Conviene o no trasferirsi in svizzera per lavoro?

Gli youtuber parlano per esperienza propria o intervistando le persone ponendo legittime domande

Lugano - Cosa gira nel web sulla Svizzera? Subito salta all’occhio, scorrendo i titoli dei molti video dedicati al suolo elvetico, l’argomento imperante: conviene o no trasferirsi in Svizzera per lavoro? Dopodiché, si trovano temi inerenti l’economia, il turismo, la storia, le curiosità… I video prodotti dalla televisione svizzera, che pur offrono molto nella loro piattaforma online, non risultano sufficientemente indicizzati se si svolge una ricerca generica in lingua italiana, quindi focalizzata nel Canton Ticino.

Dunque, facciamo in sintesi un giro sul web per scoprire che, a detta degli intervistati, in Svizzera ci si vive bene. Oppure male.

Bella scoperta, si dirà, dipende dalle proprie esperienze personali soggette ad una moltitudine di variabili. In effetti, proprio in base alle proprie esperienze gli youtuber diffondono consigli a tutto campo.

PERCHÉ TRASFERIRSI IN SVIZZERA

Con una specializzazione di medio/alto livello, la conoscenza di una lingua e la giusta età, si può ottenere un lavoro professionale in Svizzera e quindi un buon standard di vita, sicuramente migliore economicamente rispetto all’Italia. Questo si sa e perciò, oggi anche se molto meno di ieri, vi sono italiani interessati a vivere nella Confederazione, in special modo in Ticino e nel Grigione italiano, per ragioni linguistiche.

Per trasferirsi in Svizzera occorre avere un lavoro che permette di prendere la residenza, il permesso di soggiorno B e, dopo un anno, la patente di guida svizzera e la relativa targa.

Nel web vi sono i casi di italiani che, non vedendo più un futuro nella bella Penisola, hanno deciso l’avventura di trasferirsi in suolo elvetico anche senza conoscere nessuno o avere qualche appoggio. C’è il racconto di un uomo che a 53 anni è arrivato nel Mendrisiotto e che con 180 CHF (€ 182,00 circa) ha aperto la sua ditta di trasporti acquistando in leasing un furgone nuovo. «In Svizzera c’è molta richiesta per i traslochi, per gli scambi o vendita di mobilia usata o nuova, così sono riuscito a crearmi una nicchia di mercato ed andare anche oltre i semplici traslochi». Trascorsi con ansia i primi mesi, i clienti sono aumentati e tutto è andato per il meglio e fa un esempio sulla “qualità della vita”: «In Italia caricavo il furgone di sera, la notte dormivo male pensando ad eventuali furti, ora non ho più quel pensiero. Sembra una stupidaggine, invece è una grande cosa».

Altre persone hanno racconti simili, specie riguardanti il settore imprenditoriale, dove affermano che venendo in Svizzera non si sono arricchite, ma hanno acquistato una maggiore tranquillità economica ed esistenziale rispetto a prima.

Si può venire in Svizzera a cercare lavoro dipendente o in proprio e per farlo si hanno 3 mesi di tempo, secondo un accordo preso dalla Confederazione con l’Europa.

QUANDO E PERCHÉ NON FARLO

Chi non è giovane avrà difficoltà a farsi assumere in ogni settore professionale. Secondo alcuni intervistati: «Se si mira ad un buon posto di lavoro è inutile venire con un semplice diploma, senza una specializzazione universitaria e senza una seconda lingua utile». Se non si è pronti ad un cambiamento esistenziale, a lasciare i propri cari e gli amici, si è molto affezionati al proprio paese o città d’origine e non si è predisposti e curiosi verso il “nuovo” forse è meglio starsene a casa piuttosto che vivere male.

RICONOSCIMENTO DEL TITOLO DI STUDIO

Sul web si trovano informazioni di ogni tipo che si devono, in ogni caso, appurare di persona specie quelle di tipo legale.

Un esempio tra i tanti è il titolo universitario conseguito in Italia e riconoscimento dello stesso in Svizzera. Ci possono essere casi di diplomati con titolo riconosciuto ma di fatto non equiparato rispetto a chi possiede lo stesso titolo conseguito in Svizzera. Questo per favorire i propri cittadini nell’assegnazione del posto di lavoro rispetto agli stranieri.

Inoltre, conoscere una seconda lingua (tedesco, francese, inglese) è certamente favorente in un curriculum da presentare in Ticino.

Per gli altri Cantoni in alcuni settori, per es. del business o tecnologici, serve l’inglese, mentre è problematico non conoscere il francese o il tedesco anche per lavori di livello semplice come, ad esempio, il settore delle pulizie.

QUANTO CONVIENE LAVORARE IN SVIZZERA OGGI

Lo stipendio medio (computando tra il più basso e il più alto) è di 5.000 CHF (5000 € circa), una cifra appena sufficiente per pagare la casa, le tasse, l’assicurazione malattia, ecc. di una famiglia con figli. «Quelli che ci guadagnano veramente a lavorare in Svizzera sono i frontalieri». Sul fronte ticinese ogni giorno 70.000 italiani attraversano la dogana per lavorare in Canton Ticino, così come avviene ai confini tedeschi o francesi. Hanno lo stipendio alto che spendono nei loro paesi evitando i costi di vita che ha la Svizzera. Per molti di loro lo scotto è alzarsi all’alba, soffrire lunghe colonne e tornare tardi la sera.

Ovviamente, per chi guadagna forti somme il problema non si pone potendo affrontare ogni spesa risiedendo tranquillamente in Svizzera.

PERCHÉ ANDARSENE

«Non è più la Svizzera di una volta!». «Sta somigliando sempre più all’Italia»… «e il Canton Ticino alla Lombardia». «Lugano è la periferia chic di Milano». Così qualcuno commenta sotto i video. È aumentata la disoccupazione, la vita costa e le paghe non sono come qualche anno fa.

Occorre anche ammettere che qualche singolo episodio di razzismo nel linguaggio può essere captato e può ferire. Una frase buttata là per scherzo o per vacua malignità, può essere la goccia che fa traboccare il vaso di chi ha una situazione lavorativa non felice, rapporti familiari e amicali non armonici e così via.

Se nella maggioranza dei casi questi riferimenti infelici sull’italianità non vengono recepiti o ridendoci su, scivolano addosso, per alcuni possono determinare la scelta di ritornare ai propri lidi andando incontro a svantaggi ma, da un altro punto di vista, a comprensibili convenienze come abitare nella casa di famiglia, tra persone della stessa mentalità, in regioni d’Italia che non hanno nulla da invidiare ad altri luoghi per quanto riguarda clima e bellezza.

L’ATTEGGIAMENTO UMANO

Nelle relazioni umane le differenze culturali possono creare difficoltà che si può scegliere di rimarcare o superare.

«Gli svizzeri sono freddi», sì gli svizzeri sono diversi, sono molto riservati, gentili e più formali: non sono sempre qualità negative, anzi a volte utili al vivere civile.

Discorso delicato ma va detto: ci sono persone che in qualunque posto si trovano bene con tutti e altre che non si sentono mai a loro agio, in patria o all’estero.

Gli svizzeri possono risultare – ed è giusto che sia così – assai diversi dai calabresi o dai genovesi, ovvio, ma alla fine dipende dal proprio carattere e atteggiamento il riuscire a crearsi un giro di conoscenze in sintonia con il proprio stile di vita e i propri interessi.

I CONTENTISSIMI

«Svizzera forever». 250.000 persone se ne vanno ogni anno dall’Italia e molte tra quelle che hanno scelto la Svizzera si sentono appagate, se non altro perché amano proprio il classico cliché – ordine sociale, pulizia e meno burocrazia – che vivono appieno: «Godo dell’alta qualità della vita elvetica, all’inizio è stata dura, ma da subito ho comunque apprezzato la tranquillità della vita qui rispetto a Milano. Sono rinata, anche perché dopo il lavoro posso passeggiare in riva al lago o nei boschi che qui sono ovunque vicino casa». La Svizzera è un paese noioso? «Questo è falso, in Ticino e in tutti i grandi centri di ogni Cantone, anche a livello istituzionale si organizzano eventi di tutti i tipi per tutte le età. Discoteche, spettacoli culturali, attività fisiche… al chiuso o all’aperto chiunque, giovane, anziano o con famiglia, ha molte possibilità di divertirsi e rilassarsi. D’altronde non si vive solo per lavorare».

Annamaria Lorefice

In coda alla dogana per lavorare in Ticino. (foto fonte: tiresidenti.ch)

La Svizzera è un paese noioso? Per chi lo ama, no. (Foto fonte: Turismo.it)