Quinta Svizzera: le tematiche non cambiano, ma lo slancio sì
Il Parlamento della Quinta Svizzera si è riunito il 19 agosto a Lugano. Il Consiglio degli svizzeri all’estero ha discusso del voto elettronico, delle relazioni con l’Unione europea e dei servizi che la Confederazione offre alla sua diaspora nel mondo.
Dopo una pausa di tre anni, venerdì a Lugano si sono ritrovati oltre 85 dei 129 membri del Consiglio degli svizzeri all’estero provenienti da tutto il mondo. L’ordine del giorno comprendeva questioni che da tempo preoccupano le persone con cittadinanza elvetica che vivono in un altro Paese: il voto elettronico, la cooperazione con il Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE), le relazioni tra Berna e Bruxelles e l’assicurazione sanitaria.
Le discussioni sono state più vivaci del solito, anche perché i membri hanno finalmente potuto confrontarsi di persona e non più in modo virtuale. La riunione è stata caratterizzata dalla gioia di ritrovarsi – molti membri del Consiglio si conoscono da decenni – e da uno spirito di ottimismo, grazie ad alcuni nuovi volti.
Per un’identità digitale
Dopo che il primo tentativo di introdurre l’identità digitale è stato bocciato alle urne nel marzo 2021, è ora in corso una consultazione per un secondo tentativo. Il progetto prevede che il passaporto digitale venga rilasciato dalla Confederazione e non da aziende private, come inizialmente previsto. L’identità digitale, chiamata anche eID, ha lo scopo di rendere più agevoli le transazioni commerciali su Internet e di facilitare i contatti con le autorità.
Il presidente dell’Organizzazione degli svizzeri all’estero ( Filippo Lombardi ha illustrato gli argomenti a favore dell’eID dal punto di vista degli svizzeri e delle svizzere all’estero: è un prerequisito per i servizi dell’e-government quali la dichiarazione delle imposte, la sanità e l’amministrazione. «Attraverso l’eID, il voto elettronico è più facile da realizzare», ha detto Lombardi. Il sistema potrebbe anche migliorare l’accesso alle banche svizzere per chi risiede all’estero. Non ci sono stati né voti contrari né astensioni: i membri hanno accettato all’unanimità che l’OSE partecipi alla procedura di consultazione.
Lo Stato e la sua diaspora
A nome del DFAE, il responsabile della Direzione consolare Johannes Matyassy ha parlato del divario tra le aspettative delle cittadine e dei cittadini svizzeri all’estero e delle reali opzioni di sostegno a disposizione del DFAE nel far fronte a situazioni di crisi. Citando la pandemia di Covid-19, lo Sri Lanka, Taiwan e l’Ucraina, Matyassy ha detto che «in tutte queste situazioni, pensiamo sempre in modo prioritario alle svizzere e agli svizzeri all’estero».
Il DFAE ha recentemente rafforzato la comunicazione con la Quinta Svizzera, elaborando una strategia chiara: l’obiettivo è fornire informazioni e fare prevenzione. Matyassy ha presentato alcuni progetti, tra cui la campagna di sensibilizzazione “Aging abroad” (Invecchiare all’estero), per la quale a novembre si svolgeranno anche incontri virtuali con pensionate e pensionati svizzeri nel Maghreb, nel quadro di un progetto pilota.
L’alto funzionario ha inoltre parlato della nuova app per dispositivi mobili “SwissInTouch”, che da novembre consentirà alla diaspora elvetica di comunicare con Berna e con le rappresentanze svizzere nel mondo.
Il “Parlamento” della Quinta Svizzera ha poi discusso del rapporto del Controllo federale delle finanze (CDF), che ha appena condotto un esame approfondito dei servizi consolari delle ambasciate e dei consolati svizzeri. Tali servizi funzionano generalmente bene, ma è necessario fare passi avanti nella digitalizzazione, secondo il CDF, l’organo superiore di vigilanza finanziaria della Confederazione. «Sì, i documenti provenienti da svizzere e svizzeri all’estero si accumulano», ma nel complesso le valutazioni del rapporto sono positive, ha detto Matyassy.
Diversi delegati e diverse delegate hanno poi chiesto al DFAE che le ambasciate e i consolati sostengano le celebrazioni della Festa nazionale del 1° agosto, se possibile anche finanziariamente.
Insistere sul voto elettronico
Il tema del voto elettronico è tra quelli che hanno suscitato maggiore interesse. Da anni è in cima all’agenda dell’OSE, poiché per la Quinta Svizzera l’e-voting rappresenta l’unica garanzia di partecipare alla democrazia in patria. Quasi 800’000 persone con il passaporto svizzero vivono all’estero e quasi un quarto desidera partecipare alle elezioni e alle votazioni nella Confederazione.
«Stiamo lavorando a una soluzione per il voto elettronico assieme alla Posta svizzera», ha annunciato Lombardi, «e insisteremo per ottenerlo». Tuttavia, difficilmente un sistema del genere sarà disponibile su vasta scala per le elezioni federali del 2023.
A Lugano si è discusso anche dell’assicurazione sanitaria. Chi trasferisce il proprio domicilio all’estero deve a volte rinunciare all’assicurazione malattie di base svizzera. Molte persone hanno difficoltà a stipulare o a mantenere un’assicurazione sanitaria privata, soprattutto quando invecchiano o in caso di malattie preesistenti.
«Quando si è vecchi e fragili, si è esclusi [da queste assicurazioni]. È un’ingiustizia», ha dichiarato Josef Schnyder, delegato della Tailandia. L’espatriato ha sottolineato che l’assistenza sanitaria è più economica all’estero e che molte persone hanno pagato i premi per tutta la vita, come per l’Assicurazione vecchiaia e superstiti, per poi venire escluse.
Filippo Lombardi, presidente dell’Organizzazione degli svizzeri all’estero, ha insistito sull’importanza del voto elettronico per la Quinta Svizzera.
La direttrice dell’OSE Ariane Rustichelli e il presidente dell’OSE Filippo Lombardi hanno ringraziato il funzionario del DFAE Johannes Matyassy, che presto lascerà il suo incarico.
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