Dalla metà di maggio 2019, non è più possibile votare per via elettronica in Svizzera. Gli elettori della “Quinta Svizzera” sono particolarmente penalizzati dalla sospensione dell’e-voting. Ma i lavori di ristrutturazione della fase di sperimentazione del voto elettronico avanzano. Le parole chiave sono “sicurezza” e “trasparenza”.
Le esigenze poste al voto elettronico nel diritto federale sono attualmente rielaborate e il Consiglio federale ha aperto una procedura di consultazione sul tema. La ripresa dei test sarà sottoposta a nuove condizioni e saranno attuate misure propizie alla sicurezza.
Alcuni esperti ricercatori sono stati coinvolti a questa ristrutturazione nell’ambito di un vasto dialogo. In futuro, i sistemi dovranno poter essere sottoposti ad un costante controllo pubblico, e le informazioni necessarie a tale scopo saranno pubblicate (codice source, documentazione, rapporti d’audit, informazione concernente eventuali difetti).
Sono in atto programmi di bug bounty: i pareri legali saranno così ricompensati finanziariamente. Su mandato della Confederazione, degli esperti indipendenti esaminano se le esigenze di sicurezza sono rispettate. Lo scopo è di stabilire un processo di miglioramento continuo. Per sostenere questo processo continuerà ad essere rafforzata la collaborazione con gli ambienti scientifici.
In futuro, soltanto i sistemi di e-voting interamente verificabili potranno essere utilizzati. Potranno partecipare ai test di e-voting al massimo il 30% dei votanti per ogni cantone e il 10% per tutta la Svizzera. Il voto elettronico potrà essere proposto con accesso privilegiato, vale a dire senza essere contabilizzato nel calcolo delle percentuali massime, non solo agli Svizzeri all’estero, ma anche agli elettori in situazione di handicap.
La Confederazione, i cantoni e il fornitore del sistema, la Posta Svizzera, mettono già in vigore le nuove esigenze nell’ottica di una rapida ripresa della sperimentazione. La revisione delle basi legali non cambierà nulla alla ripartizione delle competenze giuridiche. I cantoni continueranno a decidere se intendono proporre il voto elettronico ai loro elettori e con quale sistema, mentre la Confederazione fisserà il quadro giuridico e fornirà le autorizzazioni.
Un’immagine del passato: la carta e il codice per accedere al sistema ginevrino di e-voting, invalidato nel 2019. La Confederazione lavora attualmente alla ristrutturazione del voto elettronico. Foto Keyston
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