No alle corna e sì ai sorveglianti il 25 novembre
L’iniziativa detta brevemente “per l’autodeterminazione”, promossa dall’UDC con lo scopo di anteporre il “diritto svizzero” a quello derivante da accordi internazionali (i giudici stranieri), è stata respinta dal 66,2% dei votanti e da tutti i cantoni.
Visto il grosso impegno profuso da favorevoli e contrari, la partecipazione al voto non è stata eccezionale, anche se buona, per una votazione federale (47,6%). L’UDC ha comunque subito una grossa sconfitta, poiché i no sono stati il 66,2% e i sì soltanto il 33,8%. Da notare che anche tutti i cantoni hanno respinto l’iniziativa. In tre di essi il risultato è più tirato: Svitto 52,9% di sì, Appenzello Interno (53,0%) e Ticino (53,9%).
La consigliera federale Simonetta Sommaruga si è detta molto soddisfatta del risultato interpretandolo proprio come una chiara dimostrazione della validità del nostro sistema di democrazia diretta. È chiaro che dopo questo voto, i negoziatori svizzeri, in particolare per il trattato con l’UE, avranno una base di discussione un po’ più solida, anche se la possibilità per il popolo di opporsi a uno o più accordi internazionali rimane intatta. La maggioranza dei voti contrari è stata raccolta nei cantoni di Neuchâtel (77,3%), Vaud (76,6%), Giura (75,5%) e Ginevra (75,3%). In altri termini, i cantoni romandi hanno largamente compensato i favori all’iniziativa raccolti nelle regioni agricole della Svizzera tedesca e nel Ticino.
Sempre Sommaruga ha poi commentato che i risultati non sono un caso. Le nostre istituzioni garantiscono che nessuno possa decidere da solo su tutto. Tutti possono controllare l’operato degli altri, il che porta a un equilibrio e alla ricerca del compromesso, dando sempre l’ultima parola ai cittadini.
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