli iniziativisti il freno ai costi dovrà definire in che misura possono aumentare i costi a carico dell’assicurazione malattia di base in confronto ai salari e all’economia. L’iniziativa stabilisce che, in un periodo transitorio, l’aumento dei costi non possa essere superiore al 20 per cento dell’evoluzione dei salari in Svizzera. Tutti gli attori del settore sanitario, tra i quali Cantoni, ospedali, medici, casse malati, farmaceutica sono chiamati a perseguire questo obiettivo. Se i costi a carico dell’assicurazione malattia obbligatoria dovessero subire un incremento maggiore, la Confederazione e i Cantoni dovrebbero adottare misure per ridurli.

Per Governo e Parlamento il freno ai costi è troppo rigido

Il Consiglio federale e il Parlamento ritengono che il meccanismo proposto sia eccessivamente rigido. Infatti lega direttamente l’incremento consentito dei costi allo sviluppo dei salari e dell’economia, senza tenere conto, ad esempio, dei progressi della medicina o dell’invecchiamento della popolazione. A seconda di come il testo dell’iniziativa viene attuato, vi sarebbe il rischio che il freno ai costi sia troppo restrittivo e che trattamenti necessari dal punto di vista medico non possano più essere eseguiti o non possano essere forniti immediatamente.

Un controprogetto in caso di NO all’iniziativa

Come per l’iniziativa per premi meno onerosi del PS, Governo e Parlamento hanno varato un controprogetto che prevede che il Consiglio federale definisca ogni quattro anni obiettivi di costo per determinare l’aumento massimo dei costi della sanità. Gli attori del settore sanitario dovranno giustificare in anticipo perché e in che misura i costi aumenteranno nei singoli ambiti, creando così trasparenza sull’evoluzione dei costi. Se questi crescessero più di quanto concordato e in maniera ingiustificata, il Consiglio federale e i Cantoni dovrebbero esaminare la possibilità di adottare misure correttive. Anche in questo caso il controprogetto entrerà in vigore se l’iniziativa sarà rifiutata alle urne il 9 giugno 2024.

Per un approvvigionamento elettrico sicuro e stabile?

In autunno dello scorso anno il Parlamento ha adottato la legge federale su un approvvigionamento elettrico sicuro con le energie rinnovabili, che pone le basi per un aumento celere della produzione nazionale di energia elettrica da fonti rinnovabili come l’acqua, il sole, il vento o la biomassa. Lo scopo è quello di ridurre sia la dipendenza dalle importazioni di energia che il rischio di situazioni di approvvigionamento critiche come avvenuto durante l’inverno 2022-2023. Il progetto prevede strumenti di promozione ma anche nuove norme per la produzione, il trasporto, lo stoccaggio e il consumo di energia elettrica e introduce una riserva idroelettrica obbligatoria. La nuova legge crea le basi legali per un aumento in tempi relativamente brevi della produzione nazionale di energia elettrica da fonti rinnovabili come l’acqua, il sole, il vento o la biomassa. Gli strumenti di promozione e la regolamentazione attuale concernenti la produzione, il trasporto, lo stoccaggio e il consumo di elettricità vengono completati con nuove misure. Il rafforzamento della produzione da fonti rinnovabili si concretizza soprattutto con l’installazione di impianti sui tetti e sulle facciate di edifici.

Contro il progetto, approvato dal Parlamento, è stato lanciato con successo un referendum. Per questo motivo il tema in oggetto è in votazione il 9 giugno 2024.

I contrari temono «Gravi pregiudizi all’ambiente».

Per i referendisti la nuova legge rischia di danneggiare fortemente l’ambiente. Secondo essi il primato dell'interesse nella produzione di energia elettrica diventa il principio fondamentale, e ogni possibilità di andare contro questo viene annullata. La nuova legge permetterebbe la costruzione di grandi parchi eolici e solari in paesaggi protetti e in preziosi biotopi di importanza cantonale, regionale e locale. La natura e il paesaggio vengono distrutti senza dover compensare la perdita. Il progetto faciliterebbe il disboscamento a favore della costruzione di turbine eoliche. Nel complesso, ritengono i referendisti, la protezione della natura e del paesaggio viene praticamente annullata se c'è un interesse nella generazione di energia. Inoltre, non c'è alcuna prova che le misure consentite sostituiscano del tutto i combustibili fossili o l'energia nucleare.

Hanno lanciato il referendum contro la legge La Fondazione Franz Weber, l'associazione “Freie Landschaft Schweiz” e singoli cittadini. Anche l’UDC si schiera contro il testo votazione dopo aver votato a favore in Parlamento, come tutti gli altri partiti. Le principali associazioni ambientaliste sono a favore della legge.

Sulla scia del COVID-19… l’Iniziativa per l’integrità fisica

L’iniziativa “per l’integrità fisica” chiede che gli interventi dello Stato nell’integrità fisica e psichica di una persona avvengano solo con il consenso di quest’ultima. Questa proposta nasce durante la fase di coronavirus, momento in cui il Consiglio federale ha adottato misure talvolta drastiche per proteggere la popolazione dal virus e per evitare il sovraccarico degli ospedali. Alcune fasce di popolazione si sono opposte a questa politica.

L’iniziativa chiede in sostanza che gli interventi nell’integrità fisica e psichica di una persona necessitino del suo consenso. Secondo l’iniziativa la persona interessata non può essere punita o essere penalizzata per aver rifiutato di dare il suo consenso. Il testo dell’iniziativa non fa riferimento a “vaccinazioni”, ma ad “interventi nell’integrità fisica e psichica” in generale. Comprende quindi essenzialmente ogni attività di Confederazione, Cantoni e Comuni che produce un effetto sul corpo umano, come il lavoro della polizia e l’esecuzione delle pene.

«L’integrità fisica è già nella Costituzione»

Il Consiglio federale e il Parlamento respingono l’iniziativa poiché ritengono che l’integrità fisica sia già un diritto fondamentale sancito nella Costituzione. Nessuno può essere vaccinato senza il suo consenso. In situazioni eccezionali, restrizioni provvisorie per le persone non vaccinate possono contribuire a proteggere il sistema sanitario e a evitare misure più severe per tutta la popolazione.

Angelo Geninazzi

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