Da una vicenda svizzera, gli studi e i libri rivelatori di Tony Maniscalco
Lugano - I telegiornali svizzeri di 31 anni fa diedero la notizia del suicidio, nel Canton Friburgo, di una cinquantina di adepti dell’Ordine del Tempio Solare. Tutto il mondo riportò quella cronaca, così come i telegiornali italiani. Davanti al televisore, il ricercatore indipendente Tony Maniscalco rimase basito: come potevano quegli individui essere stati così sciocchi, tanto da morire per raggiungere un fantomatico paradiso posto sulla stella Sirio? Da quel giorno iniziò la sua più grande ricerca da cui scaturirono libri e interviste rintracciabili anche sul web.
Diversi studiosi di accademie e università si occupano di Sirio non solo da un punto di vista astronomico, ma anche antropologico poiché questa stella ha prodotto molti importanti miti presenti nelle culture di tutto il mondo. Ne parliamo con Tony Maniscalco divenuto uno dei maggiori conoscitori della materia.
Perché ha dedicato la sua vita a Sirio?
«Nel 1994 mi è successo uno di quei fenomeni che lo psicanalista svizzero Carl Gustav Jung classifica come “coincidenze sincroniche”. Per caso ho saputo che gli adepti della setta del Tempio solare si erano suicidati in massa perché avevano premura di andare in Paradiso e, secondo loro, questo Paradiso si trovava nella stella Sirio. Da lì ho cominciato studi intensi, tanto che ho impiegato ben 12 anni per scrivere il primo libro, poiché volevo essere certo che fosse inoppugnabile nell’argomentazione delle mie scoperte. Senza questo caso avvenuto in Svizzera, che per me è stato come un preciso messaggio, forse, non avrei mai rintracciato la dottrina segreta di Sirio».
Perché è importante divulgare questi studi che sembrano lontani o addirittura inutili ai più?
«Perché conoscere la verità sui miti, sulle religioni e persino su Dio, a comprendere il significato di tutti gli elementi che hanno formano le nostre tradizioni, serve ad essere migliori, a fare scelte buone. Esistono alcuni uomini che non possono fare a meno di cercare, di capire il perché delle cose. Questi uomini sono degli spiriti eletti e grazie a loro il mondo progredisce. L’amore per la conoscenza è come la sete. Questo amore esiste soltanto per alcuni; purtroppo, non tutti sono in grado di capire l’importanza della conoscenza, ma se non fosse stato per gli scienziati e i filosofi, oggi gli uomini vivrebbero come gli animali».
In merito a Sirio, parliamo di scoperte o di teorie?
«Nei miei libri su Sirio, ci sono sia le teorie sia le scoperte, però le mie teorie non sono delle fantasie ma si basano su una lunga serie di prove. Esistono alcuni studiosi che hanno svolto ricerche su Sirio prima di me come l’astronomo Franco Pacini o l’egittologa Murry Hope. Per decenni, io ho approfondito andando oltre, scoprendo che la stella Sirio è la base di tutta la civiltà umana».
Un punto focale di queste ricerche è scoprire che, in continenti lontani tra loro, tutti i popoli più remoti sapevano le medesime cose su Sirio…
«Gli antropologi pensano che si tratti di semplici coincidenze ma non è vero. La scienza dovrebbe indagare molto di più. Dai miei studi pubblicati emerge come e perché la stella Sirio sia presente in tutte le tradizioni dell’uomo, in tutti i popoli del mondo a partire dalla più lontana preistoria fino ai nostri giorni. Nel mio terzo libro spiegherò come i popoli primitivi hanno saputo i segreti della stella Sirio, un contenuto che al momento non posso divulgare».
Qualche curiosità: come si spiega il mito egiziano dell’araba fenice?
«Questo è uno dei tanti miti sacri che descrivono i fenomeni astronomici di Sirio oggi spiegati dalla scienza. L’araba fenice è una rappresentazione di cosa faceva una delle cinque stelle del sistema di Sirio, cioè la stella Sirio B. Questa faceva una cosa strana, cioè succhiava massa stellare dalla stella centrale Sirio A. Sirio B, dopo un po’ di tempo, forse anche migliaia di anni, invecchiava e moriva, cioè non faceva più luce. La stella centrale, a sua volta, risucchiava massa stellare da Sirio B, poi le rimandava un’altra quantità di massa stellare e Sirio B resuscitava, cioè si riaccendeva».
E da questo cosa è scaturito?
«Da questo fenomeno sono nati tutti i miti sugli dei che muoiono e resuscitano come il dio egiziano Osiride, il dio greco Dionisio, il dio persiano Mitra, il dio sumero Tammuz e come Gesù Cristo. La prova del simbolismo dell’araba fenice è data dal fatto che sopra la testa di questo uccello è posto il simbolo del disco solare. Questo simbolo è la forma che aveva la stella Sirio B; questa stella, infatti, non era sferica ma era a forma di disco piatto. Da questa forma sono nati tanti simboli sacri, fra cui l’aureola».
Come quella posta sul capo dei nostri santi?
«Sì. L’aureola è la forma che aveva la stella Sirio B. Questa forma era dovuta al fatto che ci sono stelle che girano ad una velocità impressionante, cioè, 300 chilometri al secondo. Una tale velocità le fa appiattire. Poi queste stelle fanno una brutta fine: o si spaccano in due stelle oppure rimpiccioliscono e diventano piccole come i pianeti. Sirio B ha fatto tutte e due le cose: prima si è spaccata in due e ha generato la stella Sirio 5 e poi diventata piccola come un pianeta».
Che funzione avevano i filosofi stellari dell’antica Grecia?
«Questi filosofi, a quanto pare, conoscevano la dottrina segreta di Sirio. Fra questi c’erano Anassimandro e Platone. Purtroppo, gran parte della filosofia di Anassimandro è andata dispersa. La funzione di questi filosofi era di tramandare le conoscenze su Sirio; questa conoscenza da Platone si è trasmessa ai cristiani gnostici, tra cui Basilide».
La conoscenza, da sempre riservata a pochi, ha prodotto falsi profeti, figure presenti anche ai nostri giorni.
«I falsi profeti, o erano dei ciarlatani che ottenevano denaro con i loro “insegnamenti”, oppure erano dei bugiardi a servizio dei potenti. Per riconoscerli è sufficiente verificare se i loro insegnamenti hanno dei risconti nella scienza o delle dottrine esoteriche».
In rare società umane, come forse i Merovingi, i Catari, i Boscimani e gli Indiani d’America, pur avendo una gerarchia sapienziale essa non schiacciava la comunità.
«Purtroppo nel mondo sono sempre esistiti gli uomini che vogliono avere più degli altri, più del necessario e che vogliono comandare sugli altri. Questi individui esisteranno sempre, soprattutto nelle società che si basano sul denaro».
Gli studi su Sirio hanno una qualche rilevanza concreta per le nostre vite?
«Qualunque forma di conoscenza serve sempre a qualche cosa. Innanzitutto serve a soddisfare la mente degli gnostici, ma poi serve a non farsi prendere in giro dai fanatici religiosi, dai falsi maghi e dai potenti che giocano sulla ignoranza e sulla superstizione della gente».
Annamaria Lorefice

Sirio A è la stella più brillante del cielo notturno, ha il doppio del volume del Sole, ed è studiata non solo da un punto di vista astronomico ma anche antropologico poiché ha prodotto molti importanti miti presenti nelle culture di tutto il mondo. Secondo lo studioso Tony Maniscalco la stella Sirio è la base di tutta la civiltà umana.
Egli ritiene che da Sirio siano derivate tutte le scienze, le religioni ma anche la magia, il simbolismo esoterico, l’arte, la mitologia, la tecnologia. Vi è anche Sirio B (scoperta nel 1844), una delle nane bianche più massicce finora conosciute, da cui deriva il “mito dell’Araba fenice” (foto RSI).

Il 5 ottobre del 1994 la notizia che a Cheiry e Salvan, in Svizzera, c’era stato il suicidio degli adepti dell’Ordine del Tempio Solare fa il giro del mondo. Per caso il ricercatore Tony Maniscalco accese il televisore mentre passava quella notizia, grazie alla quale iniziò la sua lunga indagine su “l’enigma Sirio”. Il 6 ottobre altre persone della stessa setta si suicidano a Morin Heights, in Canada.

“Sirio e il mistero di Dio” di Tony Maniscalco, ricercatore indipendente, ha pubblicato anche molti articoli sulla rivista “Archeomisteri”. A seguire, ha pubblicato “Le Linee Evolutive dell'Uomo” e, di prossima uscita “Dio è una stella”. In preparazione il suo prossimo lavoro sulla Dottrina segreta di Sirio.
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