Vai al contenuto

Esperanto versus inglese? Una battaglia persa, forse

    Una apprezzata lingua artificiale da conoscere. Si è appena svolto il 91° Congresso Italiano di esperantisti

    Lugano - Può una lingua artificiale, cioè non generata per via naturale da un popolo bensì progettata a tavolino, diventare la lingua di tutti per la sua facilità di apprendimento? Una lingua artificiale – non appartenente ad una nazione – che abbia lo scopo ideale di mettere in comunicazione e unire nella pace tutti i popoli del mondo.

    È il caso dell’esperanto (colui che spera), ideato e reso noto nel 1887 dal polacco Ludwik L. Zamenho e poi diffusosi in tutto il mondo grazie a singoli individui e ad importanti associazioni, come quelle presenti in Svizzera e in Italia. Ad oggi, è la lingua internazionale ausiliaria più utilizzata per la sua semplicità.

    «L’esperanto è l’idioma di un “gruppo vivente”, nozione più volte ribadita da Giorgio Silfer, italiano naturalizzato svizzero, che ne ha fatto la propria lingua di elezione, familiare» (fonte Treccani).

    MA CHE LINGUA È?

    Essa è un insieme di vocaboli e regole grammaticali selezionate da Zamenhof tra vari idiomi, tratte in particolare dalle lingue romanze cioè italiano e francese, oltre che da quelle germaniche ossia tedesco e inglese, slave quindi russo e polacco, e infine dal greco e dal latino. È una lingua basica dove prefissi e suffissi possono essere modulati generando nuove parole.

    L’esperanto è o no una vera lingua? Anche se i detrattori dicono di no, gli esperantisti rispondono che dopo 150 anni dalla sua nascita lo è eccome, sottolineando che: «anche l'ebraico, il norvegese e l'indonesiano sono lingue costruite… E godono tutte di ottima salute!» (fonte Gioventù esperantista italiana).

    Solo che non riesce ad ottenere il successo che meriterebbe, benché anche l’Unesco l’abbia più volte indicata come lingua universale da favorire. Per quali motivi non riesce ad essere diffusa e parlata correntemente, come progettato dal suo inventore? Di persone che vengono a conoscenza dell’esistenza dell’esperanto, che ne comprendono il progetto e che decidono di impararlo, ve ne sono sempre di più tutto il mondo, ma in numero tutt’altro che sufficiente per battere l’inglese.

    THE ENGLISH LANGUAGE WINS

    Chi vuole – o deve – imparare una seconda lingua, sceglie l’inglese per ovvi motivi. L’inglese, dopo il francese utilizzato dai più fino alla fine degli anni ’60, è stato rapidamente soppiantato dall’inglese. Quest’ultimo fu incentivato, soprattutto nei giovani, anche dal settore discografico con brani di successo mondiale inglesi e statunitensi.

    Oggi l’inglese invade impunemente il nostro quotidiano a tutti i livelli e ogni comparto della nostra vita. Titoli e articoli di giornali, elettrodomestici, dispositivi digitali, il linguaggio comune come quello accademico: tutto lo scritto e il parlato delle singole lingue del mondo è infarcito di termini ed espressioni inglesi: è la lingua della globalizzazione. Come può l’esperanto sperare di equipararsi un giorno ad essa? Un tempo la Radio Svizzera Internazionale a Berna era seguita anche in altri continenti quando andava in onda tre volte alla settimana con programmi in esperanto. «Nel 1992 le trasmissioni furono interrotte, con l’argomento che dopo il crollo del muro di Berlino la lingua aveva perso d’interesse». Inoltre: «Gli manca una lobby a livello politico ed economico (…) L’inglese invece, che è diventato una sorta di lingua franca, è messo in relazione con l’idea di potere e influenza» (fonte swissinfo, 2007). Tuttavia, grazie a internet, non solo l’esperanto è stato aggiunto in diversi traduttori online, ma si sta facendo conoscere attraverso i canali di video-corsi gratuiti.

    QUANTI LO PARLANO?

    Si reputa che circa due milioni di persone al mondo parlino l'esperanto.

    Fondata nel 1903, la Società Esperantista Svizzera è una delle più antiche e più importante a livello mondiale, con circoli a Basilea, Ginevra, Losanna, Zurigo: fa parte dell’Associazione Universale dell’Esperanto. Nel 2010 è stata candidata al Premio Nobel per la pace.

    A Salsomaggiore Terme la Federazione Esperantista Italiana ha svolto in agosto il suo 91° Congresso Italiano di Esperanto, durato 8 giorni, comprensivo di corsi ed esami in lingua fino alle attività per i piccoli esperantisti dai 5 ai 13 anni.

    Il movimento esperantista è presente in ogni parte del globo, e attraverso corsi per tutte le età diffondono la loro lingua e il loro messaggio socio-culturale.

    Sostengono che: «L’apprendimento dell'esperanto richiede per un italiano madrelingua un decimo del tempo necessario per raggiungere un pari livello di conoscenza delle lingue più studiate in Italia».

    Opere di autori di massimo pregio come Shakespeare o Dante sono state tradotte in esperanto senza alcuna difficoltà, a differenza di altre lingue. Autori di opere originali in esperanto sono stati candidati al Nobel.

    Resta assai interessante questa lingua neutrale, utile come scambio pratico e culturale esterno, senza scalfire le lingue naturali dei singoli popoli garantendo che ognuno di essi possa mantenere intatta la propria peculiare identità. Come sancito dai Diritti umani in ambito linguistico.

    Annamaria Lorefice

    Foto di gruppo dei membri della Società Esperantista Svizzera in occasione del congresso tenutosi a Soletta nel 1909. Grazie al filosofo ginevrino Ernest Naville, due compagni di collegio a Ginevra, Edmond Privat e Hector Hodler (figlio del celebre pittore Ferdinand Hodler), nel 1903 scoprono l’esperanto e lo imparano. Pubblicano il giornale Juna Esperantisto. Nello stesso anno viene fondata la Società Esperantista Svizzera, che pubblica da subito la propria rivista Svisa espero (Fonte foto e testo tratto dal sito della Biblioteca nazionale svizzera).

    La Società Svizzera di Esperanto ha ospitato sei volte il Congresso Mondiale di Esperanto in varie città della Confederazione, dal 1906 (Ginevra) al 1979 (Lucerna). Una targa commemorativa del medico polacco ideatore dell’esperanto, Ludwik L. Zamenho, è posta a Ginevra.

    L’esperanto è una lingua pianificata internazionale utilizzata come lingua franca in oltre 120 paesi in tutto il mondo.

    Essendo semplice il suo apprendimento, sarebbe ideale quale “lingua neutrale” tra le culture, non invasiva degli idiomi di appartenenza dei popoli e quindi della loro peculiare identità, come sancito dai Diritti umani in campo linguistico (Foto Federazione Esperantista Italiana).

    La Gazzetta ha bisogno di te.

    Cara lettrice, caro lettore online,
    la Gazzetta Svizzera vive anche nella versione online soprattutto grazie ai contributi di lettrici e lettori. Grazie quindi per il tuo contributo, te ne siamo molto grati. Clicca sul bottone "donazione" per effettuare un pagamento con carta di credito o paypal. Nel caso di un bonifico clicca qui per i dettagli.