10 domande ad un giovane svizzero: Norwin Geiger

Norwin sei legato alla Svizzera, in che modo?
«Mi chiamo Norwin Geiger, sono un laureando alla Bocconi e lavoro presso un’azienda di importazione.
Sono legato alla Svizzera dalla parte di mio padre, svizzero nato a Milano. Entrambi i nonni paterni sono svizzeri: mia nonna proviene da Coira, nei Grigioni, mentre mio nonno era del Canton San Gallo»
.

Credi che la tua doppia cultura incida ed influenzi il tuo lavoro?
«Credo che la doppia cittadinanza e la mia doppia nazionalità abbiano inciso fortemente sul mio lavoro. Da una parte, c’è il metodo e la precisione svizzera (stereotipata) che mi rende efficiente e preciso nei confronti delle scadenze e sempre puntuale nelle consegne. Dall’altra il mio lato italiano mi ha permesso di interagire in maniera aperta e tranquilla con colleghi e capi, creando un’atmosfera serena nonostante la pressione del lavoro e delle consegne».

Ti interessa e segui lo sport e la scena culturale Svizzera?
«Essendo uno sportivo, seguo spesso la nazionale svizzera in tutti i suoi impegni sportivi maggiori. Seguo la nazionale di calcio che negli ultimi anni ci ha regalato molte soddisfazioni. Inoltre, seguo gli sport invernali, in particolare lo sci e lo sci di fondo.

Per quanto riguarda la scena culturale, vivendo sul Lago Maggiore, sono estremamente vicino a Lugano e spesso vado al LAC per assistere a concerti, balletti o semplicemente per vedere una mostra».

E la scena politica?
«Ultimamente mi sto riavvicinando alla scena politica svizzera per motivi lavorativi e per interesse personale, perché apprezzo come le iniziative popolari vengano prese in considerazione dal governo centrale e credo che il modello confederativo sia estremamente funzionale per un territorio piccolo come la Svizzera, che però ha necessità diverse per ogni Cantone».

Se avessi la possibilità di cenare con un personaggio pubblico svizzero ed uno italiano chi incontreresti e perché?
«Se avessi la possibilità di cenare con un personaggio pubblico svizzero e uno italiano, sceglierei Roger Federer e Alberto Angela. Federer perché sono un suo grande tifoso e perché ha rappresentato ed elevato la Svizzera e alcuni suoi brand a livello mondiale. Alberto Angela perché, tramite il suo programma televisivo, i suoi articoli
e le sue interviste, rappresenta un faro per la cultura e la storia, che a mio avviso oggi giorno viene sempre più trascurata».

Com’è percepita la Svizzera dai tuoi amici e conoscenti?
«La Svizzera viene percepita in vari modi. È vista come una nazione dove vi sono opportunità di lavoro per tutti a salari competitivi che valorizzano il lavoro. È percepita quasi come un’utopia di ricchezza e benessere per tutti i suoi cittadini. Però viene anche percepita in maniera negativa, spesso a causa degli stereotipi e delle idee che si sono sviluppate negli ultimi decenni».

Hai qualche aneddoto divertente da raccontare sul tuo essere svizzero e italiano?
«Non ho grandi aneddoti, ma spesso quando vedono il mio cognome su un passaporto italiano rimangono sorpresi».

Hai mai letto un classico della letteratura svizzera? Se sì quale?
«Sì, ho letto un classico della letteratura svizzera. Si intitola “L’anno della valanga” scritto da Giovanni Orelli, che consiglierei a tutti».

Cosa saresti felice di ricevere dalla comunità dei giovani svizzeri in Italia e come pensi di poter contribuire meglio?
«Secondo me, UGS svolge un lavoro fondamentale, ovvero quello di dare ai giovani doppi cittadini la possibilità di conoscere una parte di loro che a livello culturale magari non conoscono, e inoltre può dare una conoscenza generale dello stato svizzero e delle sue opportunità lavorative. Personalmente, vorrei ricevere più possibilità di incontri locali per lo sviluppo di carriere nello stato svizzero. Penso di poter contribuire creando nuovi eventi per aumentare il numero di iscritti all’UGS e renderlo un gruppo omogeneo, per dare nuove possibilità ai giovani svizzeri».

Infine, se potessi avere un super potere, quale sceglieresti e perché?
«Se potessi scegliere un superpotere, sceglierei il potere di guarigione perché mi permetterebbe di alleviare la sofferenza, salvare vite e migliorare la salute delle persone, rendendo il mondo un posto migliore».

Nicola Magni

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