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Jana Calamari – membro del comitato UGS

    10 domande a una giovane svizzera

    Jana, sei legata alla Svizzera e se sì in che modo?
    La Svizzera è casa mia. Anche se sono nata e cresciuta in Italia, ho sempre visto la Svizzera come il posto dove posso stare bene e tranquilla, proprio come ognuno lo sta nella propria casa. Di fatti quando poi ho avuto la possibilità, ho fatto le valigie e mi sono trasferita a Lucerna.
    La Svizzera mi ha sempre dato quel qualcosa in più che in Italia sentivo mancare.
    Adoro tutto di questa patria: luoghi e cultura.

    Cosa ti spinge ad impegnarti nell’ambito UGS?
    Quando ho conosciuto l’unione giovani svizzeri, ho scoperto una famiglia con cui poter condividere la fortuna di appartenere a due realtà completamente (a mio riguardo) diverse. Mi sono sentita subito bene quando venivo finalmente capita e assecondata nel raccontare che da bambina andavo alla ricerca degli “Osternäschtli” oppure che il 6 Dicembre insieme a tutta la famiglia aspettavo con grande entusiasmo il Sami Chlaus.
    Così l’idea di unire tutti i giovani svizzeri italiani mi ha subito conquistata.
    A maggio del 2017 sono entrata a far parte del Comitato in ambito comunicazione e social ma già dall’anno prima partecipo attivamente ad ogni congresso, facendo nuove amicizie e scoprendo sempre più nuovi aneddoti della Svizzera e delle varie usanze cantonesi.

    Ti interessa la politica o lo sport svizzero e li segui in modo attivo?
    Bella domanda! Da sportiva quale sono, mi interessa ogni tipo di sport, di qualsiasi nazione. La cosa che mi diverte di più in questo ambito, é avere la possibilità di poter tifare un‘altra squadra quando una delle due delle tue nazioni viene esclusa o eliminata.
    Per quanto riguarda la politica non la seguo. Mi interesserebbe molto conoscere il motivo per cui un sistema è possibile in un paese e non in un altro (tra l’altro stiamo parlando di paese confinanti), ma ancora la politica non è una delle mie più grandi passioni.

    Com‘è percepita la Svizzera dai tuoi amici e dai tuoi conoscenti?
    Ho dato la possibilità a molti miei amici di trascorrere qualche giorno di ferie qua a Lucerna. A tutti colpisce la pulizia della città, le belle strade di montagna e ovviamente l’abbondanza sposata con la puntualità dei mezzi pubblici. Viene spesso sottolineata da loro la mia fortuna di vivere in un paese come la Svizzera.
    Poi (concedetemi la parola ovviamente) il luogo comune riguardante la finanzia svizzera. Ogni qual volta che torno nel mio paese di origine in Italia, sento sempre i miei amici urlarmi “Ecco la svizzera! Paga lei che lassù fa i soldi.”

    Cosa ti piace particolarmente della Svizzera...
    Posso dire cosa non mi piace? Occuperei meno righe!
    Il perfezionismo. Questo mi piace particolarmente. Persino le buche delle strade vengono coperte nel modo più preciso possibile.
    Poi indubbiamente la vasta natura presente in Svizzera. Montagne, sentirei, laghi... Ma anche città, strade, marciapiedi...
    Una cosa che trovo molto jöö (tenera) sono le nonne che per uscire a prendere un caffè indossano il loro miglior vestito.
    E poi non posso dimenticare la bontà e la raffinatezza della cioccolata Svizzera.

    ... e cosa invece ti disturba dell’Italia?
    Il sistema. Non aggiungo altro.
    L’Italia manca di meritocrazia.
    Il gigante burocrazia governa il paese, rendendo complicate anche cose banali.

    Cosa pensi che potrebbe “copiare” invece la Svizzera dalla cultura italiana? E vice versa?
    L’Italia e la Svizzera sono come il bianco e il nero: messi separati sono due colori molto interessanti, quando invece li unisci, in quel buio grigio che fuoriesce non distingui più la lucentezza dei due colori.
    Non mi piacerebbe l’idea che le due culture si “copiassero”, però posso dire di entrambe i due punti forza.
    La cucina Italiana è sicuramente inimitabile al mondo. E a questo pregio non posso dimenticare di nominare anche la disponibilità e l’ospitalità della gente italiana.
    Della Svizzera è unica la puntualità. Se viene indicato un orario per qualsiasi evento o appuntamento, sai pur certo che a quell’ora questo accadrà.

    Hai qualche aneddoto divertente o situazione buffa da raccontare riguardo al tuo essere svizzero e italiano?
    Potrei elencare tutte le vicende che ho passato a scuola.
    Ho sempre avuto un carattere esuberate e a scuola comunicavo con compagni e insegnanti a voce molto alta. Sono spesso stata rimproverata, ma la mia sorridente scusa era sempre quella che essendo italiana, avevo avuto come dote il voler far confusione.
    Quando poi però sedevo al mio banco, guai a chi metteva sottosopra la mia precisione nel tenere le cose in ordine: astucci, quaderni, appunti, tutto a misura di righello potrei quasi azzardare. La mia compagna di banco ha sempre detto “sei proprio Svizzera” e io ovviamente le rispondevo a gran voce per ricordarle, che se occorreva, la Jana italiana non tardava a farsi sentire.

    Cosa saresti felice di ricevere dalla comunità dei giovani svizzeri in Italia e come pensi potresti contribuire al meglio?
    Se conoscessero la bellezza e il divertimento dei nostri congressi, tutti i giovani di Italia vorrebbero far parte dell’Unione giovani svizzeri.
    Essendo una comunità, metterei alla base dell’iceberg delle necessità, l’importanza di restare sempre tutti uniti, investendo ognuno le proprie forze per rendere al meglio il nostro successo.
    Mi dispiacerebbe vedere delle lotte di supremazia per ottenere onori che si possono benissimo ottenere anche stando tutti mano nella mano.

    Infine, in quanto svizzeri di seconda generazione e portatori di un bagaglio multiculturale, cosa pensi che potreste apportare ai vostri stati di appartenenza?
    Sarebbe bello poter insegnare che a volte potremmo uscire dagli schemi adattandosi a nuove esigenze.
    La bellezza di sapersi sempre adattare in qualsiasi situazione, in quanto cresciuti con la conoscenza di due diversi modi di vivere.
    Abbiamo un problema: non riusciamo a risolverlo in modalità italiana? Bene, proviamo ad applicare il metodo svizzero. O viceversa.
    Come si dice? Impara un’arte e mettila da parte, che prima o poi può sempre servire.

    Jana Calamari - membro UGS