Una folta partecipazione per dare significato al Congresso della ripartenza

Si è tenuto a Firenze, nella cornice del Centro Convegno dei Salesiani, il Congresso del Collegamento degli Svizzeri in Italia, il primo in presenza dopo gli anni di pandemia.

Un’emozionata Regula Hilfiker ha aperto l’83mo Congresso degli Svizzeri in Italia – il primo sotto la sua guida – dando il benvenuto agli oltre 150 partecipanti. «È bello non vedervi come piccoli quadratini in uno schermo», ha esordito la Presidentessa alludendo alle ultime due edizioni che si sono svolte in formati digitali.

«Non c’è prodotto più bello da vendere al mondo che il nostro paese e i nostri valori»

Monika Schmutz Kirgöz Ambasciatrice di Svizzera in Italia – accompagnata dalla Console Marinella Menghetti – nel suo intervento ha messo in evidenza che l’11% degli Svizzeri vivono ormai all’estero, 56’000 dei quali in Italia. Le associazioni attive che si occupano dei concittadini nel paese a Sud rivestono così una grande importanza per garantire i rapporti tra la nazione e i suoi cittadini. «In questi momenti difficili – se guardiamo la mappa mondiale geostrategica – il loro ruolo è determinante» ha affermato l’Ambasciatrice. «Non c’è prodotto più bello da vendere al mondo che il nostro paese e i nostri valori».

Stretti legami economici…

I legami tra la Svizzera e l’Italia sono stretti, a partire dalla lingua e dagli 800 km di frontiera – la più lunga dei due paesi con una nazione estera. Impressionanti sono le cifre citate da Schmutz Kirgöz per sottolineare la vicinanza commerciale tra le due nazioni. La Svizzera, infatti, acquista più dall’Italia che da Cina, India e Russia messe insieme. Ogni settimana i due paesi scambiano merci per quasi un miliardo di franchi svizzeri. L’economia elvetica ha creato in Italia 120’000 impieghi a cui si aggiungono gli 80’000 frontalieri che ogni giorno varcano il Confine per andare a lavorare in Svizzera.

…e politici

Nel frattempo la Svizzera resta alla finestra in attesa della ratifica del nuovo accordo sui frontalieri da parte dell’Italia, la cui entrata in vigore è prevista per il 1° gennaio 2023. Sotto l’aspetto politico, ha tenuto a precisare l’Ambasciatrice, sta succedendo di tutto e di più: nell’anno in corso i 5 Segretari di Stato svizzeri – per altro tutte donne – hanno avuto contatti diretti con la controparte italiana, mentre 4 dei 7 Consiglieri federali sono già stati in Italia, Ignazio Cassis e Alain Berset addirittura due volte. Sul tema dibattuto della neutralità della Svizzera in particolare in relazione alle sanzioni nei confronti della Russia, Schmutz Kirgöz ha assicurato che «questa non è stata in alcun modo abbandonata. Di fronte ad una guerra di aggressione anche uno Stato neutrale può permettersi di condannare e prendere posizione. Restiamo quindi neutrali anche se abbiamo ripreso i 6 pacchetti di sanzioni dell’UE».

Non da ultimo l’Ambasciatrice ha anticipato che sono in corso i preparativi per una visita in autunno di Sergio Mattarella in Svizzera, un punto importante sull’agenda del Presidente della Confederazione Ignazio Cassis.

Il Sindaco di Firenze: la Svizzera e la Città di Dante tra amicizia e storia

In un videomessaggio il Sindaco di Firenze, Dario Nardella, ha ribadito la stima, l’amicizia e la vicinanza tra la comunità fiorentina e quella svizzera, che si inseriscono in un clima eccellente. Nardella ha poi raccontato di come abbia conosciuto la realtà svizzera nell’ambito di un anno di soggiorno a Lugano, durante la frequentazione del Conservatorio della Svizzera italiana.

«Il fatto che il Collegamento Svizzero sia stato fondato a Firenze ci carica di responsabilità e voglia di proseguire l’attività e contribuirvi in modo fattivo. Per questo siamo pronti a verificare possibili collaborazioni che possiamo svolgere con la Svizzera. Già oggi sono tanti gli spunti che ci permettono di consolidare le relazioni tra la nostra città e la vostra nazione» ha concluso Nardella.

Giovan Pietro Vieusseux: il “ginevrino” a Firenze

I legami tra la Città di Dante e la Svizzera sono molti e risalgono in parte a molti anni fa. In questo contesto si è inserito anche il contributo di Gloria Manghetti, direttrice del Gabinetto Vieusseux, un istituto che vanta una storia di oltre 200 anni. Questo Gabinetto nasceva in Palazzo Buondelmonti, per merito di un ginevrino nato a Oneglia che decise di fermarsi a Firenze: Giovan Pietro Vieusseux è padre fondatore del Gabinetto fiorentino. Nato in Liguria da famiglia svizzero-francese protestante, Vieusseux vantava una formazione mercantile che all’inizio del 19mo secolo gli permise di gestire una serie di imprese commerciali in Toscana prima di partire per il Nord Europa e l’Africa. Nel 1819, Vieusseux si trasferì a Firenze e annunciò l’apertura di un Gabinetto scientifico letterario con spazi dedicati alla conversazione e allo scambio di idee. La biblioteca era costituita da scritti e periodici di tutto il mondo e documenti e carte geografiche, dizionari, ed altri libri da consultare. Menghetti ha concluso, sottolineando e spiegando come il legame tra la Svizzera e il Gabinetto si sia intensificato nel corso del tempo.

Tra i momenti forti del Congresso vi è stata l’intervista di Gianni Definti a Filippo Lombardi, Presidente dell’Organizzazione degli Svizzeri all’estero, e considerato padre dell’attuale Legge sugli svizzeri all’estero. In sostanza ha spiegato che sono state due le ragioni che lo hanno spinto ad assumere la presidenza dell’OSE: da una parte l’importanza che la Confederazione attribuisce alle comunità estere, ma anche il fatto che lui stesso ha vissuto per 6 anni quale Svizzero all’estero durante i suoi studi a Bruxelles. Sono circostanze che lo hanno reso sensibile da tempo alla questione.

La Legge sugli Svizzeri all’estero come promemoria ai politici in patria

All’origine della Legge sugli svizzeri all’estero vi è stata la risposta ad un postulato (un atto parlamentare che chiede un rapporto o una valutazione su un tema) che ha evidenziato l’importanza della Quinta Svizzera per la Svizzera stessa. Questo riscontro del Consiglio federale ha politicamente reso necessario un quadro legale e dunque una legge, di fatto una leva per rendere la comunità dei concittadini all’estero più presente alla mente di politici, giornalisti e cittadini svizzeri. Questo ha funzionato e la sensibilità è presente, come dimostra anche il Gruppo parlamentare che si occupa dei cittadini all’estero che in alcuni anni era il gruppo più numeroso. Ma, ammette Lombardi, ciò non ha risolto automaticamente i problemi di cui soffrono i concittadini fuori dai confini elvetici.

Conti bancari e voto elettronico: luci in fondo al tunnel?

Per quanto attiene la possibilità di aprire relazioni bancarie per gli Svizzeri all’estero, il parlamento ha sempre faticato a impicciarsi in una questione che di fatto è un libero contratto tra banca e privati. L’OSE non ha però lasciato perdere e, senza intervenire a livello legale si sono trovati accordi e informazioni che vengono pubblicate sul sito per illustrare quali condizioni siano da ottemperare per aprire conti in banca svizzera. Sul tema del voto elettronico – un problema sempreverde – Lombardi spinge sull’acceleratore: «si tratta molto di più che un sistema informatico funzionante, ma il diritto di partecipare ad una comunità democratica. anche per raccogliere firme per iniziative e referendum». Sembra però che si stiano facendo dei passi avanti dopo i contraccolpi del 2019 quando non è più stato possibile in nessun cantone votare in forma elettronica. Ora il tema è presso la Posta e le speranze si ripongono per alcuni progetti puntuali nel 2023 prima di – questo è l’obiettivo – un uso più generalizzato per le elezioni del 2027.

Alludendo alla competenza cantonale del sistema di voto, Lombardi ha concluso analizzando che «il fascino della Svizzera è quello di essere federalista, il problema della Svizzera è di essere federalista». Sicurezza e segretezza sono valori che entrano in conflitto. Ma l’aumento del numero di iscritti nei cataloghi di diritto al voto è aumentato più che proporzionalmente rispetto all’aumento degli Svizzeri all’estero. «Dobbiamo tenere conto di questo e trovare velocemente una soluzione».

«I giovani, la nostra risorsa per il futuro»

E cosa dire della perdita del sentimento di appartenenza degli svizzeri di 3a o 4a generazione, che si traduce in un rilassamento nei circoli e più in generale nella Diaspora Svizzera? Lombardi, difendendo l’immagine svecchiata di “Swisscommunity” ritiene che la soluzione passi per un ringiovanimento attraverso nuovi servizi e un nuovo modo di comunicare. «Dobbiamo essere più attivi e dare loro spazi affinché possano dire come vedono la Svizzera del futuro».

La Piazza degli Svizzeri all’estero in nuova veste

Il membro del Consiglio di fondazione della Piazza degli Svizzeri all’estero, Alex Hauenstein, è intervenuto durante il Congresso per ringraziare per le numerose donazioni per la valorizzazione della Piazza degli Svizzeri all’estero a Brunnen, presentando di fatto le varie tappe di ristrutturazione. Questo è stato fatto cogliendo l’occasione di lavori della passeggiata a lago svolti dal comune di Brunnen (Ingenbohl). Oggi la Piazza è dotata di infrastrutture elettriche e accessi per svolgere manifestazioni. «Il grande grazie va a voi» ha concluso un grato Alex Hauenstein che ha invitato tutti a recarsi a Brunnen.

I servizi consolari tra responsabilità individuale e attenzione alla terza età

Michele Malizia del Dipartimento federale degli esteri e Responsabile con gli Svizzeri all’estero, è intervenuto con una panoramica sui progetti della Direzione consolare a Berna. Successore di Simone Flubacher, Malizia ha spiegato che tranne in Turkmenistan, Nauru e Tuvalu abbiamo Svizzeri in tutte le nazioni del mondo. Precisamente sono 787’968 gli Svizzeri all’estero, il 22,5% dei quali hanno oltre i 64 anni (in crescita), il 21% meno di 18 anni e il 75% ha almeno un’altra cittadinanza al di fuori di quella elvetica, mentre il 54% sono donne.

Da diverso tempo la direzione consolare mette l’accento sulla responsabilità individuale. I servizi consolari e delle ambasciate sono sempre a disposizione dei cittadini, ma nella Costituzione federale si afferma che ogni persona è responsabile di sé stesso. Malizia ha dunque ribadito la centralità di preparare il proprio viaggio o la propria emigrazione all’estero.

Inoltre, tra i progetti in fase di sviluppo vi è un’app mobile – il nome proposto ma non definitivo è “Swiss in touch” – dedicata esclusivamente agli Svizzeri all’estero quale nuovo canale di comunicazione con tutte le informazioni necessarie e attraverso la quale è possibile interagire con le istituzioni.

Una particolare attenzione, il DFAE la vuole concedere alla comunità sopra i 60 anni. Attraverso un progetto ambizioso si vogliono concentrare le informazioni rilevanti per i concittadini in età avanzata, informando e facendo al contempo prevenzione.

Il Congresso della ripresa

A conclusione del Congresso – tra i più frequentati dell’ultimo decennio – l’organizzatrice e Presidente del Circolo di Firenze Marianne Pizzi ha illustrato le tre istituzioni elvetiche attive nella Città di Dante: il Consolato Svizzero, La Chiesa Evangelica e il Circolo Svizzero di Firenze. Quest’ultimo esiste da 162 anni, nato come società dell’amicizia. «Si cantava nella retrostanza di un bar. Dopo un peregrinare alla ricerca di una sede, ha trovato pace nella ex scuola svizzera, nel frattempo non più attiva». Pizzi ha ammesso che la pandemia ha lasciato strascichi nell’entusiasmo, a Firenze come altrove e ha ringraziato tutti i presenti per aver dato al Congresso il significato di un “Congresso della ripresa”. L’arcobaleno riportato per tre volte sul volantino del Congresso (2020, 2021 rinviato e poi 2022) oggi vuole simboleggiare tutti i colori dei circoli.

 

 

Monika Schmutz Kirgöz ha messo in evidenza le strette relazioni commerciali e politiche tra Svizzera e Italia

Filippo Lombardi, Presidente dell’OSE, in dialogo con Gianni Definti

Risplende sul lago dei Quattro Cantoni: la Piazza degli Svizzeri all’estero a Brunnen

Raggiante al termine del Congresso, la (perfetta) organizzatrice Marianne Pizzi