“Ogni tanto i ticinesi si prendono qualche libertà”

Intervista a Guido Biaggio, il più alto funzionario italofono a Berna

Guido Biaggio, il più alto funzionario federale di lingua italiana in Svizzera, come è giunto a ricoprire il ruolo di Vicedirettore dell’USTRA?

Ho lavorato nel settore privato per 20 anni nell’ambito delle grandi infrastrutture a livello nazionale ed in seguito si è presentata la possibilità di passare al settore pubblico e riprendere la responsabilità per la Svizzera tedesca ed italiana dei progetti delle Strade Nazionali a Berna, dirigendo la Divisione Infrastruttura Est, che conta circa 200 collaboratori. Ho inoltrato la mia candidatura ad un concorso pubblico e sono stato scelto tramite una selezione dall’allora Capo Dipartimento del DATEC signora Doris Leuthard.

Quali sono i principali compiti e le principali sfide dell’USTRA?
I compiti di USTRA sono variegati e prevedono la gestione dei progetti di manutenzione, ampliamento, completamento e potenziamento della rete autostradale, volti a garantire la viabilità nazionale e che sono di pertinenza della mia divisione, poi c’è la pianificazione della rete e la gestione del traffico veicolare e pesante, il finanziamento di queste attività, come pure tutti gli aspetti relativi alla legge sulla circolazione stradale, alla sicurezza ed alla mobilità dolce. Uno spettro molto ampio di attività, che prevede un’organizzazione specializzata e capillare diffusa sul territorio. Basti pensare che abbiamo oggi quasi 650 collaboratori, distribuiti in dieci località diverse sul territorio ed un budget di oltre 6 miliardi di franchi all’anno.
Accanto ai compiti tradizionali del nostro ufficio quindi, ci stiamo anche occupando di temi nuovi, come la costruzione di stazioni elettriche di ricarica veloce su tutta la rete oppure della nuova legge sulla rete delle vie ciclabili, senza dimenticare la digitalizzazione che avanza anche nel nostro settore della costruzione.

L’onda “verde” ha travolto anche la Svizzera: il fronte ecologico e per la protezione dell’ambiente è in rapida crescita di consensi. È ancora attuale costruire nuove strade?
USTRA è convinta che il primo compito sia quello di utilizzare al meglio la rete esistente, tramite una gestione dinamica del traffico e l’utilizzo delle corsie d’emergenza durante i momenti di punta, come pure rendendola più compatibile al nuovo diritto ambientale in vigore. In questo ambito siamo molto attivi nel risanamento fonico della rete, nel ripristino di passaggi faunistici interrotti, nel trattamento delle acque di scolo e così via. Tuttavia secondo le previsioni di sviluppo della popolazione e del traffico a disposizione oggi per il 2040, sarà comunque inevitabile dover aggiungere nei punti nevralgici della rete ulteriori superfici di traffico e per questa ragione ogni 4 anni sottoponiamo al Parlamento un programma di sviluppo strategico, che dovrà essere poi dibattuto ed approvato in tale sede. Questo strumento ci darà poi l’indirizzo di sviluppo a medio e lungo termine delle Strade azionali.
Ritengo comunque che questo tema vada messo in stretta correlazione con l’attuale e futuro sviluppo della tecnologia delle autovetture, in quanto la mobilità elettrica o automatica, sta già generando una vera e propria rivoluzione nei trasporti, a tutto vantaggio dell’ambiente, dell’efficienza della mobilità e della sicurezza dei trasporti.

Un tema ricorrente, in particolare a Sud delle Alpi, è la scarsa rappresentanza di personale di lingua italiana nell’amministrazione federale. A che cosa è da ricondurre secondo lei questa sotto rappresentanza?
Credo che il problema maggiore rimanga il fatto di doversi spostare nella Svizzera tedesca e staccarsi comunque dalla propria regione d’origine per andare a vivere all’interno di una cultura differente. È una condizione che non tutti sono disposti ad accettare, anche se mi sento di raccomandarla caldamente soprattutto ai giovani. Ci sono grandi opportunità nell’ambito dell’Amministrazione Federale per gli italofoni ed è un peccato che questa possibilità venga solo parzialmente utilizzata.

La cultura dell’automobile: come si differenza tra le varie regioni della Svizzera? Corrisponde ancora al vero che il ticinese è “molto italiano” sotto questo aspetto?
La differenza maggiore direi che la si constata tra agglomerati e zone periferiche. Infatti nelle grandi città c’è a disposizione una grande ed efficiente offerta di trasporti pubblici, per cui molti giovani rinunciano addirittura a fare la patente, mentre nelle zone periferiche l’auto riveste un’importanza ben maggiore e l’automobile diventa imprescindibile. È vero che il ticinese si avvicina alla mentalità della vicina penisola, ma non scordiamoci che anche oltralpe il mondo dei motori suscita grandi passioni ed interessi. Basti pensare che in Svizzera sono immatricolate ben 700'000 motociclette, di cui 500'000 di grossa cilindrata. Abbastanza per fare il pieno di emozioni, non solo per i ticinesi.

E lo stile di guida, è più italiano verso sud e più difensivo nel resto della Svizzera? O sono dei cliché?
I cliché in Svizzera in questo ambito sono molti ed anche piuttosto simpatici; gli svizzero tedeschi sono forse un po’ più ligi alle regole della circolazione, mentre i ticinesi ogni tanto si prendono effettivamente qualche libertà in più, sottoscritto compreso!

INTERVISTA: Gazzetta Svizzera

“Lo sviluppo della tecnologia delle autovetture sta generando una rivoluzione nei trasporti”

Nato nel 1970, sposato con due figli, vive a Giubiasco

1994: consegue il diploma di ingegnere civile ETHZ

2018: CAS in Public Governance and Administration Swiss Public School of Governance at ETH

Dal 1.5.2015 è Vicedirettore dell’Ufficio federale delle strade (USTRA) e Capodivisione Infrastruttura Stradale Est

Dal 2003 al 2015 è stato Direttore dell’impresa LGV SA per la Svizzera

Dal 2002 al 2015 docente ed esperto d’esami presso SUPSI Lugano per il Bachelor in ingegneria civile ed architettura

Membro Commissione SIA 118

Incontro USTRA-ANAS a Roma 2019